02 giugno 2017

Un nuovo Modigliani per il Guggenheim di Venezia. Intanto, si indaga sull’autenticità di alcune opere esposte a Palazzo Ducale di Genova

 

di

Modigliani sì, Modigliani no. È il dilemma che in questi giorni grava sulla retrospettiva dedicata al grande pittore livornese attualmente in corso al Palazzo Ducale di Genova. A sollevare il caso sulla dubbia originalità di alcune opere esposte alla mostra, è stato Carlo Pepi. Il collezionista e studioso di Modigliani, nel 1984, affermò che le teste ritrovate nei fossi di Livorno non erano state realizzate dall’artista toscano, prima che la notizia venisse smentita da un gruppo di studenti che per burla si erano dilettati a scolpire “alla Modigliani”. «Ho avuto la disgrazia di vedere il catalogo della mostra del povero bistrattato Modigliani a Genova e come temevo, rarissime sono le opere di sua mano! Ma i grandi esperti di cosa si occupano? Devo essere sempre solo io ad intervenire per frenare questo insostenibile generalizzato malcostume di fare mostre fasulle prendendo in giro il pubblico», scrive Pepi sul suo profilo Facebook. Poi, l’accusa sui giornali e, come scrive Il Secolo XIX, l’esposto alle forze dell’ordine da parte del collezionista, che ha fornito, inoltre, documenti e una lista con i nomi degli esperti da consultare per approfondire le indagini. Secondo Pepi, sarebbero «platealmente falsi» tredici dipinti, tra cui il Nudo disteso del 1918 e il Ritratto di Chaim Soutine. Arriva puntuale la risposta del Palazzo Ducale di Genova, che in una nota dichiara: «Palazzo Ducale e MondoMostre Skira ritengono l’apertura dell’indagine utile e intendono prestare la massima collaborazione agli organi inquirenti». Inoltre, l’istituzione afferma di aver incaricato i propri legali di procedere «a tutela della propria immagine e del proprio operato». 
In attesa di conoscere ulteriori sviluppi sulla vicenda, intanto da Venezia giunge una notizia che vede ancora come protagonista il controverso Modì. La femme en blouse marine, dipinto realizzato da Modigliani nel 1916 ed esposto l’anno successivo a Parigi nella galleria di Berthe Weill, entrerà nella Collezione Peggy Guggenheim, a seguito di un intervento di restauro intrapreso dal dipartimento di conservazione del museo. L’opera è stata donata alla Fondazione Solomon R. Guggenheim dalla collezionista veneziana Luisa Toso, che è stata proprietaria del dipinto per oltre sessant’anni. (Desirée Maida
In home: Amedeo Modigliani, La fenne en blouse marine (particolare) 
In alto: Amedeo Modigliani, Grand nu allongé – Celine Howard, 1918 circa, Collezione privata

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui