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Si è conclusa la selezione degli artisti che hanno partecipato all’edizione 2019 del Premio Italia-Cina. Il Premio nasce da un’idea dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, da sempre impegnato in progetti a supporto dell’arte contemporanea italiana all’estero, in partnership con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale-Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (MAECI-DGSP), Ministero dei Beni e delle Attività Culturali-Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (MiBAC-DGAAP), Istituto Italiano di Cultura di Pechino e National Art Museum of China (NAMOC).
I due artisti italiani vincitori sono Niccolò De Napoli e Violette Maillard, selezionati da una Commissione formata da tre esperti di arte contemporanea italiana: Cristiana Collu, Paolo Castelli e Cesare Biasini Selvaggi. La Commissione ha inoltre ritenuto meritevoli di segnalazione, in quest’ordine, Pamela Diamante, Valentina Furian, Francesco Pellegrino e Andreas Zampella. Nel giudicare i progetti presentati, la Commissione ha valutato rilevanza, originalità e fattibilità del progetto, anche in funzione dei caratteri culturali del paese ospitante, oltre che la potenzialità di coinvolgimento di istituzioni e di organizzazioni culturali anche locali.
Niccolò De Napoli e Violette Maillard trascorreranno due mesi a Pechino, con il tutoraggio del National Art Museum of China e dell’Istituto Italiano di Cultura, da metà ottobre a metà dicembre 2019. A conclusione del soggiorno saranno presentati i progetti realizzati durante la residenza artistica.
17/6 10:30 è il titolo del progetto di De Napoli, che si è ispirato alla figura di Peng Jiamu, scienziato biochimico cinese misteriosamente scomparso nel 1980, durante una spedizione scientifica all’interno del Lop Nur, un lago salato della Cina nord occidentale. Un evento storico, raccontato tra gli esempi di patriottismo nazionale e che ha segnato l’immaginario collettivo cinese.
Durante il periodo di residenza, De Napoli effettuerà prima una ricerca sul territorio, tra memorie orali e archivi. Successivamente, usando il sale proveniente dal bacino del Lop Nur e il mercurio liquido, altro elemento significativo della cultura taoista cinese, saranno realizzate le opere.
Anche Maillard, per il suo progetto, ha guardato alla storia ma, questa volta, ibridando le peculiarità manifatturiere dell’Italia e della Cina. Per Ricotti fotovoltaico, l’artista realizzerà un’Alfa made in China, ispirata alla Siluro Ricotti di Alfa Romeo e all’industria automobilistica cinese, trasfigurando i valori di copia solitamente messi in relazione con il mercato asiatico.
In collaborazione con il Museo Alfa Romeo e con le maestranze automobilistiche cinesi, l’intenzione è quella di mantenere l’aspetto della Siluro Ricotti, inserendo, al posto del motore 40/60HP a benzina, un motore elettrico alimentato da pannelli fotovoltaici curvi posti sulla carrozzeria. La sfida sarà quella di compiere un viaggio da Pechino a Milano, a bordo dell’automobile.