09 maggio 2015

Venezia/Le premiazioni. Oro ad Adrian Piper e al Padiglione Armeno, mentre è il giovane coreano Im Heung Soon l’artista del futuro

 

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Paola Baratta, Presidente de La Biennale, parla di una «celebrazione della collaborazione, della kermesse veneziana come il palcoscenico dell’arte, della conoscenza e della ricerca». Il pensiero poi va, ancora una volta, ai giovani che ogni anno prendono d’assalto, la manifestazione, ricordando la “Biennale degli zainetti” del 2013. I ringraziamenti sono ovviamente per il direttore Enwezor e gli sponsor, per la capacità di supportare l’evento, e la città di Venezia.
Enwezor insiste invece sulla Biennale come evento fondamentale della società, per uno spirito anche di ribellione e della complessità e ringrazia di nuovo a profusione tutti, replicando un po’ il discorso della conferenza stampa inaugurale.
Ma veniamo ai premi: Leoni d’oro sono El Anatsui, già annunciato, “per il suo contributo indispensabile per l’arte africana contemporanea e per la sua arte dinamica “espansa” in tutti i campi, dal design agli ambienti”, insieme a una commossa Susanne Ghez, premio speciale per l’attività svolta a favore delle arti, con oltre 60 mostre curate e una lunga carriera universitaria e nei musei americani, a partire all’Art Institute di Chicago.
Il Leone d’Oro per il miglior artista della mostra “All the world’s futures” va ad Adrian Piper, anch’essa statunitense, classe 1948. La Giuria la premia per il suo aver messo in opera i temi della responsabilità attraverso un innovativo approccio effimero lungo tutta la sua carriera.
Leone d’Argento per il più promettente giovane artista: Im Heung Soon (che in realtà giovanissimo non è, essendo nato nel 1969 in Corea del Sud).
Leone d’Oro per il miglior Padiglione nazionale al Padiglione della Repubblica dell’Armenia, che vi abbiamo raccontato dettagliatamente nelle nostre news. 
Le Menzioni speciali, sono state assegnate dalla giura composta da Naomi Beckwith, Sabine Breitwieser direttrice del Museum of Modern art di Salisburgo, Mario Codognato ex direttore del Madre e ora alla guida di 21er Haus, il critico Ranjit Hoskote, ed il coreano Yongwoo Lee, curatore e teorico dell’arte contemporanea agli artisti Harun Faroki e Massinissa Selmani.
Menzione speciale per la partecipazione nazionale agli Stati Uniti con Joan Jonas, forse uno dei migliori padiglioni di questa edizione, e che stamane ha scherzato anche rispetto alla sua lunghissima carriera (e ai suoi quasi 80 anni) e teso un pensiero alla curatrice recentissimamente scomparsa, proprio a Venezia, Jane Farver.
Sopra: El Anatsui e il ritiro del Leone d’Oro

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