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In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 28 novembre al 4 dicembre
Teatro
In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 28 novembre al 4 dicembre.
Teatro
IL GABBIANO DI LEONARDO LIDI
«Se penso ad Anton Čechov mi torna in mente questo passaggio di John Lennon nella canzone “Beautiful Boy”: “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti». Leonardo Lidi con il Teatro Stabile dell’Umbria sceglie un progetto triennale su Anton Čechov: Il gabbiano, Zio Vanja, e Il giardino dei ciliegi. Ne “Il gabbiano” l’autore sembra creare un testo che possa interrogarsi sulla differenza tra Simbolismo e Realismo, sul senso critico del teatro rispetto al suo pubblico ma alla fine – contro ogni pronostico – arriva la vita. In scena ecco apparire l’amore e l’assenza di esso e ci ritroviamo accompagnati da personaggi talmente ben scritti e messi così bene in relazione tra di loro che tutti insieme decidiamo di deviare la trappola del Tema per aprirci e interrogarci sulla semplicità del nostro essere. Sui ricordi e la nostalgia dell’infanzia, su quell’incontro che ci ha fatto male e quell’incontro che ci ha cambiato la vita. O fatto sorridere. O fatto piangere. Come in un patto. Come se un gruppo di uomini e di donne lavorasse assieme con impegno e gioia confidando nell’arrivo della vita in scena. Ecco forse spiegato il perché Čechov ha superato il suo tempo, ecco come utilizzare un testo per arrivare alla vita.
“Il gabbiano” – di Anton Čechov, regia Leonardo Lidi con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna; scene e luci Nicolas Bovey, costumi Aurora Damanti, suono Franco Visioli. Produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi. A Perugia,Teatro Morlacchi, dal 30 novembre al 4 dicembre; a Foligno, Politeama Clarici il 6; a Modena, Teatro Storchi, dall’8 all’11; a Torino, Teatro Carignano, dal 13 al 18.
IL GIUOCATORE DELLA COMPAGNIA DEL SOLE
Scritta nel 1750 (e andata in scena nel 1715), anno della scommessa con il suo pubblico di scrivere 16 commedie nuove: ovvero un lanciarsi oltre l’ostacolo del logico per fare qualcosa di mai tentato prima, qualcosa di memorabile e speciale. Il gioco come vertigine per lui non era soltanto legato al danaro ma un vero sistema di vita. In ogni caso i tavoli del gioco d’azzardo li conosceva molto bene, come conosceva molto bene tutti i retrobottega e casinò ufficiali dove si facevano e disfacevano fortune. Con questa pièce, Goldoni, mette a nudo con destrezza i meccanismi mentali del giocatore, svelandone tutti i processi e le trappole in cui egli cade trascinando spesso con sé quanti lo circondano.
Si ride ma si comprende anche quanto il gioco d’azzardo sia una dipendenza non meno pericolosa di un qualsiasi stupefacente. Mai come oggi portare in scena “Il Giuocatore” – scrive la regista Marinella Anacleri – ci consente di proporre al pubblico un’analisi tragica e comica della ludopatia come fenomeno sociale, che accomuna la Venezia del ‘700 con la New Orleans di fine ‘800 dove “The house of the rising sun” veniva cantata in versione maschile e femminile, a raccontare una piaga dolente dell’America del sud.
“Il Giuocatore”, di Carlo Goldoni, regia Marinella Anacleri, scena Pino Pipoli, disegno luci Cristian Allegrini, costumi Simona De Castro, con Flavio Albanese, Stella Addario, Antonella Carone, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, Luigi Moretti, Dino Parrotta, Domenico Piscopo. Produzione Compagnia del Sole. A Bari, Teatro Piccinni, dall’1 al 4 dicembre.
L’UOMO PIÙ CRUDELE DEL MONDO
Una stanza spoglia, in un capannone abbandonato. Paul Veres è seduto alla sua scrivania, è l’uomo più crudele del mondo, o almeno questa è la considerazione che la gente ha di lui. Proprietario della più importante azienda di armi d’Europa, ha fama di uomo schivo e riservato. Davanti a lui un giovane giornalista di una testata locale è stato scelto per intervistarlo, ma la chiacchierata prende subito una strana piega. “Lei crede ancora che si possa andare avanti dopo questa notte… lei crede che questa vita domani mattina sarà la stessa che viveva prima?” dirà Veres al giornalista. In un susseguirsi di serrati dialoghi emergeranno le personalità dei due personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà ogni prospettiva. “La “feccia” di cui parlano i protagonisti non è visibile nella scena, fatta essenzialmente di luci fredde e asettiche – scrive nelle note l’autore e regista Davide Sacco – ma deve emergere gradualmente fino al finale, in cui speriamo che il titolo dello spettacolo possa diventare nella testa degli spettatori non più un’affermazione ma una domanda per riflettere sulla natura del genere umano. In scena Lino Guanciale e Francesco Montanari. A Roma, Teatro Ambra Jovinelli dal 30 novembre all’11 dicembre.
LICIA LANERA E ANTONIO TARANTINO
Lo spettacolo nasce dall’incontro dell’artista pugliese Licia Lanera con la parola e la poetica di Antonio Tarantino, pittore e drammaturgo tra i più raffinati e originali degli ultimi trent’anni, scomparso nell’aprile del 2020. Confrontandosi con la scrittura di Tarantino e riconoscendosi nei suoi toni feroci e sarcastici, Lanera, sola in scena, affronta il disincantato immaginario dell’autore, popolato da personaggi sconfitti e feriti, ma disperatamente vivi, che parlano una lingua cruda, priva di retorica, tabù e violenza. Lo spettacolo intreccia due opere dell’autore, “Medea” e il testo inedito “La Scena”, e racconta di stranieri e di reietti ai margini di una società barbara, mettendo così in luce l’eterna lotta tra miseri e potenti.
“Love me”, due pezzi di Antonio Tarantino, testi di Antonio Tarantino, con e regia di Licia Lanera, e con Suleiman Osuman, luci Vincent Longuemare, disegno sonoro Tommaso Qzerty Danisi, costumi Angela Tomasicchio. Produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, in collaborazione con Compagnia Licia Lanera. A Bologna, Teatro Arena del Sole, dal 29 novembre all’11 dicembre.
EUGENIO BARBA, KAFKA E GLEIJESES
La seconda parte del Festival Materia Prima (a cura di Murmuris, compagnia residente al Cantiere Florida di Firenze, insieme ad Elsinor Centro di produzione teatrale e Versiliadanza) termina con in scena “Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa”, primo allestimento di Eugenio Barba al di fuori dell’Odin firmato insieme all’attrice Julia Varley e a Lorenzo Gleijeses, che ne è anche l’interprete, ispirato alle “Metamorfosi” di Kafka. Uno spettacolo in cui si intersecano tre diversi nuclei narrativi: elementi biografici dello stesso Kafka, la vicenda del protagonista de “La Metamorfosi” – Gregorio Samsa –, e la storia di un immaginario danzatore omonimo che rimane prigioniero della ripetizione ossessiva dei propri materiali performativi in vista di un imminente debutto. I
l regista Eugenio Barba fondatore dell’Odin Teatret, accompagna Gleijeses da anni intercettando ed esaltando le qualità e le intuizioni di un percorso di formazione e conoscenza contaminato con il metodo della storica compagnia di Hostelbro e nato all’interno dell’Odin quando il danzatore era ancora un ragazzo. Il processo di creazione dello spettacolo scaturisce dallo stridore e dalle assonanze generati dall’accostamento dell’opera di Kafka con gli oggetti coreografici creati dallo stesso Gleijeses insieme a Michele Di Stefano.
“Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa”, regia e drammaturgia Eugenio Barba, Lorenzo Gleijeses e Julia Varley, con Lorenzo Gleijeses, musiche originali e partiture luminose Mirto Baliani, oggetti coreografici Michele Di Stefano, consulenza drammaturgica Chiara Lagani, scene Roberto Crea. Produzione Teatro Biondo, Gitiesse Artisti Riuniti, NordiskTeaterLaboratorium. A Firenze, Teatro Cantiere Florida, giovedì 1 dicembre.
IL GIULIO CESARE DI MEMETAJ E PETRILLO
Scritto da Aleksandros Memetaj e Yoris Petrillo liberamente ispirato al “Giulio Cesare” di Shakespeare, “Giulio”, ripercorre gli ultimi tre giorni di vita di Cesare, visto dalla prospettiva di Giulio, servo di Marco Giunio Bruto, giovane ciabattino che sogna di diventare un uomo libero e che per questo suo sogno diviene uno strumento dimenticato di una storia già scritta. Uno spettacolo per 6 performers su un linguaggio che spazia dal teatro fisico, alla danza contemporanea, al teatro civile, con un lavoro congiunto tra corpo, voce, testo, movimento e ritmica. Mentre Bruto e Cassio tessono le redini della congiura ai danni di Cesare, Giulio, un giovane ciabattino al servizio di Bruto, si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il ciabattino ha la possibilità di salvare la vita di Cesare, ma questo significa rischiare la propria. Potrebbe fuggire ma non lo fa. Messo alle strette affronta il suo destino, che ormai è pericolosamente legato a quello di Cesare. Giulio porta con sé una domanda fondamentale: e se tutto fosse semplice? Se l’unica regola da seguire in una società democratica fosse composta solo da tre parole: fare i bravi?
“Giulio”, dal Giulio Cesare di W. Shakespeare, di Aleksandros Memetaj e Yoris Petrillo con Beatrice Fedi, Caroline Loiseau, Fabio Pagano, Guido Targetti, Valerio Riondino e Umberto Gesi, scene Federico Biancalani realizzate da Marco Uliveri e Vittorio Cavallini, costumi Elena Ciciani, luci Piermarco Lunghi. Produzione Anonima Teatri con il sostegno di Twain Centro di Produzione Danza, Dance Project Festival. A Roma, Spazio Rossellini, dal 2 al 4 dicembre.
IL CYRANO DI ARTURO CIRILLO
Scrive nelle note Arturo Cirillo, regista e interprete dello spettacolo: «Andare con il ricordo ad un musical – il “Cyrano” tratto dalla celeberrima commedia di Rostand – da me visto da ragazzino a Napoli, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro. …Lo spettacolo che porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori. …Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato».
“Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand, adattamento e regia Arturo Cirillo, con Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini; scene Dario Gessati, costumi Gianluca Falaschi, disegno luci Paolo Manti, musica originale e rielaborazioni Federico Odling. Produzione MARCHE TEATRO, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, ERT – Teatro Nazionale. A Torino Teatro Carignano, dal 29 novembre al 4 dicembre; il 6 a Cuneo Teatro Toselli; 9/11 Lucca Teatro del Giglio, 14/16 dicembre Perugia Teatro Morlacchi. In tournée ad Arezzo, Livorno, Viterbo, Vercelli, Cattolica (RN), Fidenza (Pr), Monza Teatro Manzoni, Bari, ecc.
UNA STORIA VERA SE VOLETE
È una delle esponenti più intense del teatro di narrazione e d’indagine, autrice-performer e ricercatrice dalla accurata consapevolezza civile, che costruisce drammaturgie al confine con il giornalismo d’inchiesta, la poesia e la denuncia, come nella sua creazione “Dentro. Una storia vera se volete”. Giuliana Musso, affronta, anche da interprete sul palco con Maria Ariis, un tema difficile da raccontare, quello di un abuso intrafamiliare, taciuto e celato; un’esperienza altrettanto difficile da ascoltare, restando connessa all’empatia con lo spettatore per riflettere in profondità sul valore della verità.
Esito di un’indagine teatrale sulla tematica della violenza perpetrata all’interno delle mura domestiche, e della sua censura, lo spettacolo affronta questioni che riguardano da vicino donne e uomini del nostro tempo, raccontando con delicatezza una vicenda che coinvolge tutti. E lo fa portando in scena l’incontro dell’autrice con una donna e la sua storia segreta: una madre che scopre dopo diversi anni una terribile verità; una violenza consumata in casa che non aveva saputo riconoscere ed evitare; una verità chiusa dentro ai corpi e che lotta per uscire allo scoperto tra le aule dei tribunali.
“Dentro. Una storia vera se volete”, drammaturgia e regia Giuliana Musso, con Maria Ariis e Giuliana Musso, musiche originali Giovanna Pezzetta, consulenza musicale e arrangiamenti Leo Virgili, scene Francesco Fassone. Produzione La Corte Ospitale Coproduzione Operaestate Festival Veneto, spettacolo ideato per La Biennale Teatro ATTO IV NASCONDI(NO). A Roma, Teatro India, dal 29 novembre al 4 dicembre.
IL GIULIO CESARE DI TEATRO CARCERE
Presentato all’interno della seconda edizione del Festival Trasparenze di Teatro Carcere (un programma diffuso che fino al 17 dicembre ospita gli spettacoli del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, formato delle compagnie che operano con progetti teatrali nelle Carceri di Bologna, Modena, Castelfranco Emilia, Reggio Emilia, Parma, Forlì, Ravenna e Ferrara), “Giulio Cesare” è il primo capitolo della trilogia shakespeariana del Teatro dei Venti, con gli attori delle Carceri di Modena e Castelfranco Emilia. Questo primo studio avvia una riflessione incentrata sull’Uomo e sulla natura umana, sul Tradimento, la ricerca di Potere, la Vendetta.
Lo spettacolo completo debutterà nel Carcere “Sant’Anna” di Modena nel dicembre del 2023. Il progetto sarà completato dall’“Amleto” prodotto nel Carcere di Castelfranco Emilia e dal radiodramma sul “Macbeth”, che accoglie il contributo artistico degli attori e delle attrici dei due Istituti. Venerdì 9 dicembre incontro con il regista Stefano Tè e presentazione del libro “Sguardi sul Teatro Contemporaneo” di Fabio Francione (ed. Libri Scheiwiller – 24Ore Cultura), ore 21.00 Teatro dei Segni di Modena.
“Giulio Cesare – primo studio”, Teatro dei Venti con gli attori del Carcere di Modena, A Modena, Casa Circondariale il 2 dicembre, ore 17.00, replica il 5, 6, 7, 9, 12 alle ore 18.00, solo per un pubblico già autorizzato.
L’ULTIMO PROCESSO A PASOLINI
Esiste un aspetto della vita di Pier Paolo Pasolini raramente indagato in profondità: il suo rapporto con le donne. Da Maria Callas a Oriana Fallaci, Betti e Morante, da Silvana Mangano ad Anna Magnani. Lo spettacolo scritto da Mariano Lamberti e Riccardo Pechini, dal titolo “Razza Sacra – L’ultimo processo a Pasolini”, con Marco Vergani e Marina Remi, utilizza un registro in grado di mischiare elementi apparentemente inconciliabili in una veste assolutamente originale. Echi del processo kafkiano, suggestioni tratte dalla tradizione popolare sulla stregoneria ed episodi strettamente biografici della vita del poeta. Il tutto organicamente sviluppato in una drammaturgia che pur partendo con i classici stilemi di un mistero da risolvere, approda ad uno svelamento finale in grado di abbattere i confini del reale per divenire sguardo nell’anima del grande scrittore. Un finale in grado di dare una chiave di lettura inedita non solo al percorso umano e artistico di Pasolini, ma anche alla sua tragica morte. Disegni luce, suggestive proiezioni video multicolori, musiche elettroniche arricchite da strumenti antichi del folklore nordeuropeo e un numero di danza contemporanea, fra taranta e rito sciamanico, determinano le atmosfere dello spettacolo.
“Razza sacra – L’ultimo processo a Pasolini”, progetto teatrale di Mariano Lamberti e Riccardo Pechini, regia Mariano Lamberti, con Marco Vergani e Marina Remi, scene Giuliano Pannuti, costumi Valeria Ricca, musiche Andrea Albanese, coreografie Marco Angelilli. A Roma, Teatro Off/off, dall’1 al 4 dicembre.
IL GIUSTO DI ROSARIO LISMA
Scritto dall’attore Rosario Lisma in forma di monologo, nel 2020, in piena pandemia, è la storia surreale, buffa e dolente di una “diversità” nel mondo contemporaneo. Ma è anche un invito a superare le certezze che ci proteggono e i limiti che da soli ci siamo dati. Giusto è un impiegato intelligente, mite e fin troppo educato in un mondo grottesco di spietato cinismo. I suoi colleghi d’ufficio, all’Inps di Milano, sono un microcosmo di ridicole creature animali, un ambiente nel quale lui, nato su uno scoglio in mezzo al mare, si sente straniero e solo. Abita in un appartamento in condivisione con una che non c’è mai e con Salvatore, un calabrone enorme che passa il tempo dipingendo finestre sulle pareti, per poi provare a passarci attraverso. Giusto ha un solo grande impossibile sogno: baciare Sofia Gigliola, detta la Balena, la figlia bella e grassa del suo potentissimo capo. Ci riuscirà?
Ad accompagnarlo sul palco, i personaggi che popolano il suo mondo surreale, evocati attraverso le illustrazioni suggestive di Gregorio Giannotta, artista ironico e poetico. «Giusto – spiega Rosario Lisma – parla di noi, della nostra società contemporanea arrabbiata e individualista. Dopo questa tragedia sanitaria ed economica, vedo meno solidarietà e comprensione in giro, più avidità e narcisismo. Per fortuna c’è l’arte del teatro e l’ironia, che mi sorreggono per poterlo dire».
“Giusto”, di e con Rosario Lisma, illustrazioni Gregorio Giannotta, costumi Daniela De Blasio, luci Matteo Selis. Produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse. A Palermo, teatro Biondo, dal 29 novembre al 4 dicembre.
IL MOSTRARIO DI YUVAL AVITAL
Progetto conclusivo de “Il Bestiario della Terra” di Yuval Avital realizzato da Reggio Parma Festival, debutta con 12 nuove scene bestiali in due appuntamenti al Teatro Due di Parma (Parte II, 2, 3 e 4 dicembre) e al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia (Parte III, 10 e 11 dicembre) che ampliano e approfondiscono il viaggio alla scoperta del confine tra uomo e animale, grandioso evento multidisciplinare, in cui la creatività di Avital e il grande lavoro dei teatri, delle maestranze e delle realtà locali, fanno “esplodere” l’incontro tra attori, danzatori, cantanti, musicisti e burattinai tutti insieme. Lo studio della simbologia dei bestiari medievali ha portato l’artista a creare una raccolta di diciotto scene-bestiali, suddivise nelle varie date e nei tre teatri. Al Teatro Due di Parma scaturiranno nuove vive creature da diverse forme teatrali. Lo spettatore, muovendosi liberamente fra le cinque scene disseminate negli spazi del teatro, potrà incontrare alcuni mostri mitici radicati nell’immaginario collettivo, e conoscerne di nuovi. Come L’uomo nero, incarnazione di tutte le paure, o la Medusa.
Tra gli artisti coinvolti il baritono Nicholas Isherwood, il ballerino Toni Candeloro, l’attore Davide Gagliardini, accompagnato al pianoforte da Davide Carmarino e al violino da Teofil Milenkovic e cadenzato dagli interventi di cinque danzatori dell’Agorà della MM Contemporary Dance Company. Le altre sette scene al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia toccheranno spazi alquanto inconsueti, come i sotterranei e i ballatoi dell’alcova di palco, facendo ricorso a tecnologie nella produzione di immagini e suoni. Si vedrà la partecipazione delle soprano Monica Benvenuti e Silvia Pepe, otto danzatori dell’Agorà della Michele Merola Contemporary Dance Company in una installazione iconosonora.
IN ALTRE PAROLE
Il Teatro Argot Studio di Roma, per due weekend consecutivi, 2-4 e 9-11 dicembre, ospiterà “In Altre Parole 2022 – Rassegna internazionale di drammaturgia contemporanea”, ideata e diretta da Pino Tierno. 6 giorni per conoscere testi inediti, provenienti da 5 paesi e/o regioni diverse, pronti a salire, come già avvenuto per molti altri proposti in passato, sui palcoscenici di tutta Italia. Incontri, dibattiti e spettacoli portati in scena, per la prima volta, da alcuni dei migliori artisti del panorama nazionale, in collaborazione con accademie di teatro tra le più prestigiose del territorio romano: Tra le presenze Luciano Melchionna, con Maria Scorza e Raffaele Ausiello, Enrico Maria Lamanna con Gaia De Laurentiis, María Angeles Torres, con Ugo Dighero.