05 settembre 2022

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 5 all’11 settembre

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana dal 5 all'11 settembre, in scena nei teatri di tutta Italia

Short Theatre, Gisèle Vienne, L'Etang

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 5 all’11 settembre.

Teatro e Danza

SHORT THEATRE
Il festival internazionale dedicato alla creazione contemporanea e alle performing arts (dal 6 al 18 settembre) con la direzione artistica di Piersandra Di Matteo, quest’anno si espande sul territorio urbano, attraversando ben 13 location della Capitale. 150 ospiti, 55 progetti, 13 giorni densi di arte e sperimentazione, tra spettacoli, performance, installazioni, incontri, tavole rotonde, concerti, party, dj set e progetti partecipativi che si sviluppano e vivono durante il corso dell’anno. “¡Vibrant Matter!” è il titolo scelto per la XVII edizione.

Fra le nuove traiettorie disegnate da Short Theatre c’è “PRISMA”, progetto diffuso nella città di Roma, dedicato all’artista transdisciplinare franco-austriaca Gisèle Vienne, coreografa, regista, burattinaia e artista visiva. A partire dai suoi paesaggi perturbanti, Short Theatre 2022 percorre la traccia di quei lavori artistici che invitano a ripensare gli immaginari, a sovvertire le forme culturali tradizionali per riscrivere soggettività e forme di relazione. È il caso di “Darkmatter” di Cherish Menzo che prosegue nella sua ricognizione dei repertori costruiti intorno al corpo nero attraverso il Chopped and Screwed, tecnica e sottogenere dell’hip hop in cui la voce e i suoni vengono distorti. Rilegge gli antichi riti femminili legati al lutto e alla morte il solo coreografico e sonoro “Mourn Baby Mourn” della greca Katerina Andreou.

E ancora: Cindy Van Acker con due dei dieci soli della serie di “Shadowpieces”; “Crowd” di Gisèle Vienne, allucinatorio rave al ralenti; l’estasi del movimento celebrata da “The Dancing Public della danese Mette Ingvartsen; “Ashes, nuova produzione di Muta Imago; “I Lift One Stone and I Am Thinking”, progetto di Enrico Malatesta dedicato al poeta americano Robert Lax; “Thought. Barefoot” della musicista e coreografa svedese Alma Söderberg; “I versi delle mani” della coreografa Marta Bellu.

Da segnalare “OtellO di Kinkaleri con i corpi a disseminare parola e suono, e a farsi scrittura, esplorando un classico del teatro occidentale per svelare la menzogna di un mondo generato dai discorsi; e “Sfera, nuova produzione di mk, in un gesto di intersezione tra realtà cittadine che guardano alla danza. La compagnia guidata da Michele Di Stefano presenterà anche “Eden”, performance per uno spettatore o spettatrice alla volta. Programma completo su shorttheatre.org.

Short Theatre, Cherish Menzo, Darkmatter, ph. Bas de Brouwer

DAMIEN JALET A TORINODANZA
A inaugurare, il 9 settembre, con replica il 10, il Festival torinese, è Damien Jalet, già autore delle coreografie dell’ultimo show di Madonna e del film “Suspiria” di Luca Guadagnino. “Vessel”, dell’artista franco-belga, realizzata con l’artista visivo giapponese Kohei Nawa, è un’opera che fonde scultura e coreografia, nata durante una residenza congiunta a Villa Kujoyama a Kyoto nel 2015. All’incrocio tra scultura e coreografia, le due arti si fondono e diventano inseparabili. Prendendo spunto dalle contraddizioni del corpo, tra nascita, morte e rigenerazione, tra solido e liquido, tra anatomia e mitologia, i due artisti creano, con un gruppo di sette danzatori, un affascinante pezzo su una composizione originale di Marihiko Hara.

Damien Jalet ha viaggiato in tutto il mondo, infondendo nella sua danza le immagini dei miti, delle religioni e dei rituali di ogni paese che visita e riflettendo il conflitto tra il corpo e lo spirito della danza. Kohei Nawa esplora materiali e tecniche attraverso le sue sculture e installazioni che comunicano una visione organica del mondo combinando con successo immagine e materialità. Incorporando nella progettazione del palcoscenico un’ampia gamma di proprietà fisiche che si estendono a gas, liquidi e solidi, creano una fusione dinamica tra il palcoscenico e i corpi dei danzatori.

Le caratteristiche pose “acefale” nascondono i volti, conferendo l’anonimato, celando il genere e l’identità e implicando l’esistenza di un’entità non umana. La visione del mondo dipinta da questa danza scultorea trascende le discipline artistiche.

In occasione della serata di inaugurazione, Ambra Senatore invita il pubblico a una passeggiata performativa liberamente ispirata alla storia e alle storie delle Fonderie Limone di Moncalieri: il suo “Fuori campo” sarà l’occasione per osservare questo luogo attraverso lo sguardo di un’artista e dei danzatori che la accompagnano.

Torinodanza, VESSEL ©photo Yoshikazu INOUE

ROMAEUROPA FESTIVAL
A inaugurare, l’8 e 9 settembre, la trentasettesima edizione del Romaeuropa Festival nella grande Cavea dell’Auditorium Parco Della Musica “Ennio Morricone”, è lo spettacolo “I want it all!” di Emio Greco e Pieter C. Scholten, coppia di artisti che lavorano insieme alla ricerca di nuove forme per la danza sin dal 1995.

C’è un modo per far coincidere memoria e innovazione, una maniera per trovare nella fine di un presente lo slancio verso possibili futuri e volerli tutti, come cantava Freddie Mercury: «I want it all!». Lo spettacolo è un invito a immaginare il domani. Selezionando 11 finali dalle loro circa 60 creazioni presentate tra il 1995 e il 2020, il duo italo-olandese, premiato con il golden Swan – la massima onorificenza per la danza in Olanda – costruisce un percorso coreografico esplosivo in cui si mescolano atmosfere rock e pop, virtuosismo e classicità, corpi in rivolta e musiche iconiche da Bach a Marilyn Manson e altri ancora.

Un evento/manifesto danzato dall’ICK Dans Amsterdam, la celebre compagnia da loro fondata, ma attraversato anche dagli interpreti della compagnia junior ICK-Next per aprirsi a nuovi tempi, trovare nuove prospettive, vedere nella fine il preludio a un nuovo inizio. «Il futuro è tornato!».

Romaeuropa, Emio Greco, we want it all

DANZA URBANA
Ventiseiesima edizione del festival bolognese nato nel 1997 da un’idea di Massimo Carosi e Luca Nava, che presenta alcuni protagonisti della nuova danza d’autore italiana e della coreografia internazionale in dialogo con gli spazi multiformi della città, luoghi storici e d’arte, ma anche ambienti metropolitani e periferie (dal 7 all’11 settembre).

All’attenzione per gli spazi si affianca l’intergenerazionalità: una panoramica di proposte, tra spettacoli e performance che intercettano nomi internazionali e conferme italiane molto varie per età, formazione e generazione, accomunate dal principio di creazione delle loro azioni performative site specific, in relazione con i contesti urbani. La danza diventa così qualcosa di riconoscibile da chiunque, anche da chi non ne frequenta abitualmente i palcoscenici.

14 appuntamenti che coinvolgeranno 18 artisti e compagnie, al lavoro in 10 location urbane. Il programma vedrà tra i protagonisti Virgilio Sieni, Fabian Thomé, Gil Kerer, Fabrizio Favale, Irene Russolillo, Masako Matsushita, Alessandra Ferreri, Matteo Sedda, Joshua Vanhaverbeke, Luna Cenere, insieme ai lavori degli artisti selezionati all’interno del progetto “Dancescapes” (Pablo Girolami, Lorenzo Morandini, Elisa Sbaragli, Silvia Dezulian e Filippo Porro), ideato e promosso nel 2021 da Danza Urbana e volto all’assegnazione di borse di mobilità internazionali o di ricerca coreografica che supportano la connessione degli artisti con le reti europee di programmazione negli spazi non teatrali. Programma completo su danzaurbana.eu.

Danza Urbana, VITAMINA, Never Stop Scrolling Baby, ph. Joshua Vanhaverbeke

NAO PERFORMING FESTIVAL
La XIII edizione della manifestazione milanese (dal 9 al 29 settembre) incentrata sui linguaggi della danza, della performance e delle arti visive, ruota attorno al tema del giardino, inteso come habitat interspecie, spazio concluso, luogo di coesistenza, ecosistema politico, spazio interstiziale di resistenza, oasi, luogo di cura dalle diverse sensibilità degli artisti e delle artiste in cartellone.

La prospettiva ecologica e di sostenibilità ambientale di Jérôme Bel, qui nel lavoro “Laura Pante”, le sonorità tropicali del musicista Mike Cooper alle prese con il capolavoro del cinema surrealista giapponese “A Page of Madness” di Teinosuke Kinugasa (1926), la graphic novel ARCA sull’estinzione di Simone Montozzi TSO, gli ambienti contemplativi e sospesi della svizzera Francesca Sproccati, l’installazione performance di corpi animali, vegetali e umani di Barbara Berti, lo spettacolo “Albatros di Pablo Rizzo, il nuovo lavoro di Michele Ifigenia Colturi “CUMA, il workshop Pleasure Rocks di Cosetta Titta Raccagni e Barbara Stimoli in un giardino di rocce e pietre, la produzione di Rossella Delvecchio compongono una polifonia di sguardi e declinazioni della scena contemporanea sul tema.  

Il programma si apre l’8 settembre nella Cattedrale di Fabbrica del Vapore con “Laura Pante, lavoro che il coreografo francese Jérôme Bel, con e per la danzatrice Laura Pante. Bel, per motivi di sostenibilità ambientale, ha smesso anni fa di prendere l’aereo e ha iniziato a contemplare nuove pratiche coreografiche, scrivendo partiture di danza per solisti che fossero di per sé eloquenti, in modo da non dover incontrare direttamente gli interpreti.

Così nasce “Laura Pante”, un racconto intimo che ripercorre elementi biografici e artistici dell’esperienza della performer, secondo una prospettiva ecologica, evidente non solo nelle modalità di produzione. Il 9 settembre un doppio programma: in apertura la performance per 7 spettatori “Out of Me, Inside You” della coreografa svizzera Francesca Sproccati, un live set di frammenti video, parole e suoni; e “Albatros di Pablo Ezequiel Rizzo, ispirato a “Urpflanze, la pianta originaria” di J. Wolfgang Goethe e dalla teoria cyborg della biologa e filosofa Donna Haraway.

NAO, Barbara Berti, DOGOD

Ra.I.D. Festival
Iniziata il 21 agosto, la rassegna interregionale di danza contemporanea di Solofra (Avellino), col sottotitolo Dance Space Subjectivity, prevede fino a ottobre, a tappe, 21 rappresentazioni a firma di 13 compagnie, all’interno del Chiostro Monumentale di S. Chiara e Palazzo Ducale Orsini.

Il Festival prosegue il 9 settembre con Enzo Cosimi in “Coefore Rock & Roll”, la seconda tappa del progetto “Orestea. Trilogia della Vendetta”: in un regno di incubi d’infanzia, giocattoli rotti, coperte colorate, si profila la ferocia di un delitto efferato che mette in discussione l’individuo e con esso l’umanità intera.

Doppio spettacolo il giorno 10. “Sacre”, della Compagnia Borderline Danza, che rilegge il celebre testo sonoro e coreografico del Rito della primavera, ne consulta l’essenza, conservandone la radicalità primordiale e investiga la traccia trasgressiva che quest’opera continua a trasmettere nella contemporaneità. In un tempo sospeso tra il post-rito e l’inevitabile ciclicità dell’evento, otto elementi si confrontano con le differenze di specie e sperimentano varie dinamiche di aggregazione e risoluzione: il rito si ripete danzando per la sopravvivenza. A seguire, Artedanza Project in “Sakamoto Suite”, un omaggio al musicista, compositore e attore giapponese, considerato tra i pionieri della fusione tra la musica etnica orientale e le sonorità elettroniche occidentali.

Ra.I.D. Festiva, Sacre Borderline Danza

FACE OFF INART
Si chiude la seconda edizione di Face Off, festival diffuso di danza contemporanea a Matelica (Mc), città dove la manifestazione è nata nel 2014, con la direzione artistica di Roberto Lori e la cura della Compagnia Simona Bucci/Compagnia degli Istanti e Promatelica. Face off si fonda sull’idea di portare la danza contemporanea dentro la città, fuori da spazi convenzionali, sviluppando stimolanti e suggestive alchimie tra il processo artistico della danza e il patrimonio architettonico urbano. Così dal 2021 Face Off ha assunto la forma di festival diffuso, aggiungendo via via nuove tappe che quest’anno sono state Sarnano (Mc), Marano Lagunare (Ud) e Aradeo (Le).

Il festival approda a Matelica con il titolo di Face Off INART e propone un programma che si snoda dal 5 all’11 settembre. Il calendario incrocia l’ospitalità di compagnie di spicco come Balletto di Roma, Compagnia Zappalà Danza, Compagnia Ariella Vidach, Hunt cdc, Tocna Danza, Compagnia degli Istanti/Compagnia Simona Bucci insieme all’ospitalità di formazioni di giovani artisti del territorio, affiancando alle proposte di spettacoli una cospicua attività di laboratorio.

Face Off InArts, Claire de lune, Balletto di Roma

IL TERZO REICH DI CASTELLUCCI
In occasione dell’uscita dell’omonimo LP di Romeo Castellucci e Scott Gibbons per XONG collection – dischi d’artista, Xing presenta sotto le Torri di Kenzo a Bologna “Il Terzo Reich”, un evento live di immagine e suono del regista Romeo Castellucci (l’8 settembre alle 21.30). Regista, creatore di scene, luci e costumi, Castellucci è conosciuto in tutto il mondo per aver dato vita a un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale dell’opera. Il suo teatro propone una drammaturgia che ribalta il primato della letteratura, facendo della scena una complessa forma d’arte, fatta di immagini straordinariamente ricche, espressa in un linguaggio comprensibile come la musica, la scultura, la pittura o l’architettura. Scott Gibbons compositore americano, interprete di musica elettroacustica, è figura seminale della dark ambient e micromusic.

La loro opera “Il terzo Reich” è un flusso inarrestabile che tutto travolge e dove la trasparenza totalitaria del linguaggio lascia emergere la fisicità del suono in tutta la sua intensità. Hole è un nuovo formato che Xing si accinge a sperimentare, occupando e attivando luoghi non istituzionali come ridefinizione temporanea di uno spazio pubblico.

Romeo Castellucci, Il Terzo Reich

FABRIZIO GIFUNI RACCONTA PASOLINI
Nell’ambito del programma di Estate Romana 2022 e delle iniziative di PPP100 – Roma racconta Pasolini, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, e a cura del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, il 10 settembre si alza il sipario del Teatro Argentina per “Il Male dei Ricci. Ragazzi di vita e altre visioni”, spettacolo nato da un’idea di Fabrizio Gifuni dedicato allo scrittore Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita.

A quasi 20 anni da “‘Na specie de cadavere lunghissimo” – spettacolo culto, ideato e interpretato dall’attore, con la regia di Giuseppe Bertolucci – Gifuni ritorna sulle pagine pasoliniane con una nuova drammaturgia ideata appositamente per questa occasione. Ne “Il Male dei Ricci. Ragazzi di vita e altre visioni”Gifuni affronta il primo romanzo edito dello scrittore – “Ragazzi di Vita” – interpolato e storicizzato da altri materiali dell’autore, provenienti dallo spettacolo del 2003: “Lettere luterane”, “Scritti corsari”, “Poesia in forma di rosa”, “Seconda forma” de “La meglio gioventù”.

In questa originale drammaturgia i piani di lettura si moltiplicano e si arricchiscono, dando vita sulla scena a un agone tragico tutto da scoprire. La voce/corpo di Gifuni ci porta “dentro” le giornate di questi ragazzi di vita, ci restituisce la loro generosità e i loro egoismi, il comico, il tragico, il grottesco, la violenza di questo sciame umano che dai palazzoni delle periferie si muove verso il centro, in un percorso che è anche un rito di passaggio dall’infanzia alla prima giovinezza. Ma, allo stesso tempo, l’attore/autore riesce a trascinarci all’interno dell’officina artistica di uno dei più grandi artisti del ‘900, facendone riemergere ferite e travagli di un’intera esistenza. Lo spettacolo è a ingresso gratuito.

Fabrizio Gifuni,
© Musacchio, Ianniello & Pasqualini

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