06 febbraio 2023

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 6 al 12 febbraio

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 6 al 12 febbraio, in scena nei teatri di tutta Italia

Festival Equilibrio, The Seven Sins, Shechter, Ph. Jeanette Bak

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 6 al 12 febbraio.

Teatro e danza

FESTIVAL EQUILIBRIO A ROMA
Si apre con “The Seven Sins”, della Gauthier Dance / Theaterhaus Stuttgart il festival Equilibrio dedicato alla danza contemporanea, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma con la direzione artistica di Emanuele Masi. Il ricco cartellone si inaugura il 7 febbraio con la Gauthier Dance eseguire le coreografie del gotha della coreografia europea, ognuno dei quali ha trasformato ciascun peccato capitale in un originalissimo pezzo di danza. Si inizia dalla Pigrizia affidata alla canadese Aszure Barton, per poi passare all’Avidità che invece è indagata da Sidi Larbi Cherkaoui, e all’Invidia esplorata da Sharon Eyal. E ancora Golosità rappresentata da Goecke e l’Orgoglio da Marcos Morau. La Lussuria esplode letteralmente nella rappresentazione che ne dà Hofesh Shechter, così come prorompe l’Ira, affidata a Sasha Waltz (“The seven sins” sarà anche a Reggio Emilia, Teatro Ariosto, per la Stagione di Danza della Fondazione I Teatri, il 10 febbraio).

Per il secondo appuntamento di Equilibrio, la Compagnia di Virgilio Sieni presenta il 9 lo spettacolo “Le tue labbra”, musicato dal vivo da Daniele Roccato e ispirato al “Cantico dei Cantici”. L’infinito che si raggruma nello spazio minimo dei due corpi appare inesauribile. Lo spettacolo di Sieni si inserisce nel focus a lui dedicato che prosegue al Teatro Palladium con un altro spettacolo inserito nella stagione di Orbita, “Satiri”, il 10, con in scena i due danzatori Jari Boldrini e Maurizio Giunti accompagnati dalla musica di Johann Sebastian Bach eseguita dal vivo al violoncello da Naomi Berrill. Il Festival prosegue in Auditorium, l’11 febbraio, con “Bayadére – Il regno delle ombre” che Michele di Stefano ha riscritto per la Compagnia Nuovo Balletto di Toscana, dando vita a una nuova visione di uno dei titoli preferiti delle platee ottocentesche.

Festival Equilibrio, TheSevenSins, Cherkaoui, Ph. Jeanette Bak

DOUBLE SIDE DI ATERBALLETTO
Ombra e luce, musica dal vivo e danza contemporanea si combinano in “Double Side” la nuova coproduzione della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e della Fondazione Arturo Toscanini di Parma con l’obiettivo di “far reagire” in maniera nuova e significativa componenti coreografiche e musicali. In scena due poli opposti rappresentati da “Stabat Mater” del cubano Norge Cedeño Raffo e da “With drooping wings” della canadese Danièle Desnoyers, e tenuti insieme da una viva architettura estetica disegnata da Fabiana Piccioli. L’atmosfera cupa, tetra legata alla musica religiosa e commovente di Arvo Pärt viene esaltata dalla danza espressiva, libera e pura di Raffo: un inno alla bellezza del movimento. L’impronta estroversa e la luce, chiara racchiuse nelle nove cangianti musiche di Henry Purcell ricomposte per un quartetto d’archi da Federico Gon, sgorgano dalla danza di Desnoyers. Tra lei e la musica c’è sempre una forte relazione, quasi una profonda amicizia: il gesto non viene travolto dalle famose partiture barocche, ma cerca di creare interessanti sintonie e disarmonie con gli archi presenti sulla scena.

FND Aterballetto, With drooping wings by Danièle Desnoyers, ph. Christophe Bernard

“Double side”, due coreografie WITH DROPPING WINGS” coreografia Danièle Desnoyers, set e luci Fabiana Piccioli, costumi Danièle Desnoyers. “STABAT MATER” coreografia Norge Cedeño Raffo, set e luci Fabiana Piccioli, costumi Norge Cedeño Raffo e Fabiana Piccioli. A Perugia, Teatro Morlacchi, l’11 e 12 febbraio.

KORESH DANCE COMPANY
Creata nel 1991 dal coreografo israeliano e direttore artistico Ronen Koresh, la compagnia, riconosciuta a livello internazionale per gli spettacoli coinvolgenti e la tecnica dei suoi interpreti, approda al Comunale di Modena, l’8 febbraio, per la sua prima italiana. Il primo titolo in programma si ispira ai dipinti “La danza” e “La gioia di vivere” di Henri Matisse ed è danzato su una composizione di John Levis e accompagnato dalle poesie di Karl Mullen. Un appassionato e gioioso omaggio al grande pittore realizzato grazie al supporto di Del E. Webb Center for the Performing Arts a Wickenburg, in Arizona, e al suo programma di residenza artistica. “Bolero” è la rilettura della famosa composizione di Maurice Ravel e riflette il ritmo ripetitivo e insistente della musica attraverso il movimento incessante dei danzatori che aggiungono minuto dopo minuto nuova energia fino all’apoteosi finale.

Koresh Dance Company

MAQAM AL FESTIVAL LA DEMOCRAZIA DEL CORPO
Maqam è una parola araba che significa molte cose: luogo, posizione, stazione, scala e soprattutto il sistema di organizzazione melodica della musica araba tradizionale, una tecnica di improvvisazione largamente praticata in tutto il Medio Oriente. Tutti questi significati alludono alla transitorietà, al manifestarsi di una posizione tesa verso un “avvenire immediato” che è lo spazio di una forma spettacolare sospesa tra concerto e coreografia. La nebulosa di corpi di mk incontra dal vivo l’interconnessione tra la musica orchestrata da Lorenzo Bianchi Hoesch e il canto di Amir ElSaffar, non solo uno dei protagonisti più promettenti del jazz contemporaneo ma anche un profondo conoscitore della tradizione del maqam iracheno. La relazione compositiva tra ambiente sonoro e coreografico è fatta di eventi elementari, discontinui e puntiformi, che lasciano sciogliere nel canto l’intreccio della sostanza corporea e musicale.

mk, maqam, ph. Andrea Macchia

“Maqam”, di Michele Di Stefano e Lorenzo Bianchi Hoesch, con Biagio Caravano, Andrea Dionisi, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Laura Scarpini, Franesco Saverio Cavaliere, Francesca Ugolini, composizione e musica elettronica Lorenzo Bianchi Hoesch, canto, tromba e santur Amir ElSaffar, coreografia Michele Di Stefano, luce Giulia Broggi e Cosimo Maggini. Produzione mk/KLm 21-22. A Rimini, Teatro Galli, l’8 febbraio; a Firenze, Cango, per il festival “La democrazia del corpo”, il 10 e 11.

LILI ELBE SHOW
Una storia vera. Una vicenda privata e intima, un racconto apparentemente lontano ma in realtà vicino a noi. È liberamente tratto dalla vita dell’artista transgender Lili Elbe, icona dei diritti civili, che ispirò il celebre romanzo divenuto film “The Danish Girl”, lo spettacolo di danza “Lili Elbe Show” con la coreografia di Simone Repele e Sasha Riva. È la storia del pittore paesaggista Einar Wegener e della moglie, la ritrattista Gerda Wegener: viaggio di trasfigurazione e di metamorfosi. Nella narrazione chiara e leggibile, si affacciano in “Lili Elbe Show” due piani di realtà: il racconto della vicenda di Einar che, nell’ansia di ricerca della propria identità diventerà Lili e il livello della fiaba, degli “spiriti”, dei “fantasmi” che intorno a Lui/Lei si aggirano. Una “petite femme fatale” scolpisce fin dall’inizio l’anima nuda di Einar ma è anche l’immagine della figlia desiderata che Gerda e Einar non sono mai riusciti a concepire seppure spinti da un profondo e controverso desiderio di genitorialità.

Lili Elbe Show, Riva&Repele

“Lili Elbe Show”, coreografia di Simone Repele e Sasha Riva, con i danzatori Sasha Riva, Simone Repele, Nadika Mohn, Jamal Callender, Christine Ceconello. Coproduzione Riva & Repele, Daniele Cipriani Entertainment e Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. A Casalmaggiore, Teatro Comunale, l’11 febbraio.

QUINTETTO DI MARCO AUGUSTO CHENEVIER
Il coreografo, danzatore, regista e attore Marco Augusto Chenevier, sviluppa, in qualità di autore, una ricerca che attraversa i codici linguistici, ne esplora i limiti e mette in discussione forma e struttura, creando originali ibridi nati dalla fusione tra danza, teatro, circo, cabaret, giochi di società e tecnologia. «Il numero 5, nell’esoterismo, è il numero che simboleggia la vita universale, l’individualità umana, la volontà, l’intelligenza, l’ispirazione e il genio. Simboleggia anche l’evoluzione verticale, il movimento progressivo ascendente. Per l’esoterismo il 5 è il numero dell’uomo come punto mediano tra terra e cielo e indica che l’ascensione verso una condizione superiore è possibile. Esso contiene la sintesi dei cinque sensi, il numero delle dita di un uomo, è la base decimale matematica, è il numero del pentacolo e il numero della stella a cinque punte. Si tratta di una cifra dell’uomo, a cui gli uomini hanno attribuito significati trascendentali fin dalla notte dei tempi. Ma oggi c’è la crisi…».

Quintetto con Marco Augusto Chenevier. Ph. Alex Brenner

“Quintetto”, regia, coreografia e messinscena Marco Chenevier, interprete Marco Chenevier. Produzione di TIDA – Théâtre Danse. A Roma, Carrozzerie n.o.t., dal 10 al 12 febbraio.

MARIA STUARDA
Due regine e un’unica corona. Uno scontro tra prime donne per il potere. Il capolavoro di Friedrich Schiller diretto da Davide Livermore è una potente partitura scenica che diventa una sfida per due straordinarie attrici protagoniste. Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi interpreteranno Elisabetta I e Maria Stuart, o viceversa. A decidere la sorte sarà un gioco teatrale, che nel prologo dello spettacolo indicherà chi delle due attrici sarà la regina destinata a regnare e chi quella destinata a perire. Politica, religione, potere, tra intrighi e passioni di vita pubblica e privata. Con “Maria Stuardaprosegue l’indagine di Livermore sul concetto di Giustizia, attraverso una delle vicende storiche più note. In gioco c’è la corona d’Inghilterra e lo scontro non può essere che implacabile, le parole diventano armi capaci di uccidere. Un violento affresco volutamente ambientato in una scena claustrofobica, dominata da una grande scalinata un non-luogo in cui tutto è possibile e nella cui astrazione ritroviamo il senso della rappresentazione. Sarà corte, prigione, parco, lo spazio in cui i due opposti si specchiano e si fondono.

Maria Stuarda, ph. Alberto Terrile

“Maria Stuardadi Friedrich Schiller, traduzione Carlo Sciaccaluga, regia Davide Livermore, abiti delle regine Dolce & Gabbana, costumi Anna Missaglia, allestimento scenico Lorenzo Russo Rainaldi, musiche Mario Conte, Giua, direzione musicale e sound design Mario Conte, disegno luci Aldo Mantovani, interpreti Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia. produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, CTB Centro Teatrale Bresciano. A Padova, Teatro Verdi, dall’8 al 12 febbraio.

PALMA BUCARELLI E L’ALTRA RESISTENZA
Lo spettacolo scritto e interpretato da Cinzia Spanò è dedicato alla storica direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Roma e a tutti coloro che, come lei, misero in salvo il patrimonio artistico italiano durante la Seconda guerra mondiale. Una storia corale e sorprendente, che lo spettacolo racconta dal punto di vista di una grande protagonista: Palma Bucarelli. Storica direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Roma, donna libera e volitiva, Bucarelli nascose le opere nei sotterranei di Palazzo Farnese a Caprarola. La ricostruzione della vicenda, resa possibile grazie all’intreccio di vari documenti, testimonianze e diari, ci restituisce una parte della nostra Storia ancora troppo poco conosciuta e i protagonisti che l’hanno resa possibile, primi fra tutti Pasquale Rotondi ed Emilio Lavagnino. E i diari di Bucarelli, scritti nell’attesa infinita che la guerra finisse, ci offrono oggi uno scorcio sull’occupazione di Roma, le persecuzioni ebraiche e l’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Palma Bucarelli © Laila Pozzo

“Palma Bucarelli e l’altra resistenza”, di e con Cinzia Spanò, allestimento tecnico Giuliano Almerighi, video Francesco Frongia, sound designer Alessandro Levrero, scene e costumi Saverio Assumma De Vita. Produzione Teatro dell’Elfo. A Milano, Teatro Elfio Puccini, fino al 26 febbraio.

LE RANE DI ARISTOFANE
Uno dei capolavori del commediografo greco Aristofane rivive in una commedia on the road inedita e originale, ideata da Marco Cacciola, che coinvolge il pubblico. Assistiamo alle rocambolesche peripezie del Dio Dioniso e del suo servo Xantia, diretti verso l’Ade in cerca di un Poeta che salvi la città dal degrado culturale. Nel momento in cui il dio e il servo varcano la soglia dell’Aldilà, il coro irrompe sulla scena, interrompe il procedere della trama e si assume la responsabilità di portare avanti il racconto. La Poesia che Dioniso sta cercando oggi dove si trova? Il teatro prova a recuperare lo spirito originario di testimone vigile che interroga l’uomo, si fa comunità alla ricerca. Sul palco giovani attrici e attori condividono il viaggio con un coro di cittadine e cittadini ogni giorno diverso formato attraverso laboratori, con l’ambizione di riunire nuovamente le due metà del cerchio, rimettendo sul palco un coro che rappresenti la città.

Le rane, regia Marco Cacciola

“Le rane”, da Aristofane, progetto e regia Marco Cacciola, con (in o.a.) Giorgia Favoti, Matteo Ippolito, Lucia Limonta, Claudia Marsicano, Francesco Rina, traduzione Maddalena Giovannelli, Martina Treu, dramaturg Lorenzo Ponte, scene Federico Biancalani, costumi Elisa Zammarchi, musiche e suono Marco Mantovani. Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale / Teatri di Bari /Solares Fondazione delle Arti. A Milano, teatro Fontana, fino al 10 febbraio.

LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
«Tennessee Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell’abisso», dichiara il regista Pier Luigi Pizzi. Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato a una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci, sovvertendo genialmente il destino della nostra eroina. Protagonista Elena Sofia Ricci.

La dolce ala della giovinezza

“La dolce ala della giovinezza”, di Tennessee Williams, traduzione Masolino D’Amico, con Gabriele Anagni e con, Chiara Degani, Flavio Francucci, Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone, Eros Pascale, Marco Fanizzi, scene e costumi Pier Luigi Pizzi, musiche Stefano Mainetti, ligth designer Pietro Sperduti, regia Pier Luigi Pizzi. Produzione Fondazione Teatro della Toscana – Best Live. A Roma, Teatro Quirino, fino al 12 febbraio; a Venezia, teatro Goldoni, dal 22 al 26 febbraio; a Lecce, Politeama Greco, l’1 marzo; a Taranto, teatro Orfeo, il 2.

LA STORIA DI ELSA MORANTE
«La Storia è quella narrazione collettiva che si scrive sulla carne degli ultimi. Una grande Macchina Artificiale determinata dagli uomini – ma allo stesso tempo sovra-umana e disumana – di cui gli uomini hanno perso il controllo, facendola assurgere a surrogato del Fato o del Destino. Le penne della Storia scrivono implacabilmente e senza sosta, determinando il corso delle piccole storie dalla “s” minuscola, fragili traiettorie di quella brulicante umanità che si agita ai suoi piedi. La Storia ne indirizza il corso e, spesso, ne stritola la sostanza viva tra i suoi spietati ingranaggi».

Da queste riflessioni e da un profondo comune amore verso il romanzo scaturisce il sodalizio artistico che vede l’attore e regista Fausto Cabra scrivere a quattro mani con Marco Archetti una drammaturgia liberamente ispirata all’opera di Elsa Morante, che vuole attraversare e riscoprire la vicenda di Ida, Nino e del piccolo Useppe. Lo spettacolo non ha alcuna pretesa di sostituirsi la ricchezza del romanzo; ma – con delicatezza ed umiltà̀ – mettersi in ascolto assieme agli spettatori delle molteplici meraviglie che quest’opera custodisce, suddividendo la sua complessa e umanissima materia in due parti, una “in tempo di guerra” e una “in tempo di pace”. Per provare a tracciare le coordinate di un’opera coraggiosa nel celebrare la vita quando racconta la morte, e la morte quando racconta la vita.

La storia, regia Fausto Cabra

“La storia. Uno scandalo che dura da diecimila anni” liberamente ispirato a “La storia” di Elsa Morante, drammaturgia Marco Archetti, regia Fausto Cabra, con Franca Penone, Alberto Onofrietti, Francesco Sferrazza Papa, scene e costumi Roberta Monopoli, drammaturgia del suono Mimosa Campironi, video Giulio Cavallini, ideazione luci Gianluca Breda, Giacomo. Produzione Centro Teatrale Bresciano, La Fabbrica dell’Attore-teatro Vascello. A Roma, Teatro Vascello, dall’8 al 19 febbraio.

ONLIVE CAMPUS
Innovativo, ibrido, esperienziale, fluido: onLive Campus, alla sua prima edizione tra il 10 e il 12 febbraio alla Lavanderia a Vapore di Collegno (To), è una tre giorni di spettacoli, performance, incontri e dibattiti sul mondo dello spettacolo dal vivo ibridato con le nuove tecnologie, ideato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, con la direzione scientifica di Simone Arcagni. Inaugurazione con la compagnia Ariella Vidach AiEP che presenta il progetto “DANCEtheDISTANCE | VIRTUAL TOUCH&TRAIL” – performance di danza virtuale con 3 danzatrici dotate di visore VR – una in presenza e 2 da remoto. Per tutte le giornate è aperta la Virtual Reality Room, sala in cui immergersi con visori per un palinsesto ad accesso libero.

In programma “Microdanze” di Aterballetto; “Segnale d’Allarme – La mia battaglia in VR” e “Cosi è (o mi pare)” con Elio Germano, di Gold Productions e Infinito Produzioni; “Hydrocosmos” di Milad Tangshir – Tecnologia Filosofica; una selezione de Il Giardino Zed – spazio virtuale di riflessione sulla videodanza di ZED Festival Internazionale Videodanza / Compagnia della Quarta – e una selezione proposta da ETT- industria digitale creativa. In parallelo è accessibile re – FLOW PORTRAITS, installazione coreografica partecipativa in realtà mista, con 14 danzatori su 7 schermi e 1 performer dal vivo, una produzione di Coorpi e MØZ; e ancora, l’installazione permanente Square, firmata da Lorenzo Bianchi Hoesch, per scoprire gli spazi della Lavanderia e del Parco della Certosa, con il proprio smartphone e un paio di auricolari (esperienza individuale, durata circa 40 minuti).

Alle ore 21.30 su palco, l’artista Kamilia Kard presenta “Dance Dance Dance”, una serie di performance partecipative online ambientate in un Metaverso creato ad hoc dall’artista su Roblox, un popolare MMO (Massively Multiplayer Online game). Il programma e le modalità di partecipazione sono disponibili sul sito dedicato onlive.piemontedalvivo.it.

Onlive Campus, DANCE THE DISTANCE, VIRTUAL TOUCH&TRAIL

CLOSING PARTY (ARRIVEDERCI E GRAZIE)
Il terzo appuntamento di “Invito di Sosta”, rassegna di danza contemporanea d’autore giunta alla XV edizione realizzata da Sosta Palmizi, vedrà in scena il duo Wooshing Machine composto da Alessandro Bernardeschi e Mauro Paccagnella, in “Closing Party (arrivederci e grazie)”, opera dal carattere politico e deliziosamente ironico, che conclude la Trilogia della Memoria.

Parte conclusiva di un delizioso trittico che ritrae gli alti e bassi della mezza età, lo spettacolo riflette il completamento e la stanchezza come potenziali nuovi inizi, dove i ricordi intimi e la memoria collettiva si intrecciano per diventare un tutt’uno. Gli artisti generano la loro gestualità e i loro percorsi: da Marianne Faithfull al Bolero di Béjart, dagli Anni di Piombo italiani a Pier Paolo Pasolini, dalle piume alle parrucche. Senza dimenticare i tutù. Ma tutto questo sarebbe vano se non fosse per la delicata bellezza dei loro invecchiati corpi danzanti, che sono il fulcro della composizione coreografica. Un ballo per due, un valzer d’addio, ironico e bizzarro al tempo stesso, un ballo di chiusura serio e spensierato, la cui partitura scenica si basa su un inquietante doppio gioco.

“Closing Party (arrivederci e grazie)”, ideazione e regia Alessandro Bernardeschi in collaborazione con Mauro Paccagnella, interpreti   Alessandro Bernardeschi, Mauro Paccagnella con la partecipazione di   Ares D’Angelo, Disegno luci e direzione di scena Simon Stenmans, video Stéphane Broc, Musiche Eric Ronsse. Produzione Wooshing Machine, Coproduzione Charleroi danse and Les Brigittines con il sostegno di Wallonia-Brussels Federation e la French Speaking Community, Wallonia-Brussels-Theater-Dance WBTD and Wallonia-Brussels-International WBI. Ad Arezzo, Teatro Mecenate, il 12 febbraio.

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