08 maggio 2023

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dall’8 al 14 maggio

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dall'8 al 14 maggio, in scena nei teatri di tutta Italia

FIC, staubkinder, © Dieter Hartwig

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dall’8 al 14 maggio.

Teatro e danza

FIC – FOCOLAIO DI INFEZIONE CREATIVA A CATANIA
Il FIC Festival / Focolaio di Infezione Creativa, che giunge alla sua quarta edizione sotto la direzione artistica di Roberto Zappalà, animerà la città di Catania dal 7 al 14 maggio. «Il Festival vuole valorizzare la produzione di danza contemporanea – sottolinea il coreografo – insieme alle più recenti tendenze dei linguaggi del corpo per restituire creazioni che parlino una lingua vicina ai giovani. Un nuovo percorso per il FIC, che a Tersicore intreccia musica, teatro, cinema, arti visive».

Protagonisti sono i coreografi vincitori del bando per residenze artistiche ACASA 2022/2023, che debuttano con le loro nuove creazioni: Compagnia Bellanda, I Vespri di Giovanni Insaudo, Compagnia Ivona e Dario Rigaglia. E molti altri artisti tra i quali Virgilio Sieni, la compagnia di adozione berlinese toula limnaios, il Collettivo SicilyMade, Cornelia. Tra i progetti speciali la presentazione l’11 maggio del progetto “I linguaggi del corpo/Oltre le barriere per raccontare l’umanità”, i filmati “no-roll” e “next stop” e una performance di restituzione dei partecipanti ai workshop “i linguaggi del corpo”.

La giornata conclusiva prevede la prima assoluta dello spettacolo “body teaches” di Roberto Zappalà, con la Compagnia Zappalà Danza insieme ad un ensemble dell’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, evento che inaugura la collaborazione triennale di Scenario Pubblico con il teatro d’opera catanese.

FIC body teaches, ph. Alfredo Anceschi

LA CUPA DI MIMMO BORRELLI
Secondo un’antica leggenda, durante la notte di Sant’Antonio, agli animali è concesso di poter parlare agli uomini. Ma con un prezzo da pagare: chi li ascolta, sarà maledetto da sventura e dannazione. È così che Innocente Crescento è costretto a rievocare la terribile storia della sua famiglia, dando inizio a “La cupa”: una scrittura visionaria, declinata in quindicimila versi di una lingua napoletana potente e incantatrice; un poema allegorico in cui risuonano echi di Basile e Shakespeare, baluginano riferimenti al Teatro Nō e alla tragedia greca; una storia antica, ma in realtà attualissima, di faide, tradimenti, amputazioni, soprusi, violenze. “La cupa”, ossia l’ombroso sentiero tra le cave, ma anche il buio, perché affondata nelle tenebre, è la violenta faida che contrappone le due famiglie di scavatori di tufo protagoniste del «capolavoro assoluto» di Mimmo Borrelli, qui nella triplice veste di autore, regista e interprete.

«La trama – spiega Borrelli – è un fittizio e afflitto mondo altrove, in cui si scontrano i pianeti porosi di una saga dalle colpe sepolte tra anfratti, strati geologici, fatti aneddoti e incavi, il cui confine della memoria è smunto e levigato da anni, venti malsani ed epoche di misfatti e di peccati originali».

La cupa di Mimmo Borrelli

“La cupa. Fabbula di un omo che divinne un albero”, versi, canti, drammaturgia e regia Mimmo Borrelli, con Maurizio Azzurro, Dario Barbato, Mimmo Borrelli, Gaetano Colella, Veronica D’Elia, Rossella De Martino, Renato De Simone, Gennaro Di Colandrea, Paolo Fabozzo, Enzo Gaito, Geremia Longobardo, Stefano Miglio, Roberta Misticone; scene Luigi Ferrigno, costumi Enzo Pirozzi, disegno luci Cesare Accetta, musiche dal vivo Antonio Della Ragione. Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. A Milano, Piccolo Teatro Studio Melato, dal 10 al 14 maggio.

LE TRE SORELLE DEI MUTA IMAGO
I Muta Imago si confrontano per la prima volta con un classico della drammaturgia teatrale di Anton Cechov, una riscrittura firmata da Claudia SoraceRiccardo Fazi, con tre interpreti, tre voci di uno stesso corpo in evoluzione e involuzione su una immaginaria e fluttuante linea temporale: Federica Dordei, Monica Piseddu e Arianna Pozzoli. Tra le pareti di un edificio sospeso nello spazio-tempo, ultimo rifugio nel cuore di un buco nero, fermo in un eterno presente, bloccato tra un passato da ricordare con nostalgia e un futuro che si fa fatica a immaginare, tre donne lottano disperatamente per cercare un senso, per scavalcare l’orizzonte degli eventi e rientrare nel mondo, per rispondere a una semplice domanda, che non a caso apre il dramma di Cechov: “Perché́ ricordare?”

Come delle maghe o delle medium le sorelle mettono in campo strategie di sopravvivenza, vengono attraversate dalle voci e dai corpi dei protagonisti maschili, rivisitano momenti, luoghi e situazioni del racconto. Utilizzano la materia prima della ripetizione, della metamorfosi, dell’ambiguità e della frammentazione, per tornare all’infinito a dare vita a figure che appartengono ormai alla loro vita, al loro passato come al loro futuro, in un esercizio continuo di possessione e di esorcismo allo stesso tempo.

Tre sorelle, Muta imago, ph. Luigi Angelucci

“Tre sorelle”, di Anton Cechov, regia Claudia Sorace, drammaturgia / suono Riccardo Fazi, con Federica Dordei, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli, musiche originali eseguite dal vivo Lorenzo Tomio, disegno scene Paola Villani, direzione tecnica e luci Maria Elena Fusacchia, costumi Fiamma Benvignati. Produzione di Index Muta Imago / Teatro Di Roma – Teatro Nazionale. A Roma, Teatro India, dal 9 al 14 maggio.

PAESAGGI DEL CORPO
Realizzato dall’associazione culturale La Scatola dell’Arte, direzione artistica di Patrizia Cavola, la IV edizione di Paesaggi del Corpo – Festival Internazionale Danza Contemporanea a Velletri (RM) il 13 e 14 maggio, ha in programma spettacoli, performance site specific e incursioni urbane presentati da compagnie italiane, formazioni internazionali e giovani autori e autrici. La giornata inaugurale si apre con Dance System – La danza e le sue fonti, piattaforma di indagine con il contributo di accademici, giornalisti e operatori esperti nelle arti coreutiche dedicata alla danza contemporanea e alle arti performative in Italia e all’estero, organizzata da Theatron 2.0, in collaborazione con il Festival.

Gli spettacoli prevedono la Compagnia Abbondanza Bertoni con “C’è vita su Venere”: un solo che mette in evidenza la differenza e le diversità del corpo, tra anatomia e un senso più soggettivo del fisico femminile, nell’evolversi dell’età e del tempo; [RITMI SOTTERRANEI] Contemporary Dance Company, regia e coreografia di Alessia Gatta, con “Tu”: una riflessione sulla capacità umana di creare intrecci; e due performance, a cura di Fabrizio Favale & First Rose: “Winter Forest”, in cui viene creato un paesaggio immaginario dal carattere invernale, ottenuto con speciali effetti di luce riflessa su un fondale di seta, e “Winter Solo”, un assolo dall’aspetto irreale, come di un singolare miraggio o come l’addensarsi di nubi tempestose.

TU, Compagnia Ritmi Sotterranei, © Massimiliano Fusco

ROOTS OF LIVES
La call 2022 di Citofonare PimOff, il bando dedicato alla danza contemporanea, ha selezionato il progetto nascente di una compagnia di Dakar in Senegal, che, dopo una residenza artistica, restituiscono al pubblico il loro lavoro, l’11 maggio al PimOff di Milano. “Roots of lives” di Cie Babacar Mané, con Shelly Ohene-Nyako e Babacar Mané e il video di Sophie Le Meillour, nasce dalla curiosità dei due interpreti nei confronti dei loro rispettivi temi natali, che si sono rivelati essere complementari. In astrologia, il tema natale (o tema astrale, carta natale, carta della natività) è la rappresentazione grafica del posizionamento dei pianeti al momento della nascita di un individuo, calcolata in base all’ora e al luogo di nascita: si tratta quindi di una sorta di mappa, unica e irripetibile per ogni persona, che ne designa carattere, passioni e inclinazioni. Indagando le loro carte astrali, i due danzatori hanno scoperto di appartenere a pianeti opposti e compatibili, complementarità affine al concetto filosofico cinese dello Yin e lo Yang, dove la parte nera (Yin) simboleggia il femminile, l’oscurità, la calma e la ricettività; la parte bianca (Yang) identifica il maschile, il sole e il calore, l’impulso e l’azione.

ROOTS OF LIVES, Cie Babacar, ph. Khalifa Hussein

KURO TANINO IN TRIENNALE
Per la prima volta in Italia, Kuro Tanino, uno dei più celebrati registi teatrali giapponesi contemporanei, presenta “Fortress of Smile” insieme alla sua compagnia Niwa Gekidan Penino. Il regista-drammaturgo apre uno spaccato voyeuristico su due piccoli e malconci appartamenti adiacenti in un villaggio costiero. Stanze e scenografie iperrealiste diventano il set di due storie parallele e intrecciate.

Da una parte, alcuni vivaci pescatori si incontrano ogni giorno per bere e divertirsi; dall’altra, un’anziana signora – aiutata dal figlio e dalla nipote – fa i conti con la vecchiaia e la solitudine. Seguendo la routine immutabile di queste vite, gradualmente ci rendiamo conto che qualcosa sta cambiando. Uno spettacolo poetico e radicale sospeso tra umorismo e situazioni surreali. Spettacolo in giapponese con sovratitoli in italiano e inglese.

Kuro Tanino

Fortress of Smile”, diretto e scritto da Kuro Tanino con Susumu Ogata, Kazuya Inoue, Koichiro F.O. Pereira, Masato Nomura, Hatsune Sakai, Natsue Hyakumoto, Masayuki Mantani; scenografia Takuya Kamiike disegno luci Masayuki Abe, Risa Noguchi, sound designer Koji Shiina. A Milano, Triennale, il 10 e 11 maggio.

NICE FESTIVAL DI SETTIMO TORINESE
Seconda edizione del festival organizzato dal centro di produzione per il circo contemporaneo blucinQue/Nice, in programma dall’8 al 14 maggio, fra spettacoli all’aperto e sotto lo chapiteau di Circo El Grito presso il parco Alcide De Gasperi. Tre prime nazionali e otto compagnie in programma: Fondazione Cirko Vertigo con i suoi artisti internazionali, Accademia Cirko Vertigo con gli allievi dell’Università, Nicola Bertazzoni, Compagnia Samovar con la Roulotteatro, Circo El Grito con il suo chapiteau, Collettivo 6tu, Simone Romanò e Humberto Kalambres.

Otto spettacoli differenti per un totale di 35 repliche, cui si aggiunge una nona produzione dedicata agli allievi delle scuole del territorio con repliche ogni mattina, per l’intera settimana di festival. La kermesse si aprirà l’8, con Vertigo Galà, una presentazione in prima nazionale, con i numeri dei migliori artisti della Fondazione Cirko Vertigo.

Nice Festival Settimo, Armilla Accademia Cirko Vertigo Courtesy Sargomma SB

COME NEI GIORNI MIGLIORI
«Che cosa significa amare? Di cosa si compone un amore? Davanti a un mistero a cui le parole non possono che soccombere o correre il rischio di riempirsi di retorica – dichiara il giovane drammaturgo Diego Pleuteri – “Come nei giorni migliori” parte per una ricerca. Nelle piccole cose, nei gesti, nei momenti, nella quotidianità, nel segreto, nell’inesprimibile, in tutto quello che costruisce la vita di una coppia, dall’inizio alla fine. Gli scontri, gli avvicinamenti, senza porsi nessun obiettivo, nessuna risposta, se non quella dell’indagine, se non quella di poter sondare, cercando di avvicinarsi, anche solo per un secondo, a quel mistero. Per farlo nascere, non per raccontarlo. Nelle sue gioie e nei suoi dolori.

Cos’è l’amore? è una domanda che deve rimanere senza risposta perché ogni risposta è mancante, perché potremmo correre il rischio di credere di trovarci di fronte a un vuoto, piuttosto che a un’immensità. Bisogna rimanere sul filo, sulla soglia, sul bordo della vita». Questa nuova produzione del Teatro Stabile di Torino vede in scena gli attori Alessandro Bandini e Alfonso De Vreese diretti da Leonardo Lidi.

Come nei giorni migliori

“Come nei giorni migliori” di Diego Pleuteri, regia Leonardo Lidi, con Alessandro Bandini, Alfonso De Vreese, scene e luci Nicolas Bovey, costumi Aurora Damanti, suono Claudio Tortorici. Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. A Torino, Teatro Gobetti, fino al 14 maggio.

LA DANZA DI IMPRONTE. LA PRIMAVERA DELLA SOSTENIBILITÀ
Con un focus sulla danza di 4 appuntamenti fino al 26 maggio, il 12 prende l’avvio IMPRONTE. La primavera della sostenibilità una rassegna che inaugura una nuova progettualità allo Spazio Rossellini di Roma, polo culturale multidisciplinare della Regione Lazio gestito da ATCL.

Primo appuntamento con “Dov’è più profondo”, progetto, coreografia, scrittura vocale e performance di Irene Russolillo con creazione sonora e performance di Edoardo Sansonne|Kawabate. Lo spettacolo fatto di corporeità, suono e immagini, è l’esito di un processo creativo in cui praticanti di forme canore e di oralità tradizionali dei territori ospitanti, sono stati invitati a condividere il proprio patrimonio musicale e culturale. Le loro voci sono state registrate, andando così ad implementare il repertorio di cori e di cantori spontanei ritrovabile in rari archivi e collezioni della Puglia, del Piemonte e della Valle d’Aosta. La creazione coreografica convoca allora a sé la potenza del canto, come luogo di una possibile condivisione sensibile tra esseri umani.

Seguirà, il 19, “Without Color”, regia e coreografia Francesca La Cava; “Greta on the beach” di Francesca Foscarini e Cosimo Lopalco, il 21; “RE_PLAY”, coreografia e interpretazione di Giselda Ranieri con la collaborazione artistica di Alessandra Sini e la produzione di ALDES.

IMPRONTE, Greta on the beach. Ph Giampaolo Becherini

L’ORESTE DI CLAUDIO CASADIO
L’Oreste è internato nel manicomio dell’Osservanza a Imola. È stato abbandonato quando era bambino, e da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, è finito lì dentro perché, semplicemente, in Italia, un tempo andava così. Il testo di Francesco Niccolini è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna.

Uno spettacolo di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici. Con un’animazione grafica di straordinaria potenza, visiva e drammaturgica, Claudio Casadio dà vita e voce a un personaggio indimenticabile, affrontando con sensibilità attoriale il tema importante e delicato della malattia mentale.

L’Oreste, ph. Tommaso Le Pera

L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi”, di Francesco Niccolini, illustrazioni Andrea Bruno, regia Giuseppe Marini, con Claudio Casadio, scenografie e animazioni Imaginarium Creative Studio, costumi Helga Williams, musiche originali Paolo Coletta, light design Michele Lavanga. Produzione Società per Attori e Accademia Perduta/Romagna Teatri. A Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 9 al 14 maggio.

CONGIUNZIONI DI VOCI FEMMINILI
Prosegue al TeatroBasilica di Roma la rassegna “CONGIUNZIONI, primo movimento – Piccolo progetto di ricognizione delle arti sceniche contemporanee”, a cura di Fabio Biondi. Congiunzioni, semplici e complesse, per raccontare alcune porzioni di universi artistici che si connettono fra di loro per eterogenei processi di composizione drammaturgica e presenza delle interpreti.

Dopo Mariangela Gualtieri ecco Ermanna Montanari del Teatro delle Albe (dal 12 al 14 maggio) con “5 fotogrammi per Bernardo Bertolucci”, una dedica, un ricordo in forma di miniatura, intessuto a partire dall’autobiografia artistica del regista “Il mistero del cinema” (La nave di Teseo) e intarsiato con immagini e frame dei suoi film. Un percorso in cinque frammenti che richiama il ritmo impresso da Bertolucci al suo racconto, con un procedere per salti temporali e immaginativi.

In chiusura, dal 19 al 21, la voce di Chiara Guidi e il violoncello di Francesco Guerri in “Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia – Inferno”.

Ermanna Montanari @ Lidia Bagnara

MOISAI – VOCI CONTEMPORANEE IN DOMUS AUREA
Partendo dal ciclo statuario delle Muse, realizzato per l’imperatore e conservato, in frammenti, all’interno della Domus Aurea di Roma, una visita guidata culmina nell’esperienza dell’arte performativa negli ambienti della Sala Ottagona. L’evento, promosso e organizzato dal Parco archeologico del Colosseo con la direzione artistica a cura di PAV, è articolato in nove incontri (fino al 21 maggio), ognuno dedicato ad una delle nove Muse del mito. In ognuna delle serate, un nuovo artista libererà il canto di una Musa diversa, facendosi suo portavoce contemporaneo in un gesto antichissimo, sciolto e compiuto, straordinaria macchina scenica creata dagli architetti Severo e Celere per volere del progetto visionario di Nerone.

In scena il 12 maggio, lo spettacolo “Monumentum The Second Sleep – Prima parte – il solo”, ideazione, coreografia, scenografia, elaborazione sonora dal vivo di Cristina Kristal Rizzo, danzato da Megumi Eda. Il 13 “Miss Lala Al Circo Fernando / live music”, con Marigia Maggipinto, ideazione e regia Chiara Frigo. Isabella Ferrari sarà la protagonista il 14 maggio de “Le eroine”, tratto da Heroides di Ovidio, pianoforte Roberto Prosseda. Elena Bucci e Luigi Ceccarelli il 19 con “Se resistere dipende dal cuore – ascoltando Amelia Rosselli. Il 20 Fabrizio Bentivoglio in “Lettura Clandestina”, contrabbasso Ferruccio Spinetti; il 21 “Every Brilliant Thing (Le cose per cui vale la pena vivere)”, regia Fabrizio Arcuri, co-regia e interpretazione di Filippo Nigro.

Domus Aurea, Marigia Maggipinto

IMMAGINA. TEATRO DI FIGURA
Marionette, burattini, ombre e ogni tipo di creatura magica creata dalla fantasia e dal talento di artisti da tutta Europa e dagli Stati Uniti sono i protagonisti di Immagina, Festival Internazionale del Teatro di Figura di Roma (dal 9 al 14 maggio al Teatro Biblioteca Quarticciolo, Teatro Villa Pamphilj e Teatro del Lido di Ostia, Museo delle Civiltà, Eur SpA).

Il festival esplora un’arte antica ma moderna, sorprendentemente contemporanea, popolare, libera, partecipata, capace di parlare a tutti e di mischiare, confondere e ribaltare l’alto e il basso. Racconta la bellezza di un universo fatto di burattini, marionette, pupi, ombre, muppets, bunraku, kukla, tìtere, puppets, fantocci, marottes, kukull, damya, putula, shadow, fantoche, nukke, papeti…, un cosmo di materia e mestieri, di arte e artiste e artisti incredibili. In calendario undici spettacoli per un totale di 27 repliche, mostre, laboratori, incontri. In scena alcune tra le più significative compagnie di Teatro di Figura dalla Gran Bretagna, Portogallo, Stati Uniti, Olanda e Italia per quattro giorni all’insegna dell’immaginazione e della creatività, per grandi e piccini.

Dall’Italia ArteVOX Teatro con Briciole di felicità; Principio Attivo Teatro in Casa mobile a pedali. Piccolo viaggio poetico dove accadono cose; la Compagnia Walter Broggini | Teatro Invito in Lear e il suo matto. Dramma per attore e burattini da Shakespeare, di e con Luca Radaelli e Walter Broggini; Giorgio Gabrielli in Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette e Bruno Leone in Pulcinella racconta.

IMMAGINA, Lear e il suo matto. Ph Mau And

Il MONJOUR DI SILVIA GRIBAUDI
Lo spettacolo è un dispositivo performativo che mette al centro una riflessione sul potere e sul gioco di manipolazione tra performer e spettatore. È un “cartoon contemporaneo” fatto di corpi in carne ed ossa guidati dall’ironia della coreografa Silvia Gribaudi con la complicità visiva di Matteo Maffesanti, dai disegni di Francesca Ghermandi, dalle luci teatrali di Leonardo Benetollo e dai funambolici performer: Riccardo Guratti, Timothée-AïnaMeiffren, Salvatore Cappello, Nicola Simone Cisternino e Fabio Magnani. Qual è l’interdipendenza tra pubblico e performer? Qual è la responsabilità reciproca tra spettatore ed artista? In “Monjour” (al teatro Mario Del Monaco di Treviso, l’11 maggio) una regista/performer è in dialogo dalla platea con i performer destrutturando e ricostruendo le immagini che il pubblico vede durante la performance e creando un virtuosismo fisico comico e coreografico.

Monjour di Silvia Gribaudi, ph. Andrea Macchia

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