Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Una serata blu. Come il mare, come il cielo, come i sentimenti. Use feelings to get rid of feelings. È il titolo di questa performance. Ma cosa sono i sentimenti? Una maestosa Ilaria Bonacossa che ci parla del diavolo, che sussurra dentro a un grande tubo, che prende, splendida, la scena. Blu è il grillo parlante, almeno me lo immagino così, che invece di parlare da sé muove come un ventriloquo un pupo, blu anche lui, che commenta soprattutto, con piccoli versi, dietro a un microfono anni ’50. Anche il grillo lo conosciamo, anzi la conosciamo, è la curatrice ma non si vede. In fondo c’è una splendida ragazza, Ginevra D’oria, che si trasforma in una sirena, portandosi un triangolo di mare tra le gambe. Sta su un tappeto da preghiera blu che però dice atheist. È un lavoro di A Constructed World anche questo. Come la performance sognante, aperta, scandita dal ritmo di un cuoco che spezzetta verdure, buonissime quando le assaggeremo. Condivisione, fiducia, sentimenti, fare e non fare, di questo si parla, si grida, si canta.
A Constructed World, in collaborazione con Case Chiuse by Paola Clerico, Marselleria, Milano
Nel frattempo arriva il diavolo, blu anche lui e impellicciato e tenta una bella Eva dai capelli lunghi lunghi e i grandi occhi blu. Lei si nasconde dietro un libro, lui ci mostra la coda.
Il mondo ha preso la strada sbagliata ci avvertono, bisogna capire cosa fare. Arriva un bosco e parla, un albero forse, splendida testa di foglie verdissime e spinose, il corpo un tronco di velluto. C’è una bellissima donna asiatica che con la sua voce dolce ci incanta, c’è un’atmosfera, di dolcezza e di attenzione che da tempo si è persa. È un gioco di rimandi davanti ai nostri occhi, ognuno aggiunge un pezzo. La conversazione è surreale, siamo in un sogno, fatto di donne del mondo dell’arte, di artisti, di cartelli che si alzano con persone attaccate che esprimono un YAYA un NONONO e alla fine la FINE.
Poi un brindisi e barchette di ottime verdure e cous cous e poi musica, anche questa fatta di insider dell’arte che suonano, insider dell’arte che cantano. E con loro noi cantiamo, Passengers, and they ride and they ride and they ride… Keep riding A Constructed World.
Marcella Vanzo