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The Young Mothers, Morose, 2018; da: Oppdal/Austin.
Per un album che riesca a fondere in un ribollente calderone jazz moderno, sperimentazione free, funky futurista, hip hop d’assalto, furore elettronico grind-industrial e altri sei o sette stili musicali differenti non è che la prima cosa che venga in mente sia una band capitanata da un bassista norvegese. E invece tra le sue inesauribili attività Ingebrigt Håker Flaten pare abbia messo questa in cima alle sue priorità. Piaccia o no, uno degli ascolti indispensabili del 2018.