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Dalla terra alle stelle: Gaggenau e Fulvio Morella in un connubio tra sogno e materia, a Verona
Mostre
«Non esiste una strada facile dalla terra alle stelle», cita l’opera Montagna di Stelle, nel terzo ambiente del percorso espositivo. Eppure, nell’universo poetico di Fulvio Morella, il salto dal mondo terreno a quello etereo, surreale, mitico e sognante è sorprendentemente breve. Basta perdersi nei suoi cieli, lasciarsi avvolgere dal loro silenzio e il viaggio è già compiuto. E quando il sogno prende forma, tra texture e superfici, diventa palpabile l’emozione di assistere all’incontro tra arte e design. È sempre emozionante testimoniare quando arte e manifattura si fondono, mossi da un comune amore per la bellezza e l’eccellenza. Proprio da questa idea ha origine FORMAE, il progetto che Gaggenau porta avanti da otto anni in collaborazione con Cramum, per coniugare la propria tradizione industriale e il design d’alta gamma con l’arte contemporanea. Un percorso che racconta i valori di uno dei marchi di elettrodomestici di lusso più importanti al mondo non solo attraverso la funzionalità, ma anche attraverso l’estetica, la cultura e la ricerca sensoriale.

È in questo contesto che, nelle giornate del 10 e 11 ottobre, l’elegantissimo Palazzo Castellani di Sermeti, a due passi da Castelvecchio, nel cuore di Verona, ha accolto la nuova tappa di FORMAE. All’interno del sontuoso palazzo le opere di Fulvio Morella accompagnano i visitatori in un mondo sospeso tra mito e poesia, a lui da sempre caro. Morella sembra conoscere con chiarezza la chiave del sogno, della leggerezza, della felicità, della pace interiore: guardarsi dentro, conoscersi davvero. Un percorso lungo, a volte enigmatico, ma che, una volta trovato il varco, si apre limpido e luminoso. Come Penelope che riconosce Ulisse al solo tatto al suo rientro in patria, così anche i cieli stellati di Morella si rivelano solo a chi sa “leggerli” con le dita. Sì, perché nei suoi cieli le stelle diventano costellazioni in alfabeto Braille, che custodiscono citazioni e pensieri di scrittori e filosofi, antichi e contemporanei, che hanno segnato la storia della letteratura. Invitano il visitatore a un viaggio poetico ed emotivo verso sé stesso, richiamando l’universo, i legami umani e l’introspezione.

Una moderna Penelope e il suo Ulisse accolgono il pubblico all’ingresso della scalinata monumentale del palazzo cinquecentesco, preludio al viaggio verso il piano nobile, dove il curatore Sabino Maria Frassà, con Gaggenau, ha voluto evocare le origini storiche del marchio, fondato nel 1683 ai piedi della Foresta Nera, in Germania. Da secoli infatti, Gaggenau incarna un percorso di evoluzione costante, dalla lavorazione dell’acciaio alla creazione di elettrodomestici di design, guidato da un ideale di bellezza funzionale, purezza formale e perfezione estetica. La sala principale accoglie un allestimento scenografico in cui alberi geometrici rimandano alla Foresta Nera, mentre un sound design immersivo ricrea i suoni della natura. Al centro della scena, in fondo alla sala, il forno Expressive di Gaggenau dialoga con le opere di Morella, in un connubio perfetto tra tecnologia e arte. Le opere della serie Sipari si intrecciano con l’inedita Pupilla Occhio, custodita all’interno del forno stesso. «Guardare oltre significa guardare dentro», svela Pupilla all’interno del suo alfabeto stellato, invitando il visitatore a una riflessione profonda sull’arte come specchio di noi stessi, capace di mostrarci chi siamo, nella nostra essenza più autentica. Il percorso prosegue nelle sale adiacenti, dove Morella sperimenta per questa collaborazione una nuova tessitura del suo cielo stellato con il metallo, omaggio all’artigianalità e alla precisione che da sempre contraddistinguono Gaggenau. In questo dialogo sognante, Morella e Gaggenau viaggiano in parallelo, uniti dagli stessi valori: la ricerca dell’eccellenza, la cura per il dettaglio, il rispetto per la materia, la tensione verso un’idea di bellezza essenziale, colta e senza tempo.















