29 ottobre 2021

444 Linee di Anonima Luci, l’installazione immersiva al BDC di Parma

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L’oratorio sconsacrato BDC Bonanni Del Rio Catalog, a Parma, ospita una installazione immersiva e spaesante dello studio di light design Anonima Luci

Dopo mesi di chiusura, la luce è tornata a essere protagonista nell’oratorio sconsacrato BDC Bonanni Del Rio Catalog, il project space di Lucia Bonanni e Mauro Del Rio dedicato all’arte contemporanea, in Borgo delle Colonne 28, a Parma. Durante il periodo estivo, la facciata di BDC è stata illuminata grazie al progetto di Anonima Luci LightPlease!. Ma la riapertura è stata graduale e ha seguito le direttive imposte dallo scenario post-pandemico e, alla fine dello scorso settembre, ha inaugurato un’installazione immersiva, ancora di Anonima Luci, questa volta all’interno di BDC. 444 Linee è l’opera dello studio di lighting design e light art fondato nel 2018 a Milano da Alberto Saggia e Stefania Kalogeropoulos.

L’interesse della ricerca del duo è volto principalmente al lighting design: dall’illuminazione tecnica alle installazioni artistiche. I circuiti presenti nelle opere sono creati sul momento, ideati in relazione allo spazio e tenendo conto del contesto. Il laser viene utilizzato come strumento grafico, avvalendosi della modulazione controllata che le sue caratteristiche fisiche consentono.

 

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444 sono i laser che descrivono lo spazio, creando scenari effimeri, raccontando storie e riflessioni legate alla contemporaneità. Un’immersione totale in un mondo virtuale che si fonde con lo spazio reale della chiesa, in un costante dialogo con l’architetturaL’ingresso all’interno di BDC porta a un iniziale spaesamento e si è totalmente catturati dalla nuova dimensione architettonica data dalle geometrie delle luci. Gli occhi si abituano al buio e si inizia a percorrere un tracciato che è differente rispetto a quanto l’architettura impone. La visione si fa bicolore e sfumata e il rosso e il nero diventano predominanti intorno al visitatore. È come se l’interno fosse ridisegnato da opere di Optical Art in cui l’illusione bidimensionale è data da linee che, intrecciandosi, danno vita a griglie modulari. Sono gli spettatori che, entrando nello spazio, creano un percorso nuovo, interferendo con la luce e disegnando nuovi raggi, nuove linee, nuovi tracciati.

444 Linee è un’installazione luminosa immersiva che ridisegna gli spazi della chiesa e altera la percezione dei pieni e dei vuoti dell’interno. È costituita da due componenti: una site-specific e una seconda composta da cinque opere indipendenti. La parte site-specific è nata studiando l’architettura della chiesa e ne segue le forme: il pavimento, l’abside e la volta, creando una gabbia luminosa e definendo nuove linee, rendendo i contorni più astratti, più effimeri e quindi valicabili.

Le cinque opere indipendenti inducono a una riflessione sull’identità del singolo individuo e dell’essere umano come facente parte di una comunità. Una riflessione sulla contemporaneità, sul tempo e sul tema dell’incontro, nuovamente possibile dopo l’interruzione obbligata dei mesi scorsi. L’opera Carillon è caratterizzata da un moto ipnotico dotato di una propria accelerazione apparente. Il nome è dato dal suono armonioso che lo ricorda e che vuole rassicurare lo spettatore.

Incontro è costituito da due laser che rappresentano due singoli individui, due sconosciuti, dotati di un proprio essere, un proprio ritmo, che delinea la curva e l’impulso della linea. L’opera Effimeroeffetto è immersiva ed è stata realizzata nel 2018. Consiste in una serie di circuiti con 200 laser montati su rete sospesa, che creano una selva di fili rossi. L’alterazione percettiva è molto forte, il fruitore in modo automatico tenta di schivare i fili, anche se questi, data la loro natura aleatoria, possono essere attraversati e interrotti nel loro percorso dall’interporsi di un corpo estraneo. Non c’è Tempo! è una considerazione sul tempo, 32 laser rossi posizionati in punti specifici costituiscono i vertici di una figura geometrica composta, una sequenza ciclica di eventi con il proprio equilibrio. Questa struttura è alla base di un sistema che varia attraverso le combinazioni di suono e luce, generando nel fruitore dell’opera sensazioni altalenanti. Cubo rappresenta lo scheletro di un sistema più complesso, metaforicamente inteso come la società. Ciò che però costituisce la società, il vero e proprio cuore pulsante, sono gli individui.

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