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Alessandro Sciaraffa, sull’onda sonora dell’energia: il progetto a Bologna
Arte contemporanea
Anche quest’anno, l’accogliente Bologna ha dato via a una Art Week ricca di progetti diffusi, nuove idee e iniziative che hanno animato le giornate dal 7 al 9 febbraio, prima e dopo Arte Fiera 2025. Tra gli spazi visitati, merita un accento il progetto Harmonic Room di Alessandro Sciaraffa (Torino, 1976), ospitato nella ex Chiesa di San Mattia in zona Sant’Isaia, a due passi da Piazza Grande. Curata da Patrizia Cirino e Denise Tamborrino, la mostra dialoga con La Strage degli Innocenti di Per Barclay nell’ex Chiesa di San Barbaziano, due progetti che valorizzano le architetture storiche trasformarle in spazi di cultura e riflessione sui linguaggi contemporanei.
«Una cassa di risonanza di frequenze inudibili, che interagiscono con i visitatori evocando la vastità cosmica e il linguaggio impalpabile della natura, in una serie di suggestioni psico-acustiche». Delicati e maestosi, i lavori di Sciaraffa fanno della ex chiesa la propria cassa di risonanza, che amplifica il racconto poetico proiettandolo in luce e sinfonie grazie alla tecnologia sperimentale.

Risonanza, suono “epidermico”, fenomeni naturali inudibili e tecnologia sperimentale: queste le intersezioni simbiotiche su cui lavora Sciaraffa da circa 20 anni, in una pratica muove dallo studio delle onde sonore e la loro rappresentazione visibile in manufatti archetipici.
Il cuore dell’esposizione, composta di tre elementi, è posto nell’abside: su un grande Gong, simbolo di un legame al mistico e al primitivo, è innestato un sistema di sensori che permettono al Totem di emettere suono solo avvicinandosi, senza essere toccato. Una proiezione video sulla superficie circolare specchiante riflette una aurora boreale la parete del portale. Il video nasce dalla trascrizione in immagine dei suoni dell’Aurora boreale e la “sinfonia” è composta dallo spettrogramma di registrazioni fatte sul campo del fenomeno luminoso.


È Sciaraffa a spiegarci il perché di questa suggestione: «L’Aurora Boreale è il fenomeno terrestre luminoso più eclatante, la manifestazione del grande scudo terrestre, un’energie torroidale senza la quale non ci sarebbe vita sulla terra. Il fenomeno la ionizzazione prodotta dai raggi solari, molto forte nelle regioni dei poli, è in grado di eccitare le particelle della ionosfera che diventano fluorescenti, emettendo luce. Per un progetto di residenza all’Hermitage Museum, sono partito da Murmansk, nel Circolo polare Artico, per andare a caccia di aurore, verso la Tundra e nel freddo più estremo. Lì ho registrato, con un ricevitore radio appositamente costruito per captare le VLF, Very Low Frequency, le vibrazione bassissime di 3 Hertz, inudibile dall’orecchio umano, emessi dell’Aurora. Ho lavorato sullo spettrogramma delle forme d’onda del suono trasformandola in luce visibile, che ora diventa installazione».
La forma circolare del Gong è stata scelta per il suo richiamo totemico a un’epoca antica, simbolo archetipico di dinamicità, di pianeti e di stelle visti da occhio umano. «Lavoro sulle qualità plastiche del suono da tutta la vita” torna a raccontarci Alessandro. “In fondo, che cosa è la musica, se non un silenzio interrotto che oscilla, all’interno di una melodia, che è la vita? Ho trattato il sonoro come una materia quadridimensionale, e cerco un ascolto epidermico, evocativo e molto personale. Evanescenza e impalpabilità, ovvero le qualità intrinseche delle onde sonore, posso divenire sculture? Vorrei proporre un avvicinamento didattico ed educativo all’ascolto nel senso più ampio del termine, un ascolto fisiologico, non solo concettuale, non solo meditativo. Un ascolto sul nostro presente, in fondo».

L’elemento dell’interazione tra l’opera e il nostro corpo tramite la tecnologia è essenziale nella ricerca dell’artista, un corpo che è esso stesso assemblaggio di vibrazioni che si formano grazie alle risonanze interne. Così il totem diventa un cuore che pulsa, attorno al quale si genera il grande fenomeno della risonanza e della trasmissione energetica tra corpi che vibrano su frequenze eteree, molto basse eppure così presenti.
La trilogia di opere si completa con Suonare il mare, lavoro prodotto a Sassoulo ed esposto precedentemente al Chiostro del Bramante a Roma. Su tre lastre di ceramica, alcuni sensori sono in grado di interagire con la nostra ombra, che vicina alla giusta distanza produce il suono di un’onda del mare. Nella cappella opposta, in una contemplazione parallela che invita a innalzare lo sguardo verso l’alto, troviamo una struttura metallica che sorregge le campane tubolari costruite per la Tosca di Puccini. Questo strumento, che fa parte dell’ultima scala tonale dell’ottava più grave, è stato ricostruito filologicamente da Sciaraffa a partire dall’originale struttura ottocentesca in legno.
Suoni inudibili, amplificati e resi fisici, in un gioco di equilibri tra le profondità della natura e le relazioni sensibili di chi vi interagisce. Harmonic Room raccoglie in uno spazio di risonanza emotiva una trilogia di frequenze potenti che trovano unità nella proiezione di un’aurora metafisica negli interni dell’architettura. Un’indagine artistica che nasce da un profondo interesse per la vita presente, la poesia del suono più evanescente, inafferrabile con i soli sensi umani.