07 novembre 2021

Alla Traffic Gallery, dialogo di Muliere & Zanet sulla pittura

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Un dialogo sul segno, gesto, astrazione e narrazione: intervista a Elisa Muliere e Giulio Zanet, a margine della doppia personale alla Traffic Gallery di Bergamo

La Traffic Gallery di Bergamo, diretta da Roberto Ratti, propone una rigorosa doppia personale con una selezione di lavori di due attori della pittura italiana contemporanea di qualità: tra affinità e differenze, si tratta dei piemontesi Elisa Muliere (Tortona, 1981) e Giulio Zanet (Torino, 1984), riuniti per questo progetto dal titolo “Someplace” che arriva da / e va nella direzione dello scambio.

Già impegnati infatti da qualche tempo in occasioni in comune – nel 2019 nella collettiva milanese “TUTTIFRUTTI”, nel 2020 in residenza insieme a Spilamberto (Modena) e coinvolti nel Virtual Art Project della CRAC Gallery di Terni – tornano a confrontarsi. In questi giorni anche a Torino a The Others 2021 ancora con il collettivo Supergiovane. Stanno ricevendo dunque delle gratificazioni creative dalla loro attività collaborativa.

«Lavorare insieme ad altri artisti penso sia sempre estremamente proficuo» – dichiara Zanet – «sicuramente ci sono delle affinità cromatiche e credo anche processuali con Elisa, anche se i nostri lavori sono molto diversi». Continua Muliere: «Credo che le nostre consonanze risuonino principalmente all’interno del processo creativo, nella predisposizione ad accogliere l’accadimento, nell’avanzare senza schemi prestabiliti, per una pratica che nel quotidiano è testimonianza di esistenza, di vita. In un confronto costante con la possibilità. “Someplace”, a mio parare, esalta le nostre differenze sul piano estetico; gli ambienti, così come le opere esposte, sono in dialogo mantenendo però due identità decise, libere e distinte, riuscendo a portare lo spettatore verso dimensioni e luoghi altri, con ritmi, temperature emozionali, visioni proprie».

Questa in corso a Bergamo, una mostra articolata in modo da soffermarsi sul loro atteggiamento nel fare artistico, sulle forme e funzioni dei materiali adoperati, sull’effetto, le inclinazioni ed evoluzioni, scultoree e installative, della loro rispettiva cifra pittorica. Con la doppia curatela di Adiacenze di Bologna e Superstudiolo di Bergamo, si disloca in due ambienti speculari e una terza sala, d’incontro tra i due, seguendo i personali procedimenti per analogie e differenze. Due percorsi paralleli in equilibrio e riflessione, che portano poi verso un’interessante punto di sosta condiviso.

Dalle sinuosità fitomorfe rigogliose e scelte tonali di Muliere all’esuberanza coloristica e di forme più urban di Zanet, “non vi è narrazione se non quella raccontata dalla pittura stessa. “Someplace” rappresenta un altrove che affascina e spaventa, uno stato mentale che predispone ad accogliere la pittura”.

Finemente allestite, negli spazi-vetrina della Traffic, opere a olio su tela di Muliere, e a tecnica mista su carta di Zanet. Per lo più i loro medio formati in questa occasione. Ma anche sculture in ceramica e in tessuto per lei, e in bronzo con interventi pittorici, dei suoi, per lui. E una serie di più piccole pitture su carta di entrambi nell’ultima sala comune. Dove, come scrive Daniela Tozzi nel testo critico, avviene il connubio tra le modalità artistiche. E così lo sguardo scivola dagli scenari intricati ai pattern vivaci dell’una e dell’altro, tra pennellate posate a olio, e smalti, acrilici, pastelli e spray che si aggrovigliano, diventando il contorno dei pensieri, per sciogliersi poi in scultura.

Abbiamo chiesto loro se abbiano pensato o già realizzato un lavoro pittorico a quattro mani. «Sì, l’anno scorso – risponde Zanet – con la possibilità di lavorare insieme durante una residenza in Emilia Romagna a cura di Adiacenze. Abbiamo realizzato un dipinto di grandi dimensioni a quattro mani. É stata un’esperienza intensa e strana; dopo qualche primo esperimento abbiamo deciso di lavorare indipendentemente sulla stessa tela, alternandoci, e devo dirmi molto soddisfatto del risultato». «Alternando i rispettivi interventi – aggiunge Muliere – «siamo andati ad abbattere quelle riserve proprie dell’agire l’uno sul lavoro dell’altro. Dallo scambio ha preso forma un grande giardino colorato, un ricamo di forze».

Nella vostra singola e intima ricerca da dove arrivate? Dove state andando? «La pratica della pittura è fantastica, faticosa, frustrante, divertente, assorbente. Negli anni ho imparato sempre più a lasciarmi guidare dal fare, a pensare facendo», risponde Zanet. A svuotare il più possibile la mente per accogliere il divenire. Arrivo da qui, da una pratica quotidiana della pittura, dal sorprendermi di quello che accade sulle diverse superfici. Amo sperimentare supporti diversi proprio per questo. I materiali hanno un loro fascino intrinseco che però deve sempre tradursi in immagine. Dove sto andando non lo so, non l’ho mai saputo, credo in profondità ma restando sulla superficie».

«Vengo dal segno», continua Muliere. «Dalla pittura come espressione del sé, una necessità che nel tempo si è trasformata in urgenza di dialogo con l’altro, indagine sulla natura umana. Dal punto di vista tecnico oggi mi sono aperta ad altre forme di ricerca, come si può vedere in mostra. Tutte componenti di un lavoro che tende ad una fluida organicità, nel tentativo di comunicare da diverse prospettive, creare visioni esposte a interpretazioni plurilateriali, scenari attivi. Procedo in questo senso, per immersione ed emersione, andando ad appuntare e depositare tracce e intuizioni, nell’impermanenza».

La mostra “Someplace” è parte del programma di ArtDate 2021 – Festival di Arte Contemporanea organizzato da The Blank Contemporary Art, che quest’anno si svolgerà dall’11 al 14 Novembre 2021. I due artisti esporranno inoltre durante i giorni del Festival in una mostra collettiva curata da Laura Baffi all’interno dell’Ex Ateneo in Città Alta.

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