04 gennaio 2022

Anselm Kiefer irrompe al Grand Palais

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“I versi sono come boe nel mare". Anselm Kiefer omaggia Paul Celan con una grande mostra senza percorsi cronologici né cornici, al Grand Palais di Parigi

Grand Palais Éphémère, "Pour Paul Celan" di Anselm Kiefer - dettaglio di Avion, 2021

Il Grand Palais Éphémère accoglie “Pour Paul Celan” di Anselm Kiefer: un insieme sensazionale di sculture, installazioni monumentali e 19 tele di grande formato fino all’11 gennaio. Senza cronologia, né scenografia, cornici o didascalie, diecimila metri quadrati accolgono il pubblico per un percorso immersivo tra pittura, scultura e poesia.

Grand Palais Éphémère, “Pour Paul Celan” di Anselm Kiefer – vista della mostra

A quindici anni da Sternenfall creato per Monumenta, l’evento d’Arte Contemporanea del Grand Palais, Anselm Kiefer è il primo artista invitato a esporre nel nuovo spazio parigino. “Pour Paul Celan” festeggia inoltre il centenario del grande poeta rumeno di lingua tedesca, Paul Celan (1920-1970), dopo il mancato appuntamento causato dal Covid-19. L’artista tedesco guarda alla storia, dalle tradizioni antiche a oggi, con un’attenzione particolare al Terzo Reich alle sue ripercussioni, come una sorta di nume tutelare della memoria europea; e questo corpus di opere non fa eccezione. Create con materiali quali carbone, piombo, metalli arrugginiti, filo spinato, cemento, spighe di grano e papaveri, dalle tele scultoree fuoriescono asperità che, come ferite, modificano la traiettoria segnata dalle linee prospettiche di paesaggi spogli.

Grand Palais Éphémère, “Pour Paul Celan” di Anselm Kiefer – particolare di Atelier

Le poesie scritte in corsivo col gessetto bianco e sparpagliate sulle tele terse di nero, grigio, ocra e bianco si aprono come una pagina della storia, un invito alla lettura dei versi in tedesco da Auf der Klippe a Das Einzige Licht. Il gesto pittorico di Kiefer, profondo e gravido, sublima le parole di Celan, per restituire un’opera totalizzante e unica: un pugno contro il crescendo degli estremismi in Europa e nel mondo. C’è per esempio Todesfuge del 1948, una poesia sui campi di sterminio, dove Celan perse i genitori, sulla Shoah dunque una catastrofe che attanaglia il poeta come il pittore. Curata da Chris Dercon, presidente della Réunion des musées nationaux e del Grand Palais, la mostra presenta anche una sorta di laboratorio imponente in cui sono stipati oggetti tra valigie, biciclette, vetri rotti, e collezioni di piante essiccate, oltre a una scultura monumentale, che vede un aereo di piombo, che non può ovviamente decollare, sulle cui ali è trascritto il titolo della raccolta di Celan, Mohn und Gedächtnis.

Grand Palais Éphémère, “Pour Paul Celan” di Anselm Kiefer

Perché la poesia? Gran conoscitore di Paul Celan, per Kiefer: “i versi sono come boe nel mare. Nuoto verso di loro, dall’uno all’altro. Nel mezzo, senza di loro, sono perso.” Il progetto espositivo è accompagnato da un catalogo che include scritti del filosofo Emanuele Coccia, dell’artista Edmund de Waal, del regista Alexander Kluge e del curatore Ulrich Wilmes e degli estratti dal diario di Anselm Kiefer. Sostenuta dalla presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea 2022, la mostra è stata organizzata dalla RMN-Grand Palais insieme alla galleria Thaddaeus Ropac. Ricordiamo che la sede di Pantin della galleria presenta “Hommage à un poète” di Kiefer fino all’11 maggio.

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