29 gennaio 2021

Da Costantino Nivola all’Arte Povera: primavera a Magazzino Italian Art

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Magazzino Italian Art, il museo di Cold Spring dedicato all'arte italiana, riparte con un nuovo programma di primavera, dalla mostra su Costantino Nivola al ciclo di conferenze sulle "coppie" dell'Arte Povera

Magazzino Italian Art, Cold Spring, NY. Courtesy of Magazzino Italian Art, New York. Photograph by Javier Callejas (part.)

Dialoghi, talk, mostre, cose da vedere e da esplorare, per una prospettiva ampia, plurale: Magazzino Italian Art, il museo e centro di ricerca di Cold Spring, New York, dedicato alla diffusione dell’arte italiana contemporanea negli Stati Uniti, riparte con un nuovo programma primaverile aperto a storie e temi più e meno conosciuti, una mostra dedicata alla ricerca di Costantino Nivola, maestro della scultura italiana da riscoprire, a un ciclo di conferenze incentrate sulle varie relazioni che animavano l’Arte Povera, tra i movimenti artistici italiani più conosciuti nel mondo.

Un’ampia prospettiva sull’arte italiana, oltreoceano

«Rinnovati dalle sfide dell’anno passato, siamo orgogliosi di ricominciare con una programmazione che riflette il nostro impegno nell’esplorazione dei concetti di diversità, inclusione e del valore della collaborazione», ha spiegato Vittorio Calabrese, direttore di Magazzino Italian Art. Fondato nel 2017 da Nancy Olnick e Giorgio Spanu, Magazzino, nel corso degli anni, si è affermato come una delle realtà più dinamiche d’oltreoceano, tra mostre, seminari, convegni, performance e pubblicazioni, in collaborazione con istituzioni culturali, gallerie d’arte, musei e collezionisti.

Nel periodo più duro del lockdown, Magazzino vennero promosse diverse iniziative, come HOMEMADE, progetto per il quale otto artisti italiani residenti a New York sono stati invitati a realizzare una nuova opera nelle loro abitazioni e a condividere il processo creativo: Alessandro Teoldi, Andrea Mastrovito, Beatrice Scaccia, Danilo Correale, Davide Balliano, Francesco Simeti, Luisa Rabbia e Maria Domenica Rapicavoli. A maggio fu poi uno dei primi spazi culturali a riaprire, anche grazie all’utilizzo di un device per rispettare il distanziamento di sicurezza. A novembre 2020, infine, è stato annunciato anche un ampliamento della sede, con un nuovo padiglione progettato dagli architetti Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo.

E adesso, con la prospettiva della bella stagione, si riparte con un ricco programma di attività. «Attraverso i cicli di conferenze e la monografica su Nivola, miriamo ad amplificare voci e figure fuori dalle narrative tradizionali dell’arte. La nostra programmazione per quest’anno rappresenta un passo deciso verso una prospettiva più ampia e l’analisi di temi meno conosciuti dell’arte e della cultura Italiana dal secondo dopoguerra ad oggi», ha continuato Calabrese.

Blaxploitation in Italia

Si parte il 16 febbraio, con una conversazione in live-streaming con il film-maker e attivista Fred Kuwornu, durante la quale si discuterà della storia dell’identità nera nella cultura visiva italiana dal secondo dopoguerra. L’incontro inaugurerà il programma pluriennale Pensiero Plurale, a cura di Ilaria Conti, «Mirato a esplorare la diversità culturale e sociale nelle arti attraverso una prospettiva multidisciplinare, coinvolgendo artisti, ricercatori e produttori culturali in una programmazione volta ad approfondire problematiche e approcci critici comuni all’Italia e agli Stati Uniti», spiegano da Magazzino.

Ad accompagnare la conversazione, Blaxploitation: 100 Years of Blackness in Italian Cinema, documentario militante sulla blackness realizzato di Kuwornu, che sarà visibile on line dal 14 al 16 febbraio 2021 sul sito di Magazzino.

Costantino “Tino” Nivola e la prospettiva inter-gender dell’Arte Povera: il 2021 di Magazzino

L’8 maggio aprirà “Nivola: Sandscapes”, monografica curata da Teresa Kittler, Scholar-in-Residence 2020-21 presso Magazzino, con Chiara Mannarino, dedicata allo scultore, muralista e designer italiano Costantino Nivola, nato a Orani, il 6 luglio 1911, e morto a East Hampton, il 6 maggio 1988. Negli Stati Uniti, infatti, “Tino” Nivola, come lì era chiamato, si era stabilito fin dalla fine degli anni ’30, insieme alla moglie Ruth Guggenheim, dopo l’introduzione, in Italia, delle leggi razziali. La coppia arrivò a New York City nel 1939 ed entrò in contatto con la vivace scena artistica cittadina. Nel 1948 stabilì il suo studio e la sua casa a East Hampton, ritornando periodicamente in Italia e nella sua Sardegna. Nel 1962, inoltre, iniziò a insegnare al dipartimento d’arte della Columbia University e nel 1968 fu insignito della Fine Arts Medal dall’American Institute of Architets.

Preparation of the sand before casting in cement. East Hampton, late 1950s. Photo Dan Weiner. Courtesy Fondazione Nivola

La mostra da Magazzino racconterà il suo originale processo di scultura, basato sul sandcasting. «Con una selezione di circa 50 opere dai primi anni Cinquanta agli anni Settanta, tra cui rilievi in sabbia, sculture e maquette raramente o mai esposte prima delle sue più importanti commissioni architettoniche, la mostra mira a esaminare il processo artistico, la gamma di influenze e il considerevole impatto che Nivola ha avuto sull’architettura moderna e sul design urbano», spiegano da Magazzino. La mostra è organizzata in collaborazione con la Fondazione Nivola e gode del patrocinio dell’Ambasciata Italiana a Washington DC.

Nivola in the garden of Springs, East Hampton, with the model for William E. Grady Vocational High School, 1954-55, photo Richard Stein. Courtesy Fondazione Nivola.

Dal 20 marzo all’1 maggio 2021 si terrà il ciclo di conferenze a cura di Teresa Kittler, che affronterà il grande tema dell’Arte Povera a partire da una prospettiva diversa, esaminando le collaborazioni, i dialoghi e i sodalizi intimi e creativi inter-gender, con persone prossime ai protagonisti del movimento. Le conferenze prenderanno in esame alcuni casi specifici, tra cui il duo artistico Mario e Marisa Merz, l’unica coppia riconosciuta ufficialmente come parte del movimento dell’Arte Povera, oltre che alcuni scambi più informali, come quelli tra Alighiero Boetti e Anne-Marie Sauzeau Boetti e l’amicizia di lunga data tra Luciano Fabro e la critica d’arte Carla Lonzi. Tra gli ospiti, Lucia Re, Professore Emerito presso il Dipartimento di italianistica, UCLA, Sharon Hecker, Ricercatrice e curatrice indipendente, Leslie Cozzi, Curatrice associata del dipartimento di stampe, disegni e fotografie presso il Baltimore Museum of Art.

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