11 maggio 2023

Il trucco c’è e si vede: il fenomeno Leonardo Erlich a Milano

di

Milano e Palazzo Reale accolgono la prima grande monografica europea di Leandro Erlich

Leandro Erlich The cloud (2021) Digital ceramic ink printed on ultra-clear glass, wooden case, and LED lights Dimensions variable and different series

La mostra “Leandro Erlich. Oltre la soglia“, promossa da Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con lo Studio Erlich, con la curatela di Francesco Stocchi. Dal 22 aprile al 4 ottobre 2023 le opere immersive dell’artista argentino sono finalmente riunite in una sola sede, a Milano, con l’obiettivo di sistematizzare l’opera dell’artista.

Cercare di colmare la distanza che spesso separa coloro che visionano e fruiscono di una mostra da spettatore e l’arte presentata è sempre stato uno degli obiettivi di Erlich, che da enfant prodige espone per la prima volta all’età di diciotto anni al Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires.

Dopo una laurea in filosofia, partecipa al Core Program (1998), una residenza artistica organizzata dal Museum of Fine Arts di Houston, Texas, dove concepisce due delle sue opere più celebri: Swimming Pool e Living Room. Nel 2000 partecipa alla Whitney Biennial e nel 2001 viene consacrato a livello internazionale durante la 49esima Biennale di Venezia, alla quale prende parte in rappresentanza dell’Argentina. Da allora le mostre personali e le commissioni, così come i premi, sono stati numerosi (tra questi l’UNESCO Award e il Premio Leonardo, istituito dal Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires).

L’artista si descrive così: ‘Mi piace presentarmi come un artista concettuale che lavora nel regno del reale e della percezione. Il mio soggetto è la realtà, i simboli e il potenziale di significato. Mi impegno a creare un corpo di opere – soprattutto nella sfera pubblica – che si apra all’immaginazione, sovverta la normalità, ripensi la rappresentazione e proponga azioni che costruiscano e decostruiscano situazioni per sconvolgere la realtà’.

Le creazioni di Erlich, ambienti architettonici dalle sembianze semi reali, funzionano da macchina ottica attraverso la quale giocare, specchiarsi e scoprire l’inedito. Installazioni che sono in grado di coinvolgere un pubblico che va certamente al di là degli addetti ai lavori, rivolte ad una vastità e varietà di spettatori ineguagliabile.

Le 19 opere in mostra, ognuna rappresentativa simbolicamente di piccoli fenomeni banali che risvegliano azioni individuali e collettive, invitano il visitatore a giocare con il proprio squilibrio, disagio, incertezza, in un continuo dialogo con ciò che circonda – e confonde.

Tra le opere spicca Bâtiment, creata nel 2004 per la Nuit Blanche di Parigi e da allora presentata in tutto il mondo, adattandosi alle caratteristiche dell’architettura locale; i visitatori si “appendono” virtualmente alle decorazioni e un grande specchio inclinato a 45 gradi riflette l’immagine a terra su un piano verticale, dando l’illusione che la gravità del palazzo riflesso abbia temporaneamente cessato di esistere.

Leandro Erlich, Bâtiment (2004)
A building facade laid flat under a mirror suspended at a 45-degree angle. Dimensions variable. Fourteen different facades each specific to the city that hosted the temporary installation

Negli attualissimi camerini di Changing rooms (2008), l’artista ci rende infiniti prodotti del nostro stesso consumismo, riflessi in uno specchio che non ha fine. Con El Avión (2011) e Night Fly (2015) viene riprodotta la vista della superficie terrestre dagli oblò di un aereo immaginario. Le videosculture Ascensor (1995) e Lifted Lift (2019) sono ascensori che non salgono né scendono, mentre The Cloud (2018) sfida a voler catturare l’impalpabile, presentando diverse nuvole che fluttuano in imponenti vetrine come in un cabinet de curiosité dall’atmosfera onirica.

In Classroom (2017), le persone, sedute sulle panche di una stanza vuota, vengono riflesse nel vetro e appaiono come fantasmi nella stanza costruita dall’altra parte. In questo modo, tutti diventiamo come apparizioni del passato, attraverso un invito ad attingere ai propri ricordi personali e alla propria immaginazione per tornare, potenzialmente da adulti, a una scena archetipica del passato. Così, tramite questa mostra il famigliare diventa estraneo, e all’improvviso, attraverso un gioco che porta all’analisi interiore dell’individuo e del collettivo, ritorna a essere nuovamente famigliare.

Leandro Erlich, Classroom (2017)
Two rooms of identical dimensions, wood, windows, desk, chairs, door, glass, lights, blackboard, school
supplies and other classroom decorations, and black boxes. Dimensions variable

Andare al di là del sogno e portarlo alla realtà è inaccessibile nella maggioranza dei casi: grazie a questa mostra la simulazione del non reale attraverso ciò che chiamiamo realtà è, per qualche momento, alla portata di tutti.

1 commento

  1. Che rapporto sussiste fra noi e il mondo?
    Che rapporto sussiste fra noi e il mondo? Possiamo davvero parlare di Realtà? E’ il mondo a cambiare o siamo noi a prendere, di volta in volta strade diverse? Viviamo una realtà in continuo movimento, molto complessa, che spesso ha risvolti onirici. l’ingresso dell’immaginario nel reale muta la nostra percezione ed il nostro stare al mondo. dove possiamo rifugiarci? si tratta di recuperare le nostre radici, quei ricordi dal sapore ancestrale che ci permettano di attingere energia per costruire questo stesso mondo. dobbiamo collaborare e con la nostra immaginazione e con i nostri sogni. Stabilire la relazione fuori e dentro di noi. La relazione implica, in estetica, la ricostruzione dei vissuti rappresentati su vari canali comunicativi affinché possiamo fruirne insieme agli altri. la strada é lunga ma percorribile…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui