15 ottobre 2021

Quirinale contemporaneo: l’arte degli italiani

di

Creare una continuità con il passato, attraverso un ponte tra tradizione e contemporaneità tra il Ventesimo Secolo e l’inizio del Ventunesimo: ecco il progetto Quirinale Contemporaneo

Burri, Nero e Oro 2, Sala di Augusto; Foto Listri

Chi visita oggi il palazzo del Quirinale, definito dal presidente Sergio Mattarella “La casa degli italiani”, rimarrà sorpreso dalla presenza di opere d’arte e oggetti di design collocati in maniera puntuale e mai invasiva all’interno dei diversi appartamenti, in sommesso dialogo con preziosi arazzi, reperti archeologici di pregio, volte affrescate e lampadari di cristallo. Si tratta del lungimirante ed innovativo progetto voluto da Ugo Zampetti, segretario generale della Presidenza della Repubblica, e curato da Renata Cristina Mazzantini, arrivato nel 2021 alla sua terza edizione, che riunisce oggi 96 opere d’arte e 102 oggetti di design.

Qual è il significato di Quirinale Contemporaneo 2019-2021?

“In primis creare una continuità con il passato, creando un ponte tra tradizione e contemporaneità tra il Ventesimo Secolo e l’inizio del Ventunesimo; in secondo luogo avviare un dialogo con gli artisti e le fondazioni che li rappresentano, e infine rappresentare tutte le regioni italiane – spiega la curatrice – al fine di costruire una collezione con opere donate o concesse in comodato a lungo termine”. Il tutto nel rispetto dei luoghi e delle loro funzioni quotidiani, che ha reso opportuna l’esclusione di installazioni o opere multimediali, per privilegiare quindi opere a parete, sculture e oggetti d’arredo. Il risultato? Davvero ottimo, vista la presenza di diverse opere di massima qualità nel settore dell’arte, che è quello di mia competenza. Forse in un contesto di tale prestigio sarebbe stata opportuna una selezione meno allargata, giustificata comunque dall’esigenza di documentare la produzione artistica dell’intero territorio nazionale. Da non perdere capolavori come Concetto spaziale, Venice Moon (1961) di Lucio Fontana nella prima sala di Rappresentanza, Untitled (2013), la grande tela argentata donata da Rudolf Stingel nella Sala degli Scrigni, l’Achrome (1958) di Piero Manzoni nella Sala delle Virtù, La sopraffazione (1952) di Afro nella Sala della Fabbriche di Paolo V, i due cellotex di Alberto Burri Nero (1988) e Nero e Oro (1992), collocati in maniera spettacolare nella Sala di Augusto, il mosaico Eden (1958) di Corrado Cagli nella Cappella del Presepe, le tre Superfici argento (2006) di Enrico Castellani nella Sala del Brustolon e nel Torrino, la scultura di Nunzio in legno combusto Senza titolo (2002) al centro della Sala del Bronzino, e Impronta (1964-64) , importante opera storica di Luciano Fabro nella Galleria dei Busti Molto suggestiva la sala della Musica, dove si confrontano le opere di Carla Accardi (In Viaggio, 1988; Bacco e Arianna, 1992) e del suo compagno di vita Antonio Sanfilippo (Senza Titolo, 1956, Rete Complicata, 1957), mentre lodevole è l’opera Colui che sono (2020), dedicata all’identità ebraica, realizzata appositamente per l’occasione da Emilio Isgrò e collocata nella Sala degli Ambasciatori, insieme al Ritratto di Bambina (1969-70) di Giosetta Fioroni nella Sala dei Bussolanti e alle delicatissime ceramiche di Fausto Melotti, Confessione (1955) e La cantante (1955) nella Sala delle Dame. Opere di livello museale, che non sfigurano all’interno di un contesto altamente simbolico ma lo accrescono con nuove letture e interpretazioni possibili per proiettare nel presente e nel futuro un patrimonio di incredibile valore ed offrire al grande pubblico un palcoscenico d’eccezione per l’arte e il design tricolore. Una qualità che si riflette nel catalogo edito da Treccani e arricchito dalle fotografie di Massimo Listri, che vi mostriamo nella ricca gallery.

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