26 luglio 2022

Una performance di trascrittura degli Afterall, tra memoria e presenza via Twitter

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Memorie, azioni, piccoli racconti privati e cronologie browser, come objet trouvé della presenza: gli Afterall trascrivono i diari privati degli abitanti di Matera su una pagina Twitter

Cosa c’è di nuovo? È la domanda iconica di Twitter, che ha il potere di riassumere il senso profondo ma anche superficiale del Social Network che, più degli altri, è incentrato sul flusso di ciò che accade. «Ho incollato un foglio alla porta di casa per l’ABC», «Setaccio attese e dintorni», «Mi sono ripromesso di studiare a fondo», azioni e considerazioni, piccoli e preziosi gesti quotidiani e slanci nei territori inaspettati della poesia. Tante tessere variopinte a comporre un mosaico instabile, sovraesposto. Tutto è già lì ed è di questa materia ritrovata che composto “Stato di presenza”, performance svolta il 18 luglio sulla omonima pagina Twitter dagli Afterall, nell’ambito del più ampio progetto di ricerca pilota “on life”. Il duo composto da Silvia ed Enzo Esposito ha fatto emergere le tracce digitali della comunità di Matera, riportando stati, dialoghi e diari, intessuti e intrattenuti online dagli abitanti e dai visitatori del MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea.

Stato di presenza: la performance degli Afterall

Formatosi nel 2004, il duo Afterall ha spesso lavorato sul tema della scrittura, prediligendo la trasformazione – la trascrittura – della parola in altro da sé, simile o completamente diverso. Nel 2021, seduti da una parte e dall’altra di un tavolo dell’antica Farmacia Storica dell’ex Ospedale Sant’Agostino, ricopiarono a mano, su carta carbone, la calligrafia seicentesca della Cronaca di Modena di Giovan Battista Spaccini. «Nel nostro lavoro percorriamo la suggestione delle immagini, consapevoli dell’età digitale del nostro tempo, in cui qualsiasi frammento dell’esistenza può essere rilevato e rivelato all’istante, consumato, tanto da confondere realtà e immagine», spiegavano in quella occasione.

In questo caso, il passaggio è immediato, l’unica e illimitata coordinata spaziale e temporale dei Social Network. Le parole del quotidiano e le sue esperienze, tanto più suggestive in quanto condivisibili, si immettono nel flusso di Twitter, diluendo il racconto che, ogni giorno, si intreccia sulle home page e sulle bacheche.

La performance di texting ha restituito il breve periodo di residenza degli Afterall al MUSMA, durante il quale il duo napoletano è entrato in relazione con la comunità di Matera. Gli artisti hanno chiesto alle persone di accedere alle cronologie dei computer e dei dispositivi, per appropriarsi di questa materia impalpabile eppure sempre presente della memoria, quella individuale e quella della cache dei browser. Come degli objet trouvé, questi “reperti”, diventati anonimi, perduto ogni riferimento biografico, sono quindi andati a comporre un’installazione da scorrere sullo schermo, da attraversare tra migliaia di parole diverse e dello stesso peso di una stringa di codice.

La vertigine della lista

«Lo Stato di Presenza degli Afterall è vertigine della lista e sfida al caos nel tentativo di tramutare gli infiniti sentieri del senso, dell’attimo, della noia, in una configurazione organica che funga da diario del quotidiano ma anche registro di un immutabile presente», scrive nel testo critico Tommaso Evangelista. «Anche se la rete è potenzialmente generativa e immortale, l’archivio, come inteso dagli artisti, è un tumulo (monumento?), perché, nonostante la disposizione all’evoluzione, le frasi che accoglie estratte dai social intrattengono un rapporto con la fine replicando all’infinito gli stereotipi personali», continua Evangelista. «In un’epoca di incertezze sul rapporto tra realtà e rappresentazione, informazione e memoria, l’operazione degli Afterall è quasi un’istruzione per abitare il margine, andando ad occupare il luogo privilegiato dell’arte attuale, ovvero il quotidiano digitalizzato».

Biografia degli Afterall

AFTERALL è il nome del duo artistico composto dai fratelli Esposito, Silvia (Napoli) e Enzo (Napoli). Dalle prime esperienze nel 2004, il duo ha esposto in diverse Istituzioni pubbliche, tra cui: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Museo MADRE e PAN, Villa Pignatelli, Castel Sant’Elmo (Napoli), Fondazione Francesco Fabbri (Treviso), Fondazione Filiberto Menna (Salerno), Ex Gil (Roma), Fondazione Sandro Penna (Torino), Palazzo Arnone di Cosenza, Ambasciata Italiana di Bruxelles.

Le opere degli Afterall fanno parte di diverse collezioni museali permanenti: della Fondazione Modena Arti Visive, del Museo MADRE di Napoli, del Palazzo Arnone di Cosenza, del MUSMA di Matera, oltre che private (Imago Mundi-L. Benetton Collection). Il duo ha partecipato al Festival d’Art Numrique in Pays d’Aix et Marseille, alla XII Biennal des Jeunes Createurs de l’Europe et de la Mediterran e, all’Art-Athina Contemporaries: Statement Made 2014 (Atene), all’Iniziativa Curatoriale Indipendente Marso (Città del Messico), all’SPSI Art Museum di Shanghai – IGAV, alla Collezione Imago Mundi-Luciano Benetton Collection.

Nel 2016 si susseguono due personali: “just one damn thing after the other” nello spazio di duecento metri quadri dell’Ex Lanificio Borbonico a Napoli e “Lacuna”, progetto vincitore del bando Assemblaggi Provvisori, alla Tenuta dello Scompiglio di Lucca. Il duo ha quindi rappresentato l’Italia alla Biennale del Sudamerica 2014-2015 IGAV – Bienal Fin del Mundo, esponendo in Argentina e Cile. Gli Afterall sono vincitori del Premio Celeste 2012 (Premio del Curatore), vincitori del bando SOMA Summer 2014, residenza internazionale per artisti visivi in Città del Messico (Messico), selezionati dalla giuria critica del Social Contract 2017, finalisti del Talent Prize 2016, Premio Optima 2016, Blumm Prize 2013 e Premio Fondazione Fabbri 2012. Segnalati dalla giuria del concorso «MACRO Artists in residence» e selezionati dal ICI di New York per il Curatorial Intensive Symposium: Mexico City e nel 2017 dai curatori del programma YCR della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per la mostra finale “A house, halfway”.

Recente la personale “Trentamillesimidisecondo” negli spazi di AGO Modena, Fabbriche Culturali con Fondazione Modena Arti Visive.

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