16 settembre 2021

Riprendersi il proprio tempo: a Forlì torna il Festival Ipercorpo

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Un "Secondo Tempo Reale", per vivere il presente con consapevolezza: a Forlì, negli spazi dell’Arena e di EXATR, torna il festival Ipercorpo. Gli appuntamenti da non perdere, giorno per giorno

Giovanni Ozzola, Azul, 2018. Stampa giclée su carta di cotone, dibond e cornice, cm 150 x 224. Courtesy Galleria Continua

A Forlì, negli spazi della storica Arena e di EXATR, centro culturale «ragionato operativamente per essere un luogo del contemporaneo», citando le parole dell’assessore alla cultura Valerio Melandri, dal 15 al 19 settembre torna Ipercorpo – XVII Festival Internazionale delle Arti dal Vivo con il suo “Secondo Tempo Reale”. L’edizione 2021 è, a tutti gli effetti, il proseguimento di un progetto che ha avuto il primo tempo a ottobre 2020 e che, attraverso un percorso che abbraccia empiricamente più sensi possibili, intende attingere al concetto consistente di “corpo”, con il fine ultimo di superarlo, emotivamente parlando. Tale parabola biennale è «Forse il più grande atto di partecipazione di questa epoca», secondo quanto detto dal direttore artistico Claudio Angelini, intervenuto durante la presentazione del Festival, che mette in discussione i ruoli storicamente assegnati all’autore e allo spettatore, ponendoli di fronte allo scambio continuo di una metaforica forza centripeta. «Si tratta di un percorso che attraversa l’arte contemporanea, presenza stabile di questo Festival, che forma all’ascolto musicale e alla danza», prosegue Angelini. L’evento si configura come un invito a (ri)prendersi non solo gli spazi ma anche un tempo “reale per poter vivere con maggiore consapevolezza il presente, interagendo con gli artisti e i loro lavori in chiave laboratoriale, performativa e ideativa.

Il programma Ipercorpo 2021 prevede una sezione dedicata all’arte, curata dal critico e docente Davide Ferri (che abbiamo raggiunto anche per una intervista) in collaborazione con Miral Rivalta. Nuovamente intitolata “Verso Sera”, essa si fa continuazione dell’esperienza intrapresa lo scorso anno e allusione alla fruizione delle opere nel preciso momento dell’imbrunire, in cui è necessario adattarsi alla mobilità della luce. «Anche quest’anno la sezione Arte reagisce alle sollecitazioni del titolo del Festival. Più che una mostra è una progressione di cinque serate, cinque artisti e cinque opere all’interno dello spazio dell’Arena, a favore di un dialogo sempre nuovo con il pubblico», sottolinea Ferri.

Sissi, Abitare l’altro, 2020. Performance, stoffa, legno; Palazzo Bentivoglio, Bologna. Fotografia di Ela Bilalkowska, Courtesy Galleria d’Arte Maggiore

Un programma multidisciplinare dalla forma tridimensionale

Mercoledì 15 settembre, alle ore 19, l’artista Emanuele Becheri ha esposto il suo lavoro, che comprende una scultura “cieca”, che nasce all’interno di una dimensione estemporanea e non progettuale e che tratta il concetto di autorialità, di originalità e di copia. Ferri precede l’incontro con la lettura di un testo dell’artista, dalle cui parole «l’opera sembra, in qualche modo, generarsi». Giovedì 16 settembre sarà la volta di Giovanni Ozzola, fotografo enciclopedico che svolge ricerche sulla luce e che per questa occasione ha stampato, su un formato di elevate dimensioni, l’immagine di un bunker da cui si scorge un tramonto, come dilazione del reale e del titolo stesso della sezione.

Venerdì 17 settembre, tra pratiche corporee e attraversamenti teorici, Corinna Gosmaro, giovane artista di origini piemontesi che vive a Parigi, tornerà alla realizzazione di sculture che richiamano creature dalle forme mobili ed elastiche che idealmente abitano lo spazio dell’Arena. Sabato 18 settembre è presente Sissi, artista performativa attiva tra Bologna e Londra che da sempre opera sulla distinzione tra corpo (inteso come contenuto), abito (l’involucro) e habitat (il contenitore). Il suo è un lavoro prevalentemente di scultura, che mette al centro l’idea di creare un’anatomia propria che corrisponda ad una interiore.

Corinna Gosmaro, CHUTZPAH!, 2021. Corde tecniche, spazzole metalliche, dimensioni variabili. Courtesy l’artista e The Gallery Apart

Domenica 19 settembre l’Arena diventa luogo dell’aquila in bronzo di Davide Rivalta, autore di monumentali fusioni raffiguranti il mondo animale. «Il visitatore rimane spaventato dalla presenza estranea del soggetto rappresentato e, al tempo stesso, attratto dalla tattilità della superficie che lo compone; l’incontro con lo sguardo dell’animale è l’acme dell’esperienza di Rivalta», afferma il curatore.

Rimanendo in tema di arte contemporanea, interessanti sono i percorsi di carattere installativo quali il video-progetto Family Affair di ZimmerFrei, girato tra il 2015 e il 2021, che torna in loco a seguito di un ulteriore sviluppo produttivo e si fa invito all’ascolto di ottantuno storie dal mondo, affrontando lo “stato dell’arte” all’interno della famiglia contemporanea. Poi, la mostra fotograficaLa mia pelle è teatro”, un’azione corale ideata durante i mesi di assenza forzata dalla pratica scenica e realizzata dal collettivo composto dalla coreografa e danzatrice Paola Bianchi, dalla performer e danzatrice Alessandra Cristiani, dalla coreografa e performer Silvia Gribaudi e dalla scenografa e stage photographer BrìDiTanno.

La mia pelle è teatro, 2020. Progetto di Paola Bianchi, Alessandra Cristiani, Silvia Gribaudi. Progetto grafico di BrìDiTanno

Organizzati da COORPI, Coordinamento Danza Piemonte, sono il contest “La Danza in 1 minuto”, un appuntamento fisso e sempre rinnovato che propone selezioni di video in grado di catturare l’essenza della danza, e il cortometraggio Wasteplanet, scritto e diretto da Susanna Della Sala. La sezione Arte spesso si intreccia a quella dedicata alla Musica che, curata da Elisa Gandini e Davide Fabbri, amplia gli orizzonti dell’indagine condotta sulla questione ritmica degli ultimi anni, con i due soli del batterista e percussionista Marco Frattini e del polistrumentista Drovag, terminando con gli ascolti di GAZING A MUSIC, ogni sera alle ore 20.

Il programma di Teatro e Danza, curato da Claudio Angelini e Mara Serina con la collaborazione di Valentina Bravetti, è scandito dai workshop della dancemaker Cristina Kristal Rizzo e del coreografo e regista Salvo Lombardo, che si esibiscono insieme all’artista d’impronta avanguardista Monica Francia. Coerentemente al tema di cui si fa portavoce l’evento, tale sezione è incentrata sul corpo e sul movimento come espressione della «tensione dell’essere».

Il Festival consta, infine, di una componente che va oltre i confini nazionali, grazie all’IPP – Italian Performance Platform, pensata per creare un collegamento stimolante con l’Europa e con alcuni dei direttori di festival che vengono ospitati annualmente a Forlì. Torna anche la Masterclass Internazionale Scena Europea, la quinta edizione di un incontro che coinvolge i docenti per trasmettere la propria esperienza, dalla promozione fino al networking e al management. Tale corso è, inoltre, in dialogo con il progetto BeInternational di cui Ipercorpo e Città di Ebla sono partner insieme ad europei e italiani, quest’ultimi capitanati dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano.

«Il Festival di quest’anno è sottolineato dalla “presenza” intesa come forma artistica, attraverso la quale il corpo tridimensionale dell’opera si confronta con quello dello spettatore», conclude Davide Ferri.

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