27 luglio 2021

8 antichi reperti distrutti a Beirut saranno restaurati al British Museum, grazie a TEFAF

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Distrutti durante l'esplosione dell'agosto 2020, 8 antichi reperti di vetro del Museo Archeologico di Beirut saranno restaurati al British Museum, con il supporto di TEFAF

The case of glass vessels displayed at the Archaeological Museum (AUB) before the explosion. Courtesy of the AUB Office of Communications and Archaeological Museum

Otto reperti di vetro, danneggiati durante l’esplosione del porto di Beirut del 2020, saranno restaurati al British Museum di Londra, grazie al supporto di TEFAF – The European Fine Art Foundation. Fondata nel 1988, l’istituzione è responsabile dell’organizzazione di due tra le più grandi fiere d’arte al mondo, TEFAF Maastricht, principalmente conosciuta per l’antiquariato e gli Old Masters, e TEFAF New York, dedicata all’arte e al design moderni e contemporanei. Tra i vari progetti collaterali, dal 2012 TEFAF promuove anche il Museum Restoration Fund, con lo scopo di supportare e promuovere il restauro professionale di importanti opere museali e l’inerente ricerca accademica.

Per le operazioni di restauro dei manufatti in vetro, TEFAF ha messo a disposizione 25mila euro. Le opere che verranno restaurate al British Museum, sono state recuperate da una teca del Museo Archeologico dell’Università Americana di Beirut, contenente reperti di arte classica e vetro islamico, andata distrutta a seguito della sciagura avvenuta il 4 agosto 2020, che causò la morte di 215 persone e il ferimento di altre 7mila, devastando interi quartieri della capitale del Libano e provocando danni ingenti a numerosi palazzi.

Archaeological Museum Curator Nadine Panayot (right) assessing the fallen display case. Courtesy of the AUB Office of Communications and Archaeological Museum

Al momento dell’esplosione, le opere, risalenti al periodo romano e al primo periodo islamico, erano esposte al Museo Archeologico dell’UAB – Università Americana di Beirut, a più di tre chilometri dal luogo dell’esplosione. La teca che le conteneva è scoppiata, frantumando gli oggetti in vetro al suo interno, 72 contenitori in vetro del periodo romano, bizantino e islamico. Di questi, soltanto 15 sono stati dichiarati restaurabili, mentre gli altri sono andati distrutti per sempre. Con il supporto di TEFAF, i frammenti di vetro di Beirut verranno accuratamente ricomposti e restaurati nei laboratori di conservazione del British Museum di Londra, che dispone della struttura e dell’esperienza adatte per restaurare e conservare tali reperti.

Conservator Claire Cuyaubère assisting with “puzzle-work” of shard from a glass dish at the Archaeological Museum, AUB. Courtesy of the AUB Office of Communications and Archaeological Museum

L’impatto fu disastroso anche per il settore culturale, visto che nell’area nelle vicinanze del porto, epicentro dell’esplosione, si trovano numerose gallerie d’arte di livello internazionale, come Sfeir-Semler, Mark Hachem, Marfa e Opera Gallery. Le fotografie degli eleganti spazi espositivi quasi completamente distrutti destarono grande turbamento e molte sono state le iniziative a favore della comunità culturale di Beirut e anche Helen Cammock, Oscar Murillo, Tai Shani e Lawrence Abu Hamdan, i quattro vincitori del Turner Prize 2019, si impegnarono per una raccolta fondi. A seguito dell’esplosione, lo storico dell’arte Gregory Buchakjian scoprì due opere che potrebbero essere attribuite ad Artemisia Gentileschi, conservate nella collezione di Palazzo Sursock, adiacente al Museo Sursock, nello quartiere di Achrafieh, fu colpito dall’esplosione.

«Come il resto del mondo, abbiamo guardato con terrore le immagini devastanti che ritraevano Beirut lo scorso agosto», ha dichiarato Hartwig Fischer, Direttore del British Museum. «Abbiamo immediatamente offerto l’aiuto del British Museum ai nostri colleghi in Libano. Ora che ci avviciniamo al primo anniversario della tragedia, siamo fieri di mettere a disposizione le competenze e le risorse del British Museum per salvare degli oggetti antichi così importanti, affinché possano essere apprezzati in Libano e nel mondo per molti anni a venire».

Completing “puzzle-work” of a smashed glass beaker at the Archaeological Museum, AUB. Courtesy of the AUB Office of Communications and Archaeological Museum

Gli otto reperti rappresentano una testimonianza cruciale dello sviluppo della tecnologia del vetro soffiato in Libano nel I secolo a.C., quando la produzione di vetro fu rivoluzionata. Questa tecnica rese possibile la produzione in serie di oggetti in vetro di varie forme, rendendo un materiale fino ad allora elitario disponibile per l’uso quotidiano e domestico. Sei degli otto reperti prossimi al restauro furono realizzati con la tecnica del vetro soffiato e mostrano segni di sperimentazione sia nella forma che nella funzione. I restanti due risalgono al periodo tardo bizantino o al primo periodo islamico, e potrebbero essere stati importanti in Libano da vicine località altrettanto specializzate in vetraria, quali Siria ed Egitto. Nel luglio 2021, un restauratore francese dell’Institut National du Patrimoine, in visita a Beirut, ha condotto un lavoro di ricerca e abbinamento, isolando i frammenti appartenenti a ciascuno dei reperti da spedire a Londra. Sopravvissuti a secoli di storia e di conflitti, sono andati distrutti con l’esplosione del 2020 ma potranno tornare a stupire i visitatori provenienti da tutto il mondo.

The Museum team, conservator and student volunteers retrieve fragments of broken glass vessels from amongst the shattered glass from the display case and nearby windows, at the Archaeological Museum, AUB. Courtesy of the AUB Office of Communications and Archaeological Museum

«La distruzione di queste opere è stata una conseguenza terribile di una tragedia più ampia che ha colpito la popolazione di Beirut», ha commentato Hidde van Seggelen, Presidente di TEFAF. «Siamo orgogliosi di supportare il restauro dei reperti in vetro attraverso il Museum Restoration Fund di TEFAF, perché si tratta di opere di immenso valore storico, artistico e culturale. Il ripristino della loro forma è un potente simbolo di guarigione e resilienza in seguito al disastro». Una volta che le opere saranno completamente restaurate, verranno esposte temporaneamente al British Museum prima di fare ritorno a Beirut.

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