Italians. Noi e la nostra arte all’estero
Tra pubblico e privati, l’arte italiana si mette in mostra a Bruxelles. Un buon test per osservare come veniamo visti. Ma soprattutto come ci presentiamo
Padiglione Italia, | che strazio!
Perché non riusciamo a nominare il nostro curatore alla Biennale? Perché non si fa una gara di progetti? E si è riflettuto sul danno il ritardo provoca al curatore e agli artisti? [A.P.]
Parigi, oh bigotta
La vandalizzazione dell’opera di Paul McCarthy è un fulmine nel ciel sereno di Place Vendôme. Perché, prima dell’artista americano, già vi erano intervenuti il giapponese Kawamata e il catalano Plensa. Per non parlare di Napoleone. E allora? Parigi non è Londra, evidentemente. Dove ogni anno davanti la National Gallery un artista realizza un’opera. Magari contestata, come è stato per Marc Quinn, ma non aggredita. Ma McCarthy si è già preso una rivincita
Grand tour d’artista
Un tempo erano gli scrittori, o quelli che oggi si chiamano critici (specie in via d’estinzione). Ma, come è risaputo, a viaggiare in lungo e in largo oggi sono gli artisti. Per sei mesi, due mesi o solo quindici giorni. L’importante è che siano in residenza. Ovunque. Siamo andati a vedere che succede a Bolzano, dove un collezionista, Antonio Dalle Nogare, ha avviato il suo programma di residenze, mentre la Kunstverein locale lo fa da tempo
Affaire Bronzi | specchio d’Italia
A Milano o a Reggio Calabria. Pop o classici che siano. Affascinanti o sculture qualsiasi come ce ne sono tante (qualcuno lo sostiene), i guerrieri di Riace dividono l’opinione pubblica. Ma non da oggi. E soprattutto non si tratta solo di trasferta o di fiore all’occhiello per un museo che dovrebbe ospitarli e che non decolla. Dietro i gemelli più famosi d’Italia c’è la confusione di un intero Paese
Lo stato ha bisogno dell’arte?
Oggi, con un convegno alla GNAM di Roma, si cerca di fare il punto su alcune delle domande più spinose di oggi: davvero l'Italia ha bisogno di cultura per uscire dalla crisi? E perché si pensa sempre all'arte su un piano economico? Come cambiare le carte? Iniziando a rifiutare questo piano del discorso. Come ci spiegano due degli organizzatori, Stefano Velotti e Alfredo Pirri
Firenze | museo ma non posso
Ci sono voluti quasi cinquanta anni perché la città toscana avesse il suo museo. Non d’arte contemporanea, ma del Novecento. Eppure l’operazione non convince. Troppa storia dell’arte concentrata in uno spazio troppo piccolo, senza colmare quei vuoti che neanche le tante donazioni e i prestiti riescono a nascondere. E poi basta con la “fiorentinità”!
Centro per le Arti? | Roba vecchia | M9...
È proprio questa l’ambizione della nuova macchina culturale che sorgerà a Mestre, presentata ieri a Venezia. Un gran bel progetto architettonico, costato milioni di euro. Nato da un intenso confronto con altre istituzioni internazionali vocate a documentare e a restituire al pubblico i più diversi aspetti della vita quotidiana. Per questo, e per altro ancora, M9 è trasforming the city
La meraviglia della complessità
Quello che Rem Koolhaas mette in scena all'Arsenale è il racconto preciso e complesso di un'anima: quella italiana. Scandagliata da nord a sud, attraverso quel secolo breve che ha formato la sua attualità. Nessuna nostalgia del passato, ma un catalogo di ricerche che mettono in luce un Paese decisamente "trasversale". Come il suo paesaggio












