Fondazione Prada Pino Pascali
Fondazione Prada Pino Pascali
Collezione Maramotti
Collezione Maramotti

Progetti e iniziative

Dal 26 al 28 aprile alla Lavanderia a Vapore di Collegno, in provincia di Torino, prende vita Spring Rolls, il festival che inneggia alla vitalità ritrovata dei corpi umani, vegetali e celesti con incontri, workshop, spettacoli per celebrare la primavera
Kandinsky e la magia di una pittura fatta di linee e colori

Kandinsky e la magia di una pittura fatta di linee e...

Dal 1911, Lo Spirituale dell’Arte di Vassily Kandinsky è il più rivoluzionario trattato di estetica del linguaggio artistico del Novecento. Racchiude una filosofia in cui il problema dell’arte non sta nelle forme, bensì nell’elevazione spirituale di chi la osserva, attraverso il colore come espressione delle emozioni. Tutto questo, accanto alle opere, è in mostra a Palazzo Reale di Milano
La Superpassion di Jorinde Voigt

La Superpassion di Jorinde Voigt

La brava artista tedesca tenta una mission impossibile: tradurre in segni e colori codici e formule matematiche che dovrebbero dirci che cos’è l’amore. E questo accade al Macro di Roma, dove ancora per pochi giorni, ci si può immergere nel mondo onirico e radicalmente logico di Jorinde Voigt. Che invece nella mostra in corso alla galleria romana Marie-Laure Fleisch cambia registro e si dedica all’osservazione dello spazio. In maniera sempre sorprendente
L’album particolare della mente

L’album particolare della mente

Proseguendo il lavoro legato al tema dell’archivio, nella sua ultima mostra alla Fondazione VOLUME! di Roma Gianfranco Baruchello propone sedici fototessere di persone sorvegliate dalla polizia tra gli anni ’30 e ’50. In questione non è il mero riconoscimento, reso impossibile dal tempo e dall’ingrandimento fatto dall’artista. Ma la possibilità e il senso del ricordo, il cui potere è contenuto in ogni immagine
Dare forma al tempo

Dare forma al tempo

Cento disegni di Luciano Fabro abitano il CIAC di Foligno. Si tratta di lavori progettuali, intesi come pratica alla base del processo creativo, messaggi personali donati ad amici o parenti come segno di relazione tra arte e vita che smaterializzano la scultura. Svelando 40 anni di attività di un protagonista dell’Arte Povera che ha concepito l’esistenza come una pratica per dare forma al tempo
Lost in Residence

Lost in Residence

Fino a sabato 8 marzo 2014 la Fondazione Pastificio Cerere presenta Hard Copy: progetto inedito ideato e realizzato da Johann Arens, Daniele Genadry e Jürgen Ots, giovani artisti in residenza a Roma presso la British School at Rome e l’Accademia Belgica. Il filo conduttore? Le sensazioni di continuo mutamento che hanno avuto di Roma, con il rischio quasi di smarrirsi. E che hanno deciso di mettere in scena
Un manifesto d’artista scritto con la luce

Un manifesto d’artista scritto con la luce

Le installazioni luminose di Maurizio Nannucci non sono semplici citazioni, come è in molta Arte Concettuale americana. Ma cercano di “predisporre l’osservatore in una situazione particolare”. Cioè critica. Le scritte in rosso e in blu che fino ad oggi hanno invaso la galleria Giacomo Guidi di Roma hanno creato un luogo in cui segno e immagine confluivano in un’unica direzione di senso. Che sia questa la specificità dell’Arte Concettuale europea?
Piccole biennali crescono

Piccole biennali crescono

Al via la quinta edizione della biennale di Marrakech. Tema: “Where Are We Now?”. Che non riguarda solo l’arte né le biennali, ma tutti noi. Ma in gioco non c’è solo questo. Riuscirà il molto più attento programma di quest’anno a superare lo sbilanciamento molto euroriented delle edizioni passate? Ce la faranno i curatori local ingaggiati a costruire un buon mix tra cultura europea e marocchina? Le premesse ci sono. E l’entusiasmo pure
Site specific? No, place specific

Site specific? No, place specific

Non è un gioco di parole, ma una cosa seria. Che l’artista inglese Ceal Floyer ci propone con la sua mostra a Museion di Bolzano. Dove il confine tra assurdo e ironia si fa labile. Dove le apparenze ingannano, ma rivelano. Dove un bicchiere è mezzo vuoto e mezzo pieno, ma bisognerà pur scegliere. E dove l’artista gioca a nascondino con il pubblico. Non per fare mostre, ma lavorando con quelle che sono state fatte
El Lissitzky e la nostalgia della rivoluzione

El Lissitzky e la nostalgia della rivoluzione

Il Mart affronta la produzione artistica dell’Est Europa cominciando col mettere fuoco EL di cui racconta due tratti poco noti: l’influenza che le fiabe yddish hanno avuto sul suo immaginario e l’essere stato convinto propagandista di Stalin. Fatto che nulla toglie alla sua figura di artista raffinato, radicalmente sperimentatore e utopista. Ma soprattutto grandissimo, specie nella concezione dello spazio

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