17 gennaio 2020

Da Casta Diva a Tolo Tolo, 70 anni di Annamode al Museo del Cinema di Torino

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Al Museo Nazionale del Cinema di Torino, 100 abiti realizzati dalla Sartoria Annamode per 40 film che hanno fatto la storia dello schermo. E del Made in Italy

Luchino Visconti, Le notti bianche. Abiti di Annamode

Dal rocaille di Marie Antoniette, al dark di The Witcher, fino all’italiano medio di Tolo Tolo, passando per i grandi classici del cinema, come Matrimonio all’italiana, Casta Diva, Guerra e Pace. Insomma, una lunghissima e prestigiosa pellicola, tra Cinecittà e Hollywood, attraversata da un filo sottile, quello della Sartoria Annamode, i cui costumi, saranno in esposizione al Museo Nazionale del Cinema di Torino dal 14 febbraio, in occasione di “Cinemaddosso”. La mostra, a cura di Elisabetta Bruscolini, celebra la straordinaria vicenda della Sartoria Annamode, un nome che ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione dello stile Made in Italy nel mondo, vestendo attori del calibro di Marcello Mastroianni, Antonio Banderas, Adrien Brodi, Meryl Streep e tantissimi altri, in 70 anni di creazioni.

«Questa mostra è il primo grande evento organizzato dal Museo Nazionale del Cinema nell’ambito delle celebrazioni di Torino Città del cinema 2020. Si tratta di una selezione di meravigliosi costumi di una delle più importanti sartorie del mondo esposta nella spettacolare cornice della Mole Antonelliana», ha commentato Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema.

Annamode e il cinema, una lunga storia

L’atelier delle sorelle Allegri venne aperto nel 1946, in un’Italia che stava emergendo dalla tragedia sociale, economica e umana della Seconda Guerra Mondiale. A dare impulso all’attività, era Anna Allegri, una donna di 25 anni originaria di Firenze, le cui creazioni sartoriali conquistarono i gusti dell’aristocrazia romana. Quindi l’incontro con il Neorealismo e l’approdo sul grande schermo.

Anna e Teresa Allegri

Con l’arrivo della sorella minore Teresa, all’inizio degli anni Cinquanta, Annamode diventò un centro di stile e di idee che univa due attività: per soddisfare le richieste delle donne dell’upper class coinvolte nel boom economico italiano e per rispondere alle necessità degli studi cinematografici di Cinecittà. Insomma, la strada era segnata. Da allora, Annamode ha creato circa 200mila costumi e 25mila accessori, che tutti abbiamo visto al cinema in tantissime occasioni. Nel 2010 è stata istituita anche la Fondazione Annamode, che si occupa della conservazione e della valorizzazione del patrimonio accumulato in tanti anni di attività, dagli abiti autentici dalla metà del ‘700 agli accessori moda.

Il percorso della mostra al Museo del Cinema di Torino e l’omaggio a Fellini

All’interno del Museo del Cinema di Torino, la storia di Annamode è raccontata da 100 costumi per 40 film, in un percorso immersivo e interattivo in cui ogni abito diventa un’opera d’arte, anche grazie a diversi contributi video e approfondimenti, in un allestimento curato da Maria Teresa Pizzetti. Dalla Dolce Vita ai giorni nostri, un’avvincente vicenda imprenditoriale al femminile, quella delle sorelle Allegri, Anna e Teresa, che con i loro costumi e le loro invenzioni hanno reso celebre in tutto il mondo la Sartoria Annamode.

«In un visionario percorso espositivo concepito per stupire e divertire sono messe in scena le “opere” più rappresentative di una grande sartoria italiana, fondata da due donne coraggiose, che da settant’anni a fianco dei costumisti contribuisce a creare la magia del cinema, trasformando gli attori in personaggi. I meravigliosi costumi di scena esposti e i loro dettagli raccontano il talento, la creatività e la sapienza artigianale di un atelier che si è trasformato in impresa mantenendo inalterate la passione e la cura che hanno reso il Made in Italy famoso nel mondo», ha spiegato Bruscolini.

King Vidor, Guerra e pace. Abiti di Annamode

In mostra i costumi indossati nei più grandi film: da Casta Diva di Carmine Gallone (1954) a Guerra e Pace di King Vidor (1956), fino a Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica (1964) e poi il Mestiere delle Armi di Ermanno Olmi (2001), King Arthur di Guy Ritchie (2017), Marie Antoinette di Sofia Coppola (2006), un mondo di tessuti, colori, guarnizioni e accessori. Nell’anno del centenario della nascita di Federico Fellini, la mostra ricorda il costumista Piero Tosi, grazie all’eccezionale presentazione dell’intera sfilata di abiti luccicanti dell’episodio Toby Dammit tratto da Tre Passi nel Delirio, film collettivo del 1968, suddiviso in 3 episodi ispirati a racconti di Edgar Allan Poe e diretto da Louis Malle, Roger Vadim e, appunto, Fellini.

Inoltre, in occasione dell’esposizione, anche un progetto speciale dedicato al Museo Nazionale del Cinema e alla città di Torino: la vestizione della Mole Antonelliana, un abito che raccoglie tutte le lavorazioni più preziose cui la sartoria romana ha dato vita nella sua lunga storia.

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