20 febbraio 2020

Anticipazioni dalla Biennale di São Paulo 2020: arte e politica in relazione

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La 34ma Biennale di San Paolo aprirà a settembre 2020 ma presenta già tre mostre, per approfondire il tema curato da Jacopo Crivelli Visconti: arte e politica in dialogo

Ximena Garrido-Lecca, installation view, 34th Bienal de Sao Paulo, © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

Ha inaugurato l’8 febbraio 2020 la 34ma edizione della biennale di São Paulo con la prima di una serie di tre mostre personali necessarie a introdurre alcuni dei temi della mostra collettiva, che aprirà regolarmente a settembre 2020. “È buio ma io canto (Faz escuro mas eu canto)” è il titolo della 34ma edizione della Biennale di São Paulo, curata da Jacopo Crivelli Visconti, selezionato grazie a un progetto che propone di strutturare lo spettacolo in base al concetto di relazione.

La mostra di apertura della 34m Biennale di São Paulo e i temi

Ximena Garrido-Lecca è l’artista scelta per aprire la Biennale di São Paulo 2020 con la prima mostra personale. Le nove opere d’arte che esporrà saranno visibili al terzo piano del padiglione Bienal fino al 15 marzo. Il suo lavoro riflette sulle tematiche dell’estrattivismo e della colonizzazione in America Latina attraverso lo studio delle tecniche e dei materiali utilizzati nell’artigianato, nell’arte e nell’architettura della storia peruviana. Tale lavoro rispecchia la volontà della Biennale di «abbandonare punti di vista ristretti e monolitici per aprirsi alla molteplicità delle possibili relazioni in costante evoluzione».

«La 34a Biennale punta al potenziale di un’arte vista come resilienza, reinvenzione, ripetizione, traduzione e opacità. In questo senso, il progetto rivendica il diritto alla complessità e all’ambivalenza delle espressioni artistiche e culturali, così come nelle identità di gruppi e soggetti sociali, offrendo alternative al brutale antagonismo che caratterizza l’arena politica e sociale di questi anni», ha spiegato Jacopo Crivelli Visconti.

Jacopo Crivelli Visconti, Francesco Stocchi, Paulo Miyada, Ruth Estévez e Carla Zaccagnini

I propositi della Bienal de São Paulo esprimono perfettamente la volontà, comune a moltissime istituzioni d’arte, di inglobare nella propria struttura la discussioni dei tempi sociali e politici più complessi del nostro contemporaneo. Tuttavia, è necessario ricordare che discutere di tali tematiche è una scelta che comporta un’enorme responsabilità, poiché la complessità delle narrazioni rischia di venire elaborata in modo non sufficientemente critico, creando così una pratica curatoriale debole, incapace di comunicare tali temi in modo corretto e onesto.

Una struttura completamente nuova, con l’eco di Venezia

Sembrerebbe però che per problematizzare a fondo il tema presentato, la 34ma Biennale adotterà una struttura innovativa. Anzitutto, anticipando l’apertura a febbraio avrà la possibilità di accogliere tre mostre personali che occuperanno aree specifiche del Padiglione Bienal, prima di riunirsi, in altre configurazioni, nella mostra più grande, dove potranno essere viste e lette stabilendo ulteriori relazioni. Queste esibizioni saranno prodotte e curate in collaborazione con le istituzioni internazionali che li ospiteranno nella loro programmazione a partire dal 2021. Inoltre, sono previsti tre eventi a breve termine di carattere più performativo per il periodo tra marzo e agosto 2020. A partire da settembre 2020 invece la Biennale abbraccerà San Paolo, con mostre ed eventi organizzati in collaborazione con dozzine di istituzioni culturali della città.

Deana Lawson. Mama Goma, 2014. Courtesy of the artist and Fundação Bienal de São Paulo

Il tema della 34ma biennale brasiliana parrebbe avvicinarsi ai Tempi interessanti della 58ma edizione della Biennale di Venezia. Dunque è necessario sperare che tali temi verranno elaborati con maggior posizionamento critico, fornendo così la possibilità di riuscire a cogliere realmente le molteplici relazioni che il team curatoriale di Jacopo Crivelli Visconti hanno messo in scena per la Bienal De São Paulo 2020.

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