04 marzo 2023

È di nuovo (un)fair, la fiera-non fiera d’arte contemporanea rivolta a chi pensa fuori dagli schemi

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A Milano, negli spazi di SuperstudioMaxi, è in corso la seconda edizione di (un)fair, diretta da Manuela Porcu e Laura Gabellotto

(un)fair, Milano. KREISLERART, Juan Gerstl, Origami Trophy

(un)fair porta a Milano – fino a domani 5 marzo negli spazi di SuperstudioMaxi – proposte di qualità di 60 gallerie internazionali, nel segno di sostenibilità, parità di genere e inclusione. La seconda edizione si pone l’ambizioso obiettivo di trasformare il modo di percepire e di vivere l’arte, rompendo gli schemi tradizionali per favorire la creazione di nuovi rapporti di interazione tra il grande pubblico, i collezionisti e il mercato dell’arte. Proprio come sosteneva Pablo Picasso «Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione».

(un)fair, Milano. ArtPlatinum, Gordon Hopkins, Road To Lisbon, 2022

La fiera, che è anche manifesto e spazio dove immergersi nella scena contemporanea all’insegna della sostenibilità e del sociale, ha uno sguardo internazionale che valorizza le diversità culturali e spazia da Milano al resto del mondo. Ucraina, Slovacchia, Spagna, Germania, Svizzera, Slovenia, Paesi Bassi, Romania, Singapore, Hong Kong, Giappone, Ecuador e India sono i paesi rappresentati in fiera: a ogni galleria proveniente è stato chiesto di proporre una selezione che, in un’ottica di parità, potesse far riflettere sul tema e la mission a sostegno del sistema arte, degli artisti emergenti e della diffusione della cultura. 

Alcuni esempi. Imura art gallery di Kyoto porta per la prima volta in Italia tre artiste giapponesi: Aya Kawato, il cui lavoro è stato fortemente influenzato dal padre neuroscienziato e pone al centro le illusioni ottiche, Kanna Takase che utilizza animali, piante e altri oggetti come metafora delle emozioni umane e Amane Ishil, il cui uso delle linee rende le sue opere particolarmente appealing. Systema Gallery si concentra sugli artisti “NEJA”, che attraverso le loro opere cercano di innovare la tradizione artistica del Sol Levante. Looking For Art, di Milano, presenta Ludovica Misciattelli, Matteo Occhipinti, Francesco Mina, Ilaria Franza e Francesca Miotto, mentre Made4Art espone due tele monumentali di Giorgio Vallorani.

(un)fair, Milano. made4art, Giorgio Vallorani, Spiaggia, 2022

Spazio e voce anche a due gallerie ucraine. Tuasho Gallery, con sede a Kiev, propone nuovi format di sperimentazione e di interazione con i cambiamenti socioculturali attraverso cinque artisti: Oleg Tistol, Stepan Ryabchenko, Taras Haida, Yuriy Vatkin e Oleksandr Barbolin. Promotion Gallery presenta dipinti e grafiche che ricordano il folk primitivo ucraino di Igor Filippov e il progetto di Irina Veshtak-Ostromenska che mixa – tra il tributo alla vita di prima della guerra e la terribile realtà attuale – teiere casalinge con una sovrastruttura di immagini scultoree, le quali hanno una trama surreale. Del conflitto in Ucraina parlano anche Lorenzo e Simona Perrone con l’opera Genocidio culturale, che denuncia la distruzione di oltre 300 luoghi legati alla cultura, tra i quali molte biblioteche, musei e librerie.

(un)fair, Milano. Tuasho Gallery, Olexandr Barbolin, Des fractions de seconde, 2022

Tre sono le sezioni speciali. (un)framed a cura di Andrea Lacarpia, novità della nuova edizione, è una piattaforma che agevola il dialogo tra le realtà indipendenti e il pubblico. La sezione mira a valorizzare realtà no profit che promuovono la diffusione dell’arte nel tessuto culturale italiano, con particolare attenzione alla creatività dei più giovani. (un)limited a cura di Chiara Pozzi dedicata a gallerie che propongono opere su carta, pittura, grafiche d’autore, stampe e arte digitale, sia originali che in tiratura limitata, con un focus sull’illustrazione. (un)choices a cura di Domenico De Chirico e Marialuisa Pastò è pensata come esposizione delle opere, selezionate dai curatori, ritenute più vicine – tra tutte quelle esposte – all’urgenza di oltrepassare i confini del possibile come filo conduttore riflettendo sulle problematiche del nostro tempo.

(un)fair, Milano. Febo e Dafne, Elena Monzo

Per arricchire l’esperienza dei visitatori, progetti speciali, uno spazio dedicato ai bambini, eventi collaterali, live performance, incontri e dj set nel segno della ricostruzione delle relazioni sociali, definiscono il programma di intrattenimento. In quest’ambito si inserisce Yog-art, un progetto nato nel 2021, galleria di arte moderna e contemporanea Woolbridge di Biella, con l’obiettivo di mostrare come yoga, arte e cultura hanno molti aspetti in comune, e che sono molti gli spunti possibili attraverso l’approfondimento del pensiero di un artista. 

Ricco anche il programma dei talk. “Abitare l’arte” invita Barbara Basile (Young Art Hunters), Riccardo Sorani (ESH Gallery) insieme a Amalia Martino, direttrice marketing de Il Prisma e Daniele Zerbi, co-fondatore di Fuzz Atelier, a rispondere alla domanda di come si viva immersi nell’arte, con la moderazione di Marco Roberto Marelli, direttore di Forme Uniche. “Across gender(s). Language and visual art as manifestos”, con la partecipazione di Anna Maurrasse-Tomaiuolo (ARTPOWHER Contemporary), Emanuela Romano (A PICK Gallery), gli ospiti Giulia Ronchi, direttrice di Exibart, i fotografi Luca Matarazzo e Antonio Miucci e l’artista Gretchen Andrew e la moderazione di Arianna Sollazzo, curatrice e ricercatrice indipendente, pone l’accento sul linguaggio artistico come dispositivo di comunicazione, rappresentazione di idee, dichiarazione di lotta, per non soccombere alle sovrastrutture della società. Ci si confronta poi sull’esistenza di un’arte sostenibile, partendo da un confronto tra moda e arte che mira a sottolineare l’importanza di artisti emergenti e nuove generazioni di collezionisti, nel talk moderato da Marco Roberto Marelli, direttore di Forme Uniche, che coinvolge Andrea Zardin e Mariaelena Maieron (Galleria BIANCHIZARDIN) e in collegamento Giulia Marani, direttrice creativa di Marex e l’artista Giulio Zanet.

(un)fair, Milano. The Route, Mursi Girl With Berries, Jeremy Hunter

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