27 aprile 2020

La Quadriennale di Roma va avanti: apertura confermata a ottobre 2020

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In vista dello spiraglio della Fase 2, la Quadriennale di Roma conferma le date della 17ma edizione e ci dà appuntamento a ottobre 2020, con una mostra ad ampio raggio

Quadriennale di Roma, workshop Q-Rated Milano 2019 “Performance”, ospitato a Pirelli HangarBicocca. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma

La 17ma edizione della Quadriennale di Roma aprirà le porte regolarmente, secondo le date già previste, da ottobre 2020 a gennaio 2021. Ad annunciarlo, la Quadriennale di Roma e Azienda Speciale Palaexpo, promotori e organizzatori del grande evento dedicato all’arte contemporanea italiana. Le due istituzioni hanno espresso «La determinazione a fare tutto il possibile per onorare l’appuntamento di ottobre 2020, atteso come di consuetudine al Palazzo delle Esposizioni, compatibilmente con l’evoluzione del generale quadro sanitario e delle decisioni governative».

Con i primi spiragli di ripresa delle attività in vista della Fase 2, si può provare a osservare i prossimi mesi con qualche certezza in più. Come scrivevamo, i musei riapriranno ufficialmente dal 18 maggio – anche se con modalità diverse caso per caso e comunque ancora da definire – e, dopo una lunghissima serie di rinvii e di sospensioni, anche i prossimi appuntamenti nel calendario dell’arte sembrano più stabili. «Non ha subìto flessioni il lavoro iniziato tre anni fa, anzi siamo ancora più motivati a fare il nostro dovere. Pensiamo che aprire la Quadriennale il prossimo ottobre, come da programma, sarebbe un bellissimo segnale e il contributo più concreto che possiamo dare alla ripresa», continuano dalla Quadriennale.

«Potranno esserci delle variazioni rispetto al giorno esatto della sua inaugurazione, in relazione alle condizioni ambientali e al confronto con i partner e con tutte le altre istituzioni della cultura, ma esistono ormai le premesse perché la Quadriennale d’arte rappresenti uno degli eventi destinati a trainare la ripartenza della vita culturale e sociale del Paese».

4mila metri quadrati di Quadriennale: cosa vedremo a ottobre

«Ci sono i presupposti perché la Quadriennale possa essere una delle prime grandi mostre a riaprire con le modalità che saranno consentite e siamo particolarmente contenti se questo potrà avvenire al Palazzo delle Esposizioni», ha dichiarato Cesare Pietroiusti, Presidente di Azienda Speciale Palaexpo.

Chiaramente sarà necessario rimodularsi, in base a quello che è successo e che potrà succedere ma si respira aria di ottimismo. Dalla Quadriennale infatti fanno sapere che curatori della Quadriennale 2020, Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, stanno riadattando il progetto espositivo in dialogo con gli artisti e tutta la squadra organizzativa, per trovare delle soluzioni in linea con il nuovo scenario, pur mantenendo integro il senso di un’esposizione che vuole proporre una prospettiva inedita sull’arte italiana a partire dagli anni Sessanta a oggi.

4mila i metri quadri dedicati all’esposizione, che «non sarà più una rassegna ma una mostra dal forte taglio curatoriale e di respiro internazionale. Una narrazione dagli anni Sessanta, pur dando spazio ai giovani artisti. Quindi transgenerazionale, ai confini tra i diversi linguaggi», spiegava Cosulich, in occasione della presentazione, il 12 febbraio, quando l’emergenza Covid-19 sembrava lontana.

Un’immagine simbolica come buon auspicio

Ma sembra ormai arrivato il momento di guardare oltre e per lanciare un messaggio di speranza, la Quadriennale ha scelto di accompagnare questo annuncio con una fotografia. Si tratta di una performance svoltasi al Pirelli HangarBicocca di Milano, nel 2019, nell’ambito del workshop Q-Rated. I protagonisti della performance sono l’ideatrice, Marie de Brugerolle, curatrice, storica dell’arte e docente presso l’ENSBA Lyon, che ha tenuto una giornata del workshop come tutor insieme agli artisti e ai curatori under 35 che vi hanno preso parte.

In questa occasione, de Brugerolle ha invitato i partecipanti a entrare, in gruppi, in A16, un enorme elastico di tessuto blu, realizzato nel 1999 dell’artista Fabien Lerat. «Un’immagine che esprime il nostro auspicio che l’arte torni presto ad avvicinare, anche al di fuori dei nostri dispositivi, e ad aiutarci a vincere la diffidenza, la paura dell’altro».

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