13 novembre 2020

History of a Tree: il più anziano del Salento racconta la sua storia

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Mille anni di storia in 24 minuti: Flatform torna a Schermo dell’Arte presentando in prima visione italiana il video History of a Tree, la Quercia dei Cento Cavalieri

Flatform, collettivo attivo dal 2006 con base a Milano e Berlino, torna al Festival lo Schermo dell’Arte (qui l’approfondimento sul programma), presentando in prima visione italiana il video History of a Tree, vincitore nel 2019 della sesta edizione del bando Italian Council del MIBACT. Il video è presentato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino ed è stato in parte già esposto presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Torino, dal 18 luglio al 13 settembre 2020, nella forma di una videoinstallazione robotica.

History of a Tree è un cortometraggio di 24 minuti che narra i quasi mille anni di storia di una quercia vallonea. Con la sua chioma di 700 metri quadrati, i suoi 20 metri di altezza e il suo tronco di 4,25 metri di circonferenza, questo albero secolare affonda le sue radici fra il mare e Tricase, in provincia di Lecce. Anche conosciuto con il nome di Quercia dei Cento Cavalieri, in quanto si narra che alla fine del XII secolo, durante un temporale, Federico II di Svevia vi avesse sostato assieme alla sua corte di ritorno dalle crociate, la quercia è stata silenziosa testimone di numerosi passaggi ed eventi, che Flatform vuole restituire con il suo video.

History of a Tree: una storia sussurata in dieci lingue

Girando attorno al tronco della quercia, le riprese mostrano la luce filtrata dalle fronde e dai rami, i quali, nodosi e sinuosi, volteggiano come arti di una ballerina, così li descrive una passante. Appaiono anche alcuni degli abitanti ospitati dalla pianta: un gufo e una raganella, unici elementi che distolgono da questo “scrutamento in fluire” come lo ha definito Silvia Lucchesi, direttrice del Festival, in occasione di una conversazione, tenutasi all’interno della rassegna, con Roberto Taroni e Annamaria Martena, il duo che compone Flatform. Il collettivo ha raccontato il proprio tentativo di aggiornare la tradizione della ritrattistica, con l’obiettivo di riscrivere la natura del soggetto, qui la quercia, e la tecnica espressiva del ritratto, ora un video.

È però solo attraverso le voci dei passanti, che mai appaiono nella scena, che si dà conto degli incontri che hanno avuto luogo all’ombra della Quercia dei Cento Cavalieri. I discorsi che si compenetrano sono qui recitati nelle lingue dei popoli che hanno coesistito o si sono succeduti: arbaresh, romanès, griku, greco bizantino, albanese, yiddish, turco, spagnolo, francese e salentino. Lingue che animano i dialoghi scritti da Flatform, che ha immaginato storie verosimili, successivamente avallate dall’Università del Salento, collaboratrice del progetto. Allo stesso modo la musica è stata ricostruita appositamente per la realizzazione del video grazie al contributo del Conservatorio di Lecce e di Luisa Cosi. L’albero è presentato come un dolmen vivente che diventa il raccoglitore di una vastissima memoria.

Il materiale sonoro ottenuto è stato aggiunto alle riprese senza seguire una cronologia: si sentirà un discorso di tre francesi del 1800 che raccontano la leggenda di Federico II e, solo successivamente, potremmo udire le urla di un esercito ottomano alla volta di una guerra. La scelta di scompaginare l’ordine deriva dalla necessità di Flatform di esprimere la complessità del lavoro, evocata inoltre dalla vallonea stessa: un immenso e articolato organismo vivente.

Le forme dell’albero

Flatform, tuttavia, non si limita al video, sebbene sia l’unica parte del progetto presente a Schermo dell’Arte. Il lavoro, al quale l’artista collettivo ha dedicato una decina di anni, comprende anche una videoinstallazione robotica, un libro edito da Silvana Editore e un sito internet: historyofatree.org.

La videoinstallazione è costituita da una scultura robotizzata che proietta sulle sei superfici di una sala History of a Tree, permettendo di riprodurre e doppiare i movimenti delle macchine che hanno girato il video. L’opera sfrutta l’all-encompassive effect, proponendo un’esperienza immersiva e un coinvolgimento spaziale. Il suono inoltre viene spazializzato con otto sorgenti sonore diverse, offrendo al visitatore anche una singolare esperienza sonora. Questo non accade guardando la sola proiezione del video, dove tuttavia si percepisce che ogni dialogo e ogni suono deriva da un luogo preciso della scena, attorno al tronco della quercia.

Il libro History of a Tree, diviso in due parti, raccoglie prima una riflessione sul progetto attraverso i contributi di Emanuele Coccia, Tiziano Fratus, Daniele Poccia e Riccardo Venturi, quindi espone il materiale utilizzato dall’artista collettivo per la realizzazione del lavoro. Sono presenti gli studi dell’Università del Salento sulla plausibilità dei dialoghi, i dialoghi, e la loro traduzione in italiano e inglese, gli studi del Conservatorio di Lecce per la realizzazione delle musiche, e una serie di analisi di linguisti, botanici e storici sul territorio salentino. Un composito caleidoscopio che restituisce la complessità del lavoro.

Infine il sito historyofatree.org, oltre alla spiegazione del progetto, offre la possibilità di rivivere l’esperienza del video – sono presenti alcuni track che riproducono i suoni, come il nitrito di un cavallo, ma anche una Marcia Ellenica –, permettendo di esperire parte di questo complesso progetto direttamente da casa.

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