31 ottobre 2019

Al MUFOCO “Tra cielo e terra” con quasi 3mila fotografie

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Al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo gli scatti del progetto di fotografia partecipata di Claudio Beorchia, ideato e curato da Matteo Balduzzi. Fino al 20 marzo

MUFOCO, Tra Cielo e Terra, 2019, courtesy MUFOCO

Al MUFOCO Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano) inaugura domani, primo novembre, alle 16.30 la mostra Tra cielo e terra. Il paesaggio lombardo attraverso gli occhi dei santi” (fino al 20 marzo 2020).

Il percorso espositivo è costituito da 2.921 scatti realizzati dagli abitanti della zona durante il progetto di fotografia partecipata Tra cielo e terra, dell’artista Claudio Beorchia (1979, Vercelli), ideato e curato da Matteo Balduzzi e promosso dal Museo di Fotografia Contemporanea (vi avevamo raccontato qui le prime fasi del progetto). Dal progetto è nato anche un volume curato da Balduzzi che sarà presentato durante la serata di domani.

Nei mesi scorsi gli organizzatori hanno ha invitato «tutti gli abitanti della Lombardia a osservare e fotografare il paesaggio dal punto di vista dei santi che sui quei territori vigilano da tempo. […] Oggi quasi 3 mila coppie di immagini – i santi e le viste che hanno di fronte – assumono la forma di una mostra e di un libro che saranno presentati con una serata di festa al Museo di Fotografia Contemporanea proprio il giorno di Ognissanti», si legge nel comunicato stampa.

«Grazie all’attivazione di nove poli culturali che hanno consentito di raggiungere in maniera capillare l’intero territorio regionale, oltre 200 persone hanno risposto caricando sulla piattaforma ideata e gestita da Fondazione Rete Civica di Milano (tracieloeterra.opendcn.org) le fotografie delle rispettive città o dei luoghi che hanno visitato tra fine maggio e i primi di settembre», ha spiegato l’organizzazione.

La mostra riesce così a documentare «un variegato spaccato del paesaggio contemporaneo, da scorci urbani a panorami da cartolina. Lo sguardo, immutato forse anche da secoli, è quello dei santi che dimorano nelle edicole votive, mentre lo scenario che si presenta loro di fronte è mutevole: alcuni di essi hanno ancora oggi come orizzonte campagne estese, fiumi e colline, altri si trovano invece a sorvegliare rotonde, parcheggi o cantieri».

«La mostra – ha anticipato l’istituzione – occupa i tre piani del Museo, procedendo verso una sempre maggiore astrazione e formalizzazione del lavoro. Si sviluppa a partire dal piano terra, dove la totalità dell’archivio – composto di immagini, racconti, riferimenti geografici – sarà consultabile grazie a una mappa navigabile della Lombardia. Nello spazio del primo piano una doppia video-proiezione consentirà di immergersi nella quasi totalità dell’archivio. Il percorso si conclude nella sala al secondo piano con le 90 opere che rimarranno parte delle collezioni del Museo, realizzate rielaborando nello spirito del progetto – una sorta di soggettiva della visione dei santi – i codici classici dell’esposizione fotografica: stampa, passepartout, cornice. L’esposizione è completata dai materiali che raccontano l’intero processo e da video interviste di alcuni partecipanti che racconteranno alcuni aneddoti e punti di vista personali sviluppati durante la ricerca».

 

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