02 maggio 2025

Fotografia Europea compie 20 anni e traccia un ritratto della Gen Z

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Il festival di Reggio Emilia dedicato alla fotografia segna un traguardo importante della sua storia. La ventesima edizione, che vede la direzione artistica di Walter Guadagnini, Tim Clark e Luce Lebart, coglie l'occasione per capire chi sono i ragazzi oggi, attraverso numerose mostre diffuse per la città

fotografia europea
Matylda Niżegorodcew, Octopus’s Diary. Lodz, Poland, 2023. Copyright Matylda Nizegorodcew

Cercando di cambiare il mondo lasciano tracce per il loro futuro. Che è il nostro presente. Avere vent’anni oggi significa anche questo. Ed è molto. Ce lo raccontano le mostre al festival Fotografia Europea di Reggio Emilia, fino all’8 giugno ai chiostri di San Pietro a Palazzo da Mosto e in altre sedi. Con il titolo Avere vent’anni festeggia anche il suo compleanno e coglie l’occasione per fare un’incursione e perlustrare la Generazione Z. Come sempre nel panorama dei festival italiani di fotografia è una finestra aperta oltre confine. «Quello che abbiamo esposto è il risultato di quello che vediamo nel corso dell’anno andando a cercare in giro per il mondo», dice Walter Guadagnini, uno dei tre direttori artistici insieme con Tim Clark e Luce Lebart. Insieme hanno disegnato un grande affresco a più riquadri di un “popolo” giovane e consapevole impegnato per affrontare la crisi climatica e per difendere le libere democrazie, oltre a svelarci anche le loro rivoluzioni esistenziali.

Andy Sewell, Slowly and Then All at Once, London, 2019 © Andy Sewell

Non a caso ai Chiostri di San Pietro il primo lavoro che si incontra è Slowky and Then all at Once di Andy Sewell: i grandi scatti che insieme compongono un’immagine più grande raccontano “le persone” che combattono per la difesa dell’ambiente e quelli che dovrebbero prendere le decisioni per risolverne gli attuali effetti catastrofici: chi ha il potere e chi protesta insieme ci fanno sognare l’ipotesi di un dialogo proficuo. Riprese ravvicinate di corpi, sia nelle manifestazioni che nei summit politici ci catapultano in mezzo al problema. Anche se tutti non abbiamo vent’anni e ideali freschi. In questo lavoro, come in molti altri da qualche tempo, c’è un’urgenza di illustrare facendo delle composizioni che vanno oltre l’unico scatto: immagini disposte su più pannelli abbozzando una sorta di storyboard per aggiungere informazioni al tema affrontato.

Marie Sumalla & Ghazal Golshiri, A young woman without a hijab stands on a vehicle as thousands of people make their way to the Aychi cemetery, to commemorate the 40th day of Mahsa Amini’s death, in Saqqez, her hometown in Iranian Kurdistan. Muslim tradition celebrates this date as the day of the soul’s passage to the afterlife, and the end of mourning, Saggez, Iranian Kurdistan, October 26, 2022, © Anonymous Author

La convinzione di avere ancora molte possibilità dà il coraggio di cambiare e la forza di agire intorno a quell’età a cifra tonda è ancora più evidente nella mostra You don’t die, di Ghazal Golshiri e Marie Sumalla, giornalista e photo editor iraniane di Le Monde. Al centro dei materiali esposti c’è la rivolta scoppiata dopo la morte il 16 settembre 2022 di Mahsa Amini. Si cammina in mezzo a schermi che proiettano video presi dai social che ci raccontano le manifestazioni che si sono succedute in Iran. Materiale “che scotta” come si dice, perché è vietato postarli per la legge iraniana. Si parte con il ballo di Mahsa e quello che altre ragazze hanno ripetuto per ricordare la sua ribellione ai divieti e in chiusura un video con una cantante famosa in Iran che canta in una sala vuota, a ricordare che dal 1998 le donne non possono cantare perché è considerato “troppo erotico”.

Thaddè Comar, It’s Raining, How Was You rDream © Thaddè Comar

Un allestimento che ci fa stare al centro di una ribellione è al primo piano: immagini in grande formato sospese all’interno di un grande rettangolo sopra la nostra testa, quasi a rimanere nascoste, di manifestazioni a Hong Kong. È il lavoro di Thaddé Comar, How was your dream?, composto da piccoli ritratti di volti di ragazzi con maschere, occhiali e accessori assemblati per proteggerne l’identità da metodi di controllo sociale sempre più pervasivi. La ricerca di libertà attraverso il corpo che balla, la musica e la condivisione è dell’inglese Vinca Petersen che con scatti da Polaroid svela i suoi viaggi per organizzare rave, per lo più illegali in Raves and Riot Constellation. Ha costruito anche delle sedute con delle sue immagini per rendere più comoda la visita, in memoria del padre che faceva stare scomodi quando approntava i ritratti di famiglia.

Claudio Majorana, Mal de Mer, Lithuania, 2022, Claudio Majorana / CESURA ©

Ma avere vent’anni vuol dire anche sentirsi disorientati, travolti dai dubbi, avvolti in una solitudine esistenziale e dalla difficoltà delle scelte sia personali che rispetto al proprio posto nel mondo. Come è quello che traspare dai volti dei ragazzi lituani, abitanti in una nazione con un passato politico non risolto e un presente da definire. Ritratti inquieti o dolci, pensierosi e sognanti immortalati come se fossero in una dimensione senza tempo immersi in paesaggi che ne riflettono gli stati d’animo. Una pluralità di volti che ricorda ritratti rinascimentali o immagini ottocentesche. Il senso di smarrimento si percepisce e le differenti ansie sono spiegate nei dittici: uno per tutti una ragazzina con un’espressione triste e a fianco una foto dall’alto di un incrocio di strade che sembra svelare il pensiero che la attraversa. È il lavoro di Claudio Majorana, Mal de Mer.

Jessica Ingram, Making Rank, Columbus, GA, 2013. Jessica Ingram © 2025

Il dubbio dell’adolescenza è stato risolto, forse un po’ forzosamente, dai ragazzi di We are Carver di Jessica Ingram. Ritratti degli studenti della George Washington Carver High School a Columbus, in Georgia dove si iscrivono i giovani delle classi sociali proletarie per cercare un futuro. Particolari, espressioni, composizioni rendono questo lavoro tra i più potenti del festival. E poi ci sono esposte le giornate qualunque e le notti segrete dei ragazzi nel mondo: Control refresh di Toma Gherza, una fotografa giovane di origine russa, ma cresciuta ad Amsterdam fa il punto sulla vita quotidiana della Generazione Z in Russia e nell’Europa Centrale. Un progetto interrotto dall’invasione in Ucraina che raccoglie le contraddizioni di una realtà in bilico tra le tradizioni e le abitudini del social media.

Kido Mafon, Liberating Paradise, Tokyo, 2020, Author: IFUCKTOKYO © EDEN presented by GLAMHATE – SHOW “SURRENDER”

Kido Mafon, utilizzando una Contax G1, scattando sulla pellicola rincorre il ritmo frenetico della Tokyo underground popolata da personaggi contro, e con un’estetica che urla il loro essere contro gli schemi in modo colorato e scomposto. Le relazioni personali e quelle sentimentali sono studiati in Frammenti di Karla Hiraldo Voleau ispirato ai Comizi d’amore di Pasolini. Un reportage che riesce a farci capire a che punto stanno i loro problemi perché ha affiancato ai ritratti delle interviste ai ragazzi. Vengono esposte insieme creando un risultato iconografico molto interessante: una foto di ritratto centrale e intorno la corrispondenza che riguarda la persona nello scatto.

Federica Sasso, Nicola, from the series Intagibile, 2025, © the artist and Fotografia Europea

Fotografia Europea si sviluppa in sedi storiche come Palazzo Da Mosto. Qui tra le mostre ci sono due progetti vincitori di una Open Call e uno realizzato per committenza di Fotografia Europa. Un confortante bagno di realtà che contraddice per fortuna i luoghi comuni sulle nuove generazioni testimoniando il loro impegno. Con Intangibile, Federica Sasso affronta una figura epocale e misconosciuta: il care giver, colui che assiste i familiari. La narrazione dà finalmente voce ai ragazzi tra i 18 e i 30 anni che dedicano molto del proprio tempo alla cura della famiglia giocandosi una parte importante della loro giovinezza. Nelle opere in mostra sono i care giver di Reggio Emilia, che assomigliano nel proprio sacrificio a quelli di ogni età. Un ruolo spesso non riconosciuto, ma molto pesante che implica grandi responsabilità e conseguenze psicologiche. Immagini che vanno oltre la cronaca creando una immagine costruita con immagini social e tecnologie.

Michele Borzoni e Rocco Rorandelli / TerraProject, Masked activist taking part to the Bassin Non Merci protest in France © Michele Borzoni e Rocco Rorandelli / TerraProject

Grande coraggio, organizzazione e un’enorme dose di idealismo, mostrano gli attivisti in Europa che protestano per il clima, spesso in conflitto con le istituzioni. Sono i protagonisti di Silent Spring, lavoro di Michele Borzoni e Rocco Rorardelli del collettivo Terra Project, accurato non solo fotograficamente, ma anche sul piano dell’informazione: nella prima sala si cammina su un tappeto con stampato un glossario dell’attivismo ambientale che aiuta a comprendere chi sono e che fanno. «La loro idea è segnalare la presenza di un problema. Fare presenza per testimoniare» commentano i due autori. Sono stati vicino a un’azienda che inquina come l’impianto di Neurath, una centrale elettrica a lignite in Germania, maggiore emettitore di anidride carbonica nel 2019 in Europa per il gruppo Trasporti e Ambiente della Ue. Spiegano i due fotografi, che hanno seguito i gruppi per un anno in giro per l’Europa. «Sono molto organizzati. Addirittura alcuni fanno dei corsi per imparare a partecipare a queste proteste affinché non si creino problemi e rimangano pacifiche». Sono i Code Rouge in Belgio, Soulevemant de la Terre, francesi tra i tanti. Incertezza, insicurezza, instabilità attraversano anche i ragazzi di Matylda Nizegorodcew che in Octopus’s Diary si è unita a loro per 48 ore abbracciandoli metaforicamente con i suoi tentacoli. Perché spesso sentono di non riuscire a far sentire la loro voce. Si sentono minuscoli.

Ra di Martino, Electric Whispers 3, Beirut 2024 © l’artista

We world porta invece gli sguardi di 30 giovani donne dal Kenya, Tanzania e Mozambico della Swahili cost in Women see many things. Una importante opportunità per sapere di più di questi luoghi. Questi scatti sono il risultato di tre workshop realizzati all’interno del progetto Costruire la pace cofinanziato dall’Unione Europea. Rä di Martino con Electric Whispers, realizzato con l’Istituto di cultura italiano di Beirut, porta le espressioni dei ragazzi del Libano che vivono in una terra di conflitto senza fine.

fotografia europea
Fotografia Europea 2025

A Palazzo dei Musei si sfoglia ancora la monumentale opera fotografica e concettuale di Luigi Ghirri. Quest’anno la mostra curata da Ilaria Campioli, Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia porta alla scoperta su come guardare il paesaggio con il suo medium, la fotografia: si tratta delle lezioni tenute all’Università del Progetto a Reggio Emilia tra l’89 e il ’90. Alla fotografia emergente è invece dedicata Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri, a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, open call promossa dal Comune di Reggio Emilia che ha visto per la dodicesima edizione la vittoria di Davide Sartori con il progetto The shape of our eyes, other things I wouldn’t know, un’esplorazione psicologica e affettiva del legame padre-figlio. Allo Spazio Gerra, trova spazio una mostra sulla Resistenza in occasione degli 80 anni: Volpe Laila Slim e gli altri. Un confronto attraverso la storia tra chi combatteva allora e chi oggi prova a portarne avanti la memoria e le battaglie. Generazioni a confronto in cerca di libertà, ieri come oggi.

Daido Moriyama, For Provoke #2, Tokyo, 1969. © Daido Moriyama/Daido Moriyama Photo Foundation

Come ogni anno i Chiostri di San Pietro accolgono una retrospettiva, questa volta dedicata a Daido Moryama, pioniere della street photography. Parte dai primi lavori per le riviste giapponesi, alle riflessioni sul fotogiornalismo, la rivista Provoke e il suo libro storico Farewell Photography del 1972. Moryama usa la fotografia come un linguaggio democratico promosso dai mass media: un punto di vista sulla storia del Giappone dal Dopoguerra a oggi per mettere in evidenza il contrasto tra la tradizione giapponese e l’occidentalizzazione, mostrando le contraddizioni della società capitalista. Un nero velluto accoglie le sfumature di grigio e bianchi intensi che seguono la sua regola estetica chiamata: are, bure, boke ovvero sgranato, indistinto, sfuocato.

fotografia europea
Fotografia Europea 2025

Una mostra con un allestimento dove le foto sono assemblate a formare dei polittici che coinvolgono vari temi affrontati: il ruolo della fotografia, la circolazione e il consumo delle immagini. Il corpo, la strada, l’informazione. Ricchissima di installazioni e libri molto rari dell’autore. «Si va avanti. E il tempo, anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una linea d’ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro». Così Joseph Conrad in Linea d’ombra indica il confine che intercorre tra l’adolescenza e l’età adulta. Una linea piena di energia e coraggio, ma anche di dubbi, incertezze e inquietudini. Che questo festival ci permette di comprendere con reportage, esperimenti, fotografia d’arte.

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