25 maggio 2022

Lady Tarin racconta la Biennale di Venezia con la fotocamera Xiaomi 12 pro

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Dall’analogico al digitale, Lady Tarin utilizza la fotocamera Xiaomi 12 pro per realizzare il suo racconto visivo della 59ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia

Lady Tarin

Henri Cartier-Bresson sosteneva che la fotografia fosse un modo di vivere e che consistesse nell’allineare la testa, l’occhio e il cuore. Lady Tarin, dopo varie esperienze in veste di fotografa di moda, a partire dal 2008 ha sentito la necessità di iniziare un percorso artistico allineando testa, occhio e cuore, manifestando la propria indole narrativa attraverso scatti in analogico. In occasione della 59ma edizione della Biennale di Venezia, la Xiaomi Italia, sponsor del Padiglione Italia che attualmente ospita l’opera di Gian Maria Tosatti, ha lanciato una sfida a Lady Tarin: immortalare i momenti salienti dei giorni del vernissage della Biennale, utilizzando la fotocamera digitale dello Xiaomi 12 Pro. Tarin ha accettato la sfida svolgendo un lavoro eccellente e uscendo dalla propria comfort zone, sperimentando con la fotografia digitale e confrontandosi con momenti di intensa frenesia come quelli della manifestazione artistica più importante al mondo.

Lo scorso 6 maggio, presso la Project Room di Marignana Arte di Venezia, è stata inaugurata la mostra “Art Tales”, che resterà aperta al pubblico per un mese. L’esposizione vede come protagonisti i racconti d’arte proposti dal sapiente occhio di Lady Tarin, la quale consente di assaporare la dimensione quasi surreale della Biennale, specie nei primi giorni in cui tutto è nuovo per tutti, artisti compresi. La stessa Lady Tarin si è rivelata entusiasta e stupita dalle potenzialità dei nuovi strumenti che, guidati da uno sguardo artistico, hanno potuto consentire lo svolgimento di un lavoro sorprendente e di matrice reportistica.

Generalmente il fruitore viene posto dinnanzi all’opera per interfacciarsi in maniera diretta con essa, eppure negli scatti di Lady Tarin l’opera risulta marginale, lo spettatore viene posto di fronte a una riflessione tra il rapporto che vi è tra luoghi e arte, considerando come componente fondamentale le dinamiche umane che si creano attorno. In tal senso, l’approccio adottato da Tarin dialoga con ciò che Tosatti stesso ha espresso in diverse occasioni, stabilendo come quinta dimensione del proprio operato proprio l’esperienza, che va ad aggiungersi alle quattro dimensioni fisiche.

L’intento di Tarin è mostrare ciò che vi è dietro l’opera: nel caso di “Storia della Notte e Destino delle Comete”, l’immagine che ritrae dal piano superiore le postazioni delle macchine da cucire vuote, che visivamente conferiscono un ritmo modulare, restituisce al fruitore quel senso di silenzio, riflessione, interrogativi che sorgono nella mente.

Ma la vera e propria opera ritratta da Lady Tarin è ciò che è dietro le opere, come le espressioni di Gian Maria Tosatti ed Eugenio Viola, curatore del Padiglione Italia, entrambi ripresi negli ambienti esterni all’Arsenale. Altre immagini raccontano la dimensione umana che vi è dietro una manifestazione artistica di questa portata: emozioni, riflessioni, gioie e stanchezze fisiche che solo chi le ha vissute almeno una volta può comprendere appieno. “Art Tales, racconti d’arte”, è un viaggio tra esperienze che rendono l’essere umano più umano.

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