05 maggio 2023

Other Identity #60. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Ramona Zordini

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo millennio: la parola a Ramona Zordini

RamonaZ ordini, Apokalipsis#1, 2020, stampa Baritha, 50x70

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistata è Ramona Zordini.

 

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Other Identity: Ramona Zordini

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«La mia Rappresentazione di arte è legata alle connessioni energetiche tra uomo e natura, oggi purtroppo ai minimi storici e al personale vissuto che si ripercuote in ogni pensiero. Credo sia necessario un equilibrio nell’ascolto di questi due elementi per poter fare arte».

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«È una domanda complessa a cui non so dare risposta, credo che l’arte contemporanea sia un ingranaggio sociale troppo complesso per essere trattato nel singolo».

Ramona Zordini, Apokalipsis#7, 2020, Collage fotografico, 50×70

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Ben poco, so che nella società moderna apparire equivale ad esistere e quindi fare, essere attivo, ma credo che per il benessere di tutti ci sia da fare nei prossimi anni una vera e propria inversione di tendenza e ricercare nuovamente la qualità del vivere e del creare a dispetto della presenza virtuale come forma di realizzazione».

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Si dice che tutto sia già stato fatto, che ogni cosa oggi sia la copia o la rivisitazione di qualcos’altro. Sono d accordo, ma stiamo dimenticando la vera motivazione per cui l’arte esiste…per il benessere dell’artista. Che sia per procacciarsi il cibo o che sia per necessita intellettuale e spirituale, l’arte nasce dalla necessità come tutta le cose, per cui dovremmo smettere di pensare al nuovo e all’originale della collettività e ricominciare a pensare al singolo, perche è dal singolo che attraverso il proprio filtro sul mondo genera idee, che nasce qualsiasi cosa».

Ramona Zordini, Apokalipsis#8,2020, Collage fotografico, 50×70

Il nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Stranamente l’artista è l’unico lavoro in cui non è concesso ammettere la propria mansione senza risultare pomposi, ma sì, nel mio intimo mi piace definirmi cosi».

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Più che un identità diversa mi sarebbe piaciuto vivere in un tempo dove l’artista potesse avere più possibilità di vivere del proprio lavoro in autonomia, senza crisi economiche, crisi climatiche e pandemie globali a decorare il tutto di preoccupazioni».

Ramona Zordini, Apokalipsis#9,2020, Stampa Baritha, 50×70

Biografia

Ramona Zordini è una fotografa/artista visuale che vive a Brescia. La sua e una fotografia delicata e onirica, a tratti sfacciata ed incalzante. I suoi lavori sono stati esposti in spazi come il Museo S.Giulia di Brescia, il Museo agli Eremitani di Padova, il Museo MACS di Catania e tanti altri. Il suo progetto è stato pubblicato su magazine come Hi fructose Magazine, Uno kudo, ZOOM Magazine e altri, ha inoltre prestato il proprio lavoro per copertine di libri e locandine di film.

Ramona Zordini

La sua ricerca artistica nasce dal mezzo fotografico imponendo fin da subito la necessità di eliminare le delimitazioni spaziali e mentali di opera fotografica quadrata e bidimensionale. Lavora principalmente sul concetto di mutamento, di trasformazione psico-fisica, attratta più dal divenire scandito e modificato dal tempo che dal processo compiuto, spesso attrice del suo stesso lavoro, si serve dell’arte per esplorare le proprie scatole chiuse e scoperchiarle. Negli ultimi anni, cercando di soverchiare le delimitazioni spaziali ha unito la fotografia del corpo al cucito, all incisione, al disegno e ad altre tecniche.

Ramona Zordini,Diary#1,2019, stampa Baritha, 50×90
Ramona Zordini,Diary#2,2019, stampa Baritha, 50×90
Ramona Zordini,Diary#3,2019, stampa Baritha, 50×90

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