21 dicembre 2020

2020, il bilancio di Sotheby’s Italia

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Il Managing Director Filippo Lotti commenta un'annata quanto mai insolita, combattuta a suon di capolavori e di nuovi record

Alberto Burri, Composizione con sughero, 1954. Sotheby's Italia
Alberto Burri, Composizione con sughero, 1954. Sotheby's

«Un anno inedito questo 2020, difficile dunque paragonarlo ad altri». Così Filippo Lotti, Managing Director di Sotheby’s Italia, introduce i risultati degli ultimi 12 mesi, in un contesto decisamente fuori dall’ordinario. Eppure mai come quest’anno le case d’asta sono state in grado di adattarsi, di reinventarsi, di attingere a fonti sempre nuove; e gli effetti – lo sappiamo – sono arrivati forti e chiari, con tanto di vincitore nella storica rivalità tra Sotheby’s e Christie’s (ne parlavamo qui). A partire dall’incanto online di giugno, insomma, la maison di Patrick Drahi non si è più fermata e ha continuato a combattere gli imprevisti a suon di capolavori, di record, di tassi elevati di sell-through. Ma diamo uno sguardo più approfondito agli esiti annuali del distaccamento italiano, con ben 8 aste, 900 lotti (30% in più rispetto al 2019), una percentuale di venduto media dell’89.4% e un incremento pari al 40% di nuovi compratori.

Il commento di Filippo Lotti, Managing Director di Sotheby’s Italia

«La sede italiana, con le due vendite tradizionali dell’anno di Arte Contemporanea, di giugno e di novembre (tradotte online), ha consolidato un totale pari a € 18.244.135. A tale cifra va sommato l’esito delle altre sei vendite che insieme realizzano € 4.173.311. L’elenco delle prime dieci aggiudicazioni dell’annata vede Giorgio Morandi occupare le prime tre posizioni, con storiche Nature Morte, datate dal 1946 al 1951. La cifra più alta va all’esemplare del 1951, analogo ad un dipinto conservato presso il Tel Aviv Museum of Art. Anche le opere di Mario Schifano sono da alcuni anni protagoniste delle vendite milanesi.

Nel 2020, Schifano ha contribuito con due smalti degli anni Sessanta, in giugno con En Plein Air, 1963, venduto a € 432.500. Il dipinto di Schifano proposto a novembre ha quasi raddoppiato la stima massima affidatagli dagli esperti: Ossigeno ossigeno, una tela del 1965, di ottima provenienza e pedigree espositivo, da € 260.000 – 350.000 è stato aggiudicato a € 678.000. Ben sette lotti presentati nel corso delle due aste hanno superato i 500.000 euro e, tra questi, ricordiamo, il Burri del 1954, già esposto al MoMa, New York, nel 1957, andato a € 552.500 e il Fontana, Concetto Spaziale del 1966 che è stato conteso sino a € 552.500, da una valutazione di € 300.000 – 400.000. Prosegue anche quest’anno l’apprezzamento per Alighiero Boetti con un esemplare della serie “biro”, proveniente da un collezionista milanese che ha acquistato l’opera direttamente dall’artista (venduto per € 468.500) ed un arazzo, con al centro una poetica frase umanitaria in Farsi, passato di mano per € 399.700.

Giorgio Morandi, Natura morta, 1951. Sotheby's Italia
Giorgio Morandi, Natura morta, 1951. Sotheby’s
Alexander Calder, Untitled, 1956. Sotheby's Italia
Alexander Calder, Untitled, 1956. Sotheby’s

Un collezionista privato asiatico ha acquisito il de Chirico del 1951, Interno Metafisico con Officina a € 351.300. Fra gli artisti stranieri dell’anno vanno evidenziate le aggiudicazioni per i lavori degli anni ’50 – ’60 di Albers (Study to Homage to the Square: Reddish in Orange with Gray – € 327.100), Brauner (L’Attente – € 252.000) e Mathieu (Composition – € 252.000). Nell’ambito della scultura spiccano, tra gli altri, Planetario di Melotti, in ottone e acciaio inox (venduto per € 250.000), la terracotta smaltata del ’63 di Leoncillo (che ha trovato un acquirente per € 275.000), il piccolo “mobile” del ‘56 di Calder dedicato a Irene Brin, giornalista, scrittrice e fondatrice della celebre galleria romana l’Obelisco (passato di mano per € 436.000) e l’iconica Merda d’Artista di Piero Manzoni (aggiudicata per € 250.000). Con l’asta di novembre si è inoltre conclusa con successo la vendita, divisa in due parti ed iniziata nel 2019, della collezione privata di ceramiche prodotte da Fausto Melotti negli anni ’50 – ’60.

Nell’anno abbiamo calibrato le due proposte d’asta, in un’alternanza tra artisti italiani e internazionali, per accrescere l’interesse dell’audience straniera, presentando con successo nomi mai passati in asta in Italia, come il cinese Liu Ye, noto anche grazie alla recente mostra della Fondazione Prada. Dell’artista, l’acrilico su tela del 2006 The Last Tempter da una stima di € 180.000 – 250.000 è stato aggiudicato a € 275.000. Inoltre, citiamo una presenza femminile, quella della celebre Yayoi Kusama con un suo Dots Accumulation del 1993 che ha superato la stima più alta, andando esitato a € 237.500.

Infine, ricordiamo il world record per De Dominicis – artista assai raro in asta – registrato a giugno, con una tavola a sviluppo verticale che da € 80.000 – 120.000 ha totalizzato ben € 492.500. L’asta milanese di Contemporary Art prevista per aprile, poi tempestivamente posticipata in modalità online al mese di giugno, con oltre 10 milioni di euro ha registrato il fatturato più alto in Europa nel primo semestre 2020. A novembre l’84% degli acquisti è andato a collezionisti privati provenienti dall’Europa, seguiti da americani e asiatici».

Liu Ye, The last tempter, 2006. Sotheby's Italia
Liu Ye, The Last Tempter, 2006. Sotheby’s
Yayoi Kusama, Dots Accumulation, 1993. Sotheby's Italia
Yayoi Kusama, Dots Accumulation, 1993. Sotheby’s

 

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