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All’asta la collezione personale della gallerista Barbara Gladstone
Mercato
Sembra che Sotheby’s l’abbia spuntata anche sui capolavori di Barbara Gladstone, alla fine. La super gallerista scomparsa nel 2024 che «ha cambiato il significato di vivere con l’arte, e di credere nell’arte», come la definisce Lisa Dennison, Chairman di Sotheby’s Americas. E una collezione che «non è solo un insieme di artisti rinomati, ma una testimonianza profondamente personale del suo occhio acuto, delle relazioni che ha coltivato, della sua visione unica dell’arte contemporanea». Così, dopo i maestri del dopoguerra appartenuti a Daniella Luxembourg, la major annuncia un’altra selezione blasonata (12 lotti, in tutto) pronta a sfidare il mercato. Ovviamente a maggio, ovviamente a New York, stima parca oltre i $ 12 milioni. I pezzi forti? Due dipinti seminali di Richard Prince, l’artista che Gladstone ha sostenuto all’inizio della sua carriera – prima ancora della benedizione del mercato. Uno è il monumentale Man Crazy Nurse (2002-2003), erotismo e narrativa pulp fuse insieme su tela, una sorta di eroina solitaria tratta dalla cover del romanzo di Peggy Gaddis – ma senza figura maschile a seguito, immersa solo in campiture scarlatte, drips colanti, nebbia, astrazione. Fu esposto nella storica mostra Nurser Paintings del 2003 («Non solo», specifica Lucius Elliott, Head of Sotheby’s Contemporary Evening Auctions, New York , «Barbara Gladstone lo volle nella sua personale collezione, a testimonianza della sua qualità e importanza eccezionale»); poi ancora nella fondamentale retrospettiva Spiritual America al Solomon R. Guggenheim Museum, nel 2007. Vedi alla voce: capolavoro, con valutazione monstre annessa di $ 4-6 milioni. E perfettamente in pendant con Are You Kidding? (1988), un’altra tela iconica di Prince, della serie dei Monochromatic Joke stavolta. Di quelle battute taglienti che fluttuano su sfondi monocolore, che «sembrano» – dice Lisa Phillips – «una presa in giro della pittura tutta e dell’idea che l’arte sia qualcosa su cui lavorare». Il pronostico di Sotheby’s: $ 2,5-3,5 milioni.

È solo uno degli artisti, Prince, che Barbara Gladstone ha sostenuto negli ultimi decenni. La sua collezione prese le mosse a partire dagli anni ’70, mentre insegnava storia dell’arte alla Hofstra University. Nel 1980 la svolta, fondò la galleria che porta il suo nome. Poi una sera incontrò Robert Mapplethorpe, uscì con lui a cena, e da lì iniziò a incontrare altri artisti, sviluppò con loro relazioni non solo commerciali, ma radicate nella fiducia, nel supporto genuino. Uno dopo l’altro, e in dialogo tra loro: Matthew Barney, Jim Hodges, Rosemarie Trockel, e ovviamente Richard Prince. Di Barney, la Gladstone Gallery ospitò la personale d’esordio Facility of Decline, correva l’anno 1991. Nel 2003 fu il turno degli iconici Nurse Paintings di Richard Prince – tra cui l’esemplare milionario proposto a maggio all’asta, tra i grattacieli di New York. «Gladstone contribuì a ridefinire il concetto di galleria commerciale», rivelano da Sotheby’s, «abbracciando video, installazioni e pratiche socialmente impegnate che sfidavano ogni facile categorizzazione. Il suo programma affrontò senza timore alcune delle questioni più urgenti del momento – dalla crisi dell’AIDS al capitalismo globale, all’identità, alla guerra e al dolore – consolidando il suo ruolo non solo di trendsetter, ma di forza culturale». E di pari passo, insieme alle opere in vendita in galleria, cresceva e si rafforzava anche l’identità della sua raccolta personale.

Ed eccola da Sotheby’s: ci sono i Flowers (1964) di Andy Warhol in vendita, a maggio, uno dei soli quattro esemplari della serie a presentare fiori neri su uno sfondo verde vivido. Quasi una vanitas, eppure pop, e quindi seriale, inquietante, distaccata, seducente perenne. Stima 1-1,5 milioni. C’è l’opera Memory Ware Flat #42 di Mike Kelley (2003), un’indagine tra trauma e nostalgia. Stima: $ 700.000-1 milione. Poi Elizabeth Peyton, Carroll Dunham, Sigmar Polke. E si chiude con un autoritratto nei toni del grigio, è parte di una delle serie più psicologiche di Rudolf Stingel («storia della malinconia», l’ha definita Francesco Bonami), fatta di fotorealismo, introspezione esistenziale, scorrere del tempo, memoria. Umana e universale. Stima $ 1,5-2 milioni. «Per chi di noi venera gli artisti», dichiara David Galperin, Vice Chairman, Head of Contemporary Art, Sotheby’s Americas, «Barbara Gladstone è stata una vera visionaria, la sua collezione personale incarna una vita di sfide alle convenzioni. Ogni opera è stata scelta con cura, ciascuna porta l’impronta del suo occhio unico, della sua brillantezza, del suo coraggio». Verdetto a New York.

