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Apre e chiude in bellezza TEFAF New York, edizione 2025. Preview 8 maggio, apertura al pubblico dal 9 al 13, quest’anno ha ospitato 91 espositori da ogni parte del globo, nessun limite tra arte moderna, contemporanea, e poi gioielli, antichità e design (ve lo anticipavamo qui, a poche ore dall’apertura ufficiale). Avvistati ospiti e collezionisti super vip fin dalle prime ore d’apertura, c’erano – tra gli altri – Steve Martin, Brian McCarthy, David Netto, Jamie Niven, Ashley Olsen, Carolina Herrera, Young Paris, Kathy Rayner, il Principe Dimitri di Jugoslavia. E le vendite? Vi segnaliamo qui quelle più altisonanti, molte consumate fin dalle primissime battute della preview.
«È stata un’apertura estremamente intensa per quest’anno, forse anche più dell’anno scorso», ha confermato il gallerista Thaddaeus Ropac, dell’omonima galleria. «Come ci aspettiamo dai partecipanti al TEFAF, stiamo incontrando collezionisti estremamente sofisticati e informati. Il fatto di avere una personale incentrata sui nuovi dipinti di Daniel Richter ha suscitato una risposta molto positiva, che si riflette nella rapida decisione dei collezionisti di acquistare. Nelle prime due ore abbiamo venduto la maggior parte delle opere presenti nel nostro stand». Inclusi il già citato olio su tela di Daniel Richter, Sperlingskleine WEISE (2024) e Triumpf des Höhnischen, ciascuno con un prezzo superiore a 470.000 dollari.

Allo stand 212, David Aaron ha venduto proprio in apertura The Hultmark Horus, una scultura in bronzo, per quasi 700.000 dollari a un acquirente privato. Untitled (1959) di Lee Bontecou è stato venduto per circa 2 milioni di dollari da Marc Selwyn Fine Art/Ortuzar. Marc Selwyn Fine Art/Ortuzar ha riscontrato anche un forte interesse istituzionale per la grande scultura di Lee Bontecou «che costituisce il fulcro del suo stand».E ha iniziato con il botto anche David Tunick, che ha assegnato lo straordinario ritratto double-face dell’unico figlio di Paul Cézanne, intitolato Tre ritratti di Paul e studi da Pedro de Moya e Tintoretto (recto) Ritratto di Paul e studi (verso), del 1879-1880 circa, per un non meglio precisato numero a sei cifre.

Viva le personali all’interno della fiera, delle vere e proprie mostre nel bel mezzo dei labirintici corridoi, dei booth. E fanno bene anche alle vendite, non è cosa nuova: nel giorno di apertura della fiera, David Zwirner ha piazzatoquattro sculture a un prezzo compreso tra 320.000 e 2,8 milioni di dollari e sei opere su carta a un prezzo compreso tra 50.000 e 160.000 dollari dal suo stand dedicato alle opere di Ruth Asawa. Stessa storia per la Gladstone Gallery, sono volati ben 45 disegni di George Condo per 15.000-150.000 dollari. Nello stand di Anne Imhof, Sprüth Magers ha venduto invece tre opere a matita su carta per un valore compreso tra 11.000 e 33.000 dollari e una fusione in bronzo per oltre 280.000 dollari. Tutto esaurito anche per i nuovissimi dipinti di Anna Weyant, creati appositamente per la fieranello stand 350 firmato Gagosian.
Altri numeri interessanti, qua e là: Leon Tovar ha registrato un’apertura di successo, aggiudicate subito due opere a tecnica mista su carta di Emma Reyes, Flor (1976) e White Poppy (1979). Via anchel’Achrome (1962) di Piero Manzoni da Cardi, l’ha venduto a un collezionista americano per oltre 330.000 dollari, e poi ancora Bianco (1989) di Agostino Bonalumi, che aveva un asking price di 120.000 dollari. Andati – sempre da Cardi – UNTITLED_0305 (2024) e UNTITLED_0302 (2024) di Davide Balliano, questi presentati con un asking price 35.000 dollari ciascuno; e ancora Giallo-bianco-nero (1980) e Blank Demi Frame (1980-1981) di Mimmo Rotella, per 55.000 dollari ciascuno. Grande entusiasmo dallo stand di Friedman Benda, che presentava quest’anno, tra gli altri, l’unico esemplare di totem realizzato dall’architetto e designer Ettore Sottsass nel 1966, esposto l’ultima volta nel 2019 in occasione della mostra Ettore Sottsass and the Social Factory presso l’ICA di Miami.

È lungo l’elenco delle assegnazioni, fin dalle prime ore: da Lisson Gallery passano di mano, tra le altre, Wall Tappan Deep Red (2025) di Sean Scully per 500.000 dollari; Zacimba Gaba (2025) di Dalton Paula per 200.000 dollari; Be Me (A Thousand Flowers) di Kelly Akashi, 2021 per 50.000 dollari; e Tierra y fibra 3 (1988) di Olga de Amaral. Mentre un altro gifante, White Cube, allo stand 355, vende You please me (2022) di Tracey Emin per quasi 400.000 dollari, le acqueforti a colori di Julie Mehretu intitolate Six Bardos: Hymn (Behind the Sun) (2018) per 250.000 dollari e l’acrilico su tela Brave Men Study I (1995) di Ed Ruscha. Si chiude il sipario.
