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La sua barba imponente, con basette folte, mento rasato e baffi arricciati all’insù, divenne iconica in tutto l’impero. Anzi, quello stile, quell’accessorio così meticolosamente curato, non fu mai soltanto una questione di moda: fu un vero simbolo di vigore, e poi un segno distintivo dell’orientamento politico, a suo modo. La chiamarono per antonomasia barba alla Francesco Giuseppe, e lui – l’imperatore – usò persino un’apposita fascia notturna per mantenere quella forma così accentuata, ultra nota. Adesso, a Vienna, Dorotheum mette all’asta un lotto per veri cultori: proprio la ciotola in porcellana con relativo catino e pennello da barba utilizzati dall’imperatore per curare quella barba leggendaria, tutti ovviamente muniti di certificato di autenticità (firmato da Eugen Ketterl, l’ultimo valletto personale). La stima? Una cifra compresa tra € 2.000 e 4.000. «Lo stesso Ketterl», aggiungono dalla maison, «ottenne il permesso di vendere durante la vita del sovrano alcuni oggetti personali di quest’ultimo, integrando così il proprio stipendio». E c’è anche un rasoio da barba dell’imperatore un tempo di proprietà dell’Arciduchessa Maria Valeria, figlia di Francesco Giuseppe e di Elisabetta. Potrebbe passare di mano per € 2.000-4.000.

Ma non sono gli unici lotti speciali provenienti dalla casa imperiale austriaca e dalle grandi dinastie europee, tutti offerti il prossimo 12 giugno da Dorotheum. E quindi: presente la Campagne-Attila, la giubba appartenuta all’Imperatore Francesco Giuseppe I (accompagnata anche stavolta da un certificato di autenticità sigillato del suo valletto personale Eugen Ketterl), ovvero la storica uniforme da Feldmaresciallo in tenuta ungherese da campagna. «Oggi è di grande rarità», specificano dalla casa d’aste, «ne esiste probabilmente un solo altro esemplare, conservato nel deposito del Kunsthistorisches Museum di Vienna». L’Imperatore indossava questa uniforme in occasione dei suoi soggiorni nella metà ungherese dell’Impero o nelle vesti di Re d’Ungheria, oggi il lotto va all’incanto per € 30.000 – 50.000. Presenti anche un paio di pantofole personali dell’Imperatore, ricamate con filati policromi (€ 2.000 – 4.000) e un calzascarpe in tartaruga (€ 1.000 – 2.000).

Si arriva così agli oggetti personali appartenuti all’Imperatrice Elisabetta, incluso un ventaglio da lutto risalente agli anni intorno al 1890, dipinto a mano con motivi di fiori e farfalle dalla figlia dell’Imperatrice, l’Arciduchessa Maria Valeria (stima € 4.000-8.000); ancora, un elegante parasole in pizzo nero e seta proveniente dalla Casa d’Asburgo; un viaggio in Egitto del 1891 è documentato da un album fotografico intitolato ALESSANDRIA – Dintorni e vedute del Nilo (€ 4.000 – 6.000); mentre due fazzoletti personali dell’Imperatrice, risalenti al periodo anteriore al matrimonio del 1854, quando era ancora Duchessa in Baviera, recano il monogramma ricamato in bianco “E” sormontato dalla corona reale bavarese e sono stimati ciascuno tra i € 1.500 e € 3.000.

Occhi puntati sul dipinto di Georg Martin Ignaz Raab, stimato tra i € 20.000 e € 40.000. Il pittore ritrasse l’Imperatrice trentenne in occasione della sua incoronazione a Regina d’Ungheria nel 1867, con l’abito da cerimonia in broccato d’argento e pizzi, corpetto in velluto blu notte e decorazioni in perle, disegnato dal celebre couturier parigino Charles Frederik Worth e ispirato al costume tradizionale ungherese. E si chiude in bellezza con un‘ampia collezione di circa 80 pezzi in miniatura d’argento — tra servizi da tè e caffè, mobilio e figure — che un tempo servivano da giocattoli per i bambini della Casa d’Asburgo. Appuntamento a Vienna.