05 luglio 2025

IVA al 5%: e ora cosa succede? Parola alle gallerie italiane

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Che cosa cambierà, in seguito all'approvazione dell'aliquota agevolata, per le gallerie italiane (e con sede in Italia)? Ecco la terza parte dell'indagine di exibart

iva arte

Non è ancora scritto nero su bianco sulla Gazzetta Ufficiale, ma la riduzione dell’IVA dal 22% al 5% ha scatenato una certa euforia generale. Si parla di un Paese – l’Italia – che tornerà finalmente competitivo su scala internazionale, là dove Francia e Germania avevano già abbassato l’aliquota IVA rispettivamente al 5,5% e al 7%. Ora è il tempo di un nuovo capitolo del mercato nostrano, pare. Anche se in molti si domandano quale sorte spetti ai protagonisti del mercato secondario, a chi applica il regime del margine. Ecco che cosa ne pensano le gallerie italiane (III PARTE).

Chiara Tiberio, P420

«Siamo molto felici che il Governo abbia ascoltato le richieste di tutto il settore dell’arte italiana che chiedeva da tempo questo abbassamento. Siamo di fronte a un risultato storico, la riduzione dell’IVA al 5% porterà numerosi vantaggi a tutto il sistema dell’arte in Italia. Un sistema fatto da gallerie, artisti, ma anche di tanti artigiani e lavoratori le cui attività ruotano intorno al mercato dell’arte. A livello nazionale aiuterà il collezionismo locale alleggerito da un IVA al 22% sul prezzo d’acquisto. A livello internazionale aiuterà le gallerie e gli artisti italiani ad essere competitivi con i colleghi europei, quindi saremo attrattivi per un collezionismo più ampio. Partecipando a numerose fiere nazionali e internazionali abbiamo sempre riscontrato una forte resistenza a pagare un’aliquota IVA cosi alta quando, in altri Paesi, opere dello stesso artista si potevano acquistare con un’IVA molto più bassa».

Tatiana Martyanova, C+N Gallery CANEPANERI

«L’introduzione dell’iva al 5% è sicuramente un’importante conquista per tutto il mondo dell’arte sia per gli operatori che per gli appassionati collezionisti. Un allineamento ai parametri europei che ci inserisce al primo posto per aliquota più bassa. A questo punto le vendite e gli acquisti sono estremamente facilitati con costi ridotti sia per importazioni che per vendite dirette, e per noi che lavoriamo con tanti artisti internazionali è fondamentale. Un incentivo per i collezionisti a comprare in Italia e non oltre confine. Resta da chiarire se l’applicazione sarà fruibile anche nel caso del regime a margine che è sicuramente il metodo più usato. In definitiva una notizia importante e positiva, in un momento in cui il mercato sta soffrendo parecchio l’instabilità internazionale e l’andamento oscillante delle borse».

Giulia Biafore, Galleria Studio G7

«Ridurre l’IVA al 5% è un passo concreto e proiettato al futuro. Promuoviamo un programma che incentra la propria attenzione sull’arte italiana, con la volontà di affermarla nel contesto internazionale: l’auspicio è che questa misura non sia solamente un incentivo fiscale, ma diventi strategico, riportando l’attenzione all’aspetto culturale dell’arte contemporanea».

Secci Gallery

«Si tratta senza dubbio di un importante passo avanti per il mercato dell’arte italiano. Finalmente torniamo a essere competitivi a livello europeo. L’abbassamento delle soglie fiscali comporterà una lieve riduzione degli incassi per lo Stato, ma rappresenta una misura necessaria per sostenere la competitività del mercato. In un contesto globalizzato, infatti, molti collezionisti preferivano acquistare all’estero per poi importare le opere in Italia. Con questo intervento, si favorisce una maggiore attrattività del mercato nazionale».

Pinksummer

«Siamo felici del risultato ottenuto e ci auguriamo che si traduca in un aumento delle vendite. Per i privati italiani, collezionisti e appassionati è una bella opportunità per crescere».

Laura Trisorio, Studio Trisorio

«Accogliamo con entusiasmo la riduzione dell’IVA al 5%. Per chi lavora quotidianamente nel mondo dell’arte si tratta di un passo importante, atteso da tempo. Fino ad oggi, il mercato italiano ha dovuto confrontarsi con un sistema fiscale spesso sfavorevole rispetto ad altri paesi europei. Un’IVA al 22% pesava tanto sul collezionista quanto su chi, come noi, investe risorse ed energie nel sostenere gli artisti, promuovere mostre, costruire relazioni con il pubblico. Con l’IVA ridotta le opere d’arte diventano più accessibili, il carico fiscale si alleggerisce e le gallerie italiane possono tornare a competere a livello internazionale. Questo non significa solo rendere più sostenibili le nostre attività, ma anche favorire una maggiore circolazione dell’arte, incentivare il collezionismo, rafforzare il lavoro degli artisti. Speriamo che questo intervento rappresenti non un punto di arrivo, ma l’inizio di unavisione più ampia e strutturale: una politica culturale che sappia davvero accompagnare e valorizzare il sistema dell’arte in Italia».

Niccolò Fano, Matèria

«Si tratta sicuramente di un cambiamento importante. Rimango cauto sull’impatto che la manovra potrà avere sul mercato interno, ancora segnato da problematiche profonde, spesso di natura culturale e in parte autoinflitte. Più ottimista, invece, la mia lettura sul fronte internazionale: il vantaggio competitivo in Europa è oggettivo, e c’è la speranza che questa misura porti a una maggiore attenzione da parte del pubblico estero verso artisti e gallerie italiane, favorendone così la crescita e la visibilità a livello globale».

Thomas Brambilla, Thomas Brambilla Gallery

«La nostra risposta è molto semplice…
Che cosa cambia nel concreto, per voi, con la riduzione dell’IVA al 5%?
Risposta: che il 17% di differenza sarà l’imposta di valore aggiunto ai nostri conti correnti!»

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