10 settembre 2020

miart 2020: la preview dell’edizione digitale

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Ha inaugurato ieri la fiera d'arte internazionale più amata dai milanesi, che per la prima volta si svolge online, su una nuova piattaforma. L'abbiamo visitata in anteprima per voi

Joseph Kosuth, Existential time #10 (2019). Lia Rumma
Joseph Kosuth, Existential time #10 (2019). Lia Rumma

Dopo mesi di sospensione, incertezze e slittamenti vari, miart 2020 è arrivata; o meglio, è approdata sulla piattaforma con cui l’evento inaugura la sua primissima edizione digitale. Organizzato da Fiera Milano e diretto da Alessandro Rabottini, il nuovo format segna così la ripartenza dell’arte, di Milano, della Regione e, insieme, di un Paese che è rimasto intorpidito troppo a lungo.

Ed eccoci allora a visitare in anteprima gli oltre 130 espositori nazionali e internazionali che ieri hanno aperto le porte (virtuali) alla preview, e che da domani fino al 13 settembre saranno visibili al grande pubblico. Il sito, creato da Artshell, è molto intuitivo, d’impatto, suddiviso per aree tematiche che consentono di indagare tra opere, espositori ed eventi; ma anche insight, percorsi personalizzati suggeriti dai curatori e la possibilità di interagire in chat con i galleristi. L’idea, come da tradizione, è quella di abbracciare in un unico sguardo arte moderna, contemporanea, arte emergente e design, per creare storie e dialoghi che valicano i limiti del presente.

Tra nostalgie e sentimentalismi diffusi, tentiamo quindi una prima ricognizione. Riconosciamo tra gli altri alcuni dei titani che rendono questa fiera l’epicentro dell’arte milanese e che, dopo mesi di assenza, sembrano rassicurarci che tutto tornerà come prima. C’è la Repetto Gallery, che espone tra gli altri Pier Paolo Calzolari, Lucio Fontana, Bruno Munari ed Elisabetta Gut; c’è la Cardi Gallery, che ci accoglie nel suo spazio digitale con Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Mimmo Rotella e Shozo Shimamoto; e c’è Lia Rumma, dove il neon diExistential True #10 di Joseph Kosuth sembra fare il verso a questo 2020 sciagurato. E ancora, troviamo Clima, Nilufar Gallery, RIBOT gallery, Studio Guastalla, Galleria Poggiali, Mimmo Scognamiglio, MARCOROSSI artecontemporanea, Cortesi Gallery, Dep Art Gallery, Galleria Continua e tutti gli altri grandi protagonisti di questa edizione che potete leggere qui.

Shozo Shimamoto, Capri-Certosa 11 (2008). Cardi Gallery
Shozo Shimamoto, Capri-Certosa 11 (2008). Cardi Gallery
Lisa Dalfino Sacha Kana, Ο τζίτζιρας ο μίτζιρας ο τζιτζιμιτζιχότζιρας (2018). Clima
Lisa Dalfino Sacha Kana, Ο τζίτζιρας ο μίτζιρας ο τζιτζιμιτζιχότζιρας (2018). Clima

Altra grande certezza che si riconferma, inoltre, è il sostegno di Fondazione Fiera Milano, con il suo contributo di 50.000 euro per valorizzare l’arte contemporanea; e, per concludere, il dinamico contesto della Art Week, che da anni rende orgogliosi i milanesi con esposizioni ed eventi straordinari (seppur limitati, stavolta, dalle contingenze dell’epidemia).

Insomma, ci mancano i grandi eventi dal vivo? Senza dubbio. Ci manca perfino il mal di testa da fiera, quello inevitabile dopo giorni di relazioni sociali a cui non siamo più abituati. Ma non vedevamo l’ora di rimetterci in moto e questo era l’unico primo passo possibile. Buon miart 2020, allora.

Gianluca Di Pasquale, Fiori e felci (2020). Galleria Monica De Cardenas
Gianluca Di Pasquale, Fiori e felci (2020). Galleria Monica De Cardenas
Corrado Levi, Tracce di nudi, (1982). RIBOT gallery
Corrado Levi, Tracce di nudi, (1982). RIBOT gallery
Claudio Parmiggiani, Figura con uovo (1985). Galleria Poggiali
Claudio Parmiggiani, Figura con uovo (1985). Galleria Poggiali

 

 

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