22 settembre 2020

Femme dans un fauteuil: il ritratto di Dora Maar in asta da Christie’s

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«Dopo Picasso soltanto Dio», diceva Dora Maar, musa e amante dell'artista-minotauro. E proprio il ritratto della «donna che piange» è tra i protagonisti più attesi dell'Evening Sale di Christie's

Pablo Picasso, Femme dans un fauteuil (1941)
Pablo Picasso, Femme dans un fauteuil (1941). Christie's

A fine agosto, Christie’s annunciava due nuove date al Rockefeller Center, una Evening e una Day Sale, che si sommavano all’appuntamento di novembre per celebrare l’arte moderna e contemporanea. A distanza di due settimane dall’appuntamento del 6 ottobre, sappiamo che il «più grande acquerello di Cézanne da decenni» non sarà l’unico capolavoro a fomentare lo scalpitio della sala: tra le varie anticipazioni, emerge Femme dans un fauteuil, il ritratto di Dora Maar dipinto da Picasso nel 1941 e stimato tra i 20 e i 30 milioni di dollari.

Pur considerando che il record in asta per un’opera di Picasso, dati Artprice alla mano, sia detenuto da Les femmes d’Alger (Version ‘O’) (142.880.000 euro, nel 2015), seguito da Fillette à la corbeille fleurie (85.745.620 euro, nel 2018), è pur vero che Dora Maar rientra da sempre tra i soggetti preferiti dai collezionisti. E il motivo, senza dubbio, è la storia difficile, a tratti violenta, certamente tormentata, che segnò il legame tra il pittore super star e la fotografa surrealista.

Era il 1936 quando Picasso vide Dora per la prima volta, seduta tutta sola ai Deux Magots di Parigi. La tradizione vuole che, in quell’occasione, la donna fosse impegnata in un gioco pericoloso, quasi un’ipnosi che la portava a centrare lo spazio tra le dita della mano con un coltello appuntito. Ogni tanto sbagliava la mira, e la carne iniziava a sanguinare: è così che nacque la loro storia, dal sangue tra le dita. «Pablo è uno strumento di morte. Non è un uomo, è una malattia, non un amante, ma un padrone»: lo scriveva Dora Maar tempo dopo, ormai conscia del legame morboso che li univa. E il pittore sembrava farle eco, affermando che «Dora è una donna che piange»: allora la ritraeva triste, cupa, senza pensare che quella giovane piena di vita e di progetti l’avesse resa lui così, uno spettro di sé stessa. Con i suoi giochi, le sue manie di controllo, i suoi tradimenti continui. E qui, in Femme dans un fauteuil, Picasso riassume la sua musa triste in pochi tratti essenziali, con una camicetta bianca, un blazer a quadri, i capelli raccolti, la bocca marcata da una tinta accesa.

E torniamo quindi all’asta di Christie’s. Molto tempo dopo la fine di quella relazione, il pubblico continua ad appassionarsi alla storia tortuosa tra Dora e Picasso. Nel 2006, l’opera Dora Maar au chat è stata venduta per $95,2 milioni da Sotheby’s, ed è ancora Dora a ispirare la fortunata serie Weeping Woman. Afferma Conor Jordan, Deputy Chairman, Impressionist and Modern Art: «Mentre Parigi entrava nel suo secondo anno sotto l’occupazione tedesca, Picasso si ritirava nel suo studio sulla riva sinistra di rue des Grands Augustins, realizzando una sequenza impressionante di dipinti della sua amante Dora Maar. Di volta in volta angosciate e liriche, aggressive e scoraggianti, le opere sono accomunate da un’urgenza che le rende al tempo stesso espressioni dello stato d’animo di Picasso e ritratti di Dora. Nella Femme assise, catturata nella luce fredda e negli angoli della soffitta, Dora è rappresentata in grande scala, orgogliosa e decisa, in un’immagine di maestosa sfida, come una moderna Marianna».

Appuntamento all’Evening Sale di Christie’s del 6 ottobre per scoprire un nuovo capitolo de la Femme dans un fauteuil, la donna «sacrificata al Minotauro».

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