10 settembre 2021

Tempo di fiere, bentornata Art Paris

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È in corso la fiera di arte moderna e contemporanea Art Paris, ospitata per la prima volta al Grand Palais Éphémère. Le impressioni a caldo sulla nuova edizione

art paris
Step, INDIGO Series, by Alia Ali, 2021

Art Paris Art Fair apre con 140 gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di cui il 65% francesi e il 35% estere, provenienti da una ventina di paesi europei come Italia e Spagna, ma anche Corea, Colombia, Costa d’Avorio, Guatemala e Uruguay. Con un tasso di rinnovo del 40% rispetto al 2020, le giovani gallerie stanno spalla a spalla con le più rinomate del settore, come Thaddaeus Ropac, Perrotin, Kamel Mennour e le due italiane Galleria Continua e Massimo De Carlo, che partecipano per la prima volta alla manifestazione parigina.

Prima fiera a essere ospitata al Grand Palais Éphémère creato dall’architetto Jean-Michel Wilmotte, Art Paris riunisce per questa 23esima edizione, molto made in France, venti solo show, a partire da quello di Lorenzo Mattotti presso la Martel o quello di Georges Jeanclos presentato dalla parigina Capazza. Dedicato alla creazione emergente, inoltre, il settore Promesses riunisce sette giovani gallerie come Double V di Marsiglia con opere di Caroline Denervaud, la guatemalteca Rebelde o Véronique Rieffel d’Abidjan.

Grand Palais Éphémère – vue perspective © Wilmotte & Associés Architectes

Art Paris sostiene la scena francese dal 2018 affidando a un curatore la selezione di progetti artistici proposti dalle gallerie partecipanti. Quest’anno è la volta di Hervé Mikaeloff, che sotto il titolo Ritratto e figurazione. Uno sguardo alla scena francese ha riunito una ventina di artisti attorno alla questione della ritrattistica e del rinnovamento della pittura figurativa in Francia. «Il mio desiderio era quello di presentare un rinnovamento dell’arte figurativa», sottolinea Mikaeloff, curatore indipendente. «Al di là di un semplice effetto di stile, il ritratto permette agli artisti di costruire un nuovo rapporto con il mondo. Diventa sia una bandiera delle differenze che uno strumento d’ancoraggio».

Fanno parte della lista artisti noti come Yan Pei-Ming presso la Thaddaeus Ropac, attualmente in mostra al Museo Unterlinden a Colmar, Marjane Satrapi presso la Françoise Livinec, l’autrice di Persepolis, il noto fumetto autobiografico, intervistata tempo fa, Laurent Grasso alla Perrotin e Marc Desgrandchamps alla Lelong & Co. Seguono artisti più giovani come Rosa Barberat, presente con i quadri monocromi e meditativi selezionati dalla parigina Pact.

Art Paris, tra novità e tradizione

Art Paris lancia la stagione delle fiere e, nonostante una perdita di superficie del 20% rispetto al Grand Palais, gli affari non sembrano mancare in queste prime ore di apertura, con i corridoi che brulicano di addetti ai lavori e di un pubblico di appassionati. Lo stand più elegante è certo quello della parigina Hélène Bailly, che presenta un solo show di Pablo Picasso con disegni, sculture e rare ceramiche che vanno dal 1919 al 1969 (come Vase Aztèque del 1957, una vera chicca prodotta dall’artista spagnolo in collaborazione con i coniugi Ramié, fondatori del laboratorio di ceramica Madoura a Vallauris). Incontriamo belle foto in bianco e nero in grande formato con l’ultima serie fotografica dell’olandese Erwin Olaf, venduta per una cifra tra 20 e 40mila euro presso la parigina Rabouan Moussion, e rare foto polaroid in bianco e nero di Andy Warhol presso la Galerie Italienne.

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Horizon, MIGRATION Series, by Alia Ali, 2021

Tra i nomi da scoprire menzioniamo Alia Ali, artista multimediale yemenita-bosniaca esposta dalla parigina 193 Gallery. Si tratta di un’artista multimediale, che utilizza tra l’altro il wax o l’ikat come la fotografia e la scultura, quotata tra 4.500 e 18.000 euro – la troviamo nelle collezioni del British Museum o del New Orleans Museum of Art. «Alia Ali», dichiara Mary-Lou Ngwe-Secke, curatrice della mostra Mot(if) di Alia Ali, in corso presso la 193 Gallery, «ci parla della storia della migrazione attraverso il prisma della bellezza, ricordando la ricchezza delle culture ancestrali che dimentichiamo a causa delle immagini che ci presentano, soprattutto i mass media, che stigmatizzano le popolazioni per creare l’oppressione di queste».

In questo fine settimana parigino da non perdere la Paris Design Week, ma anche la nuova location della galleria Perrotin sita lungo l’Avenue Matignon, ossia il nuovo indirizzo del mondo dell’arte. A due passi troviamo la Tornabuoni Art con una mostra di Carla Accardi e Dadamaino, mentre poco distante aprirà a breve la Mariane Ibrahim, nota galleria di Chicago.

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