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Canova, l’ideale di bellezza: 12 sculture in mostra alla Pinacoteca di Brera
Mostre
L’importanza delle banche nel diffondere la grande arte è un trend ormai consolidato che pare inarrestabile e che svolge la funzione di un mecenatismo in cui pochi altri soggetti possono far parte. Nella rinnovata prima sala della Pinacoteca di Brera sono esposti in mostra una dozzina di straordinari gessi realizzati nella bottega di Antonio Canova tra il 1807 e il 1818, realizzati dalle forme cave degli originali, pratica abbastanza diffusa, destinata a chi, tra i numerosissimi fan dello scultore di Possagno, desiderava avere un ricordo delle opere straordinarie che aveva ammirato nella forma da lui plasmata nel marmo.
Il gruppo di gessi proviene dalla Villa Canal alla Gherla a Crespano del Grappa ed è stato acquisito dagli eredi dello scultore. Il presidente di Banca Ifis Ernesto Fürstenberg Fassio ha sottolineato come «L’intento fosse di mantenere i gessi in Italia e assicurarli al godimento del grande pubblico».
Angelo Crespi, Direttore Generale Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio e Biblioteca Nazionale Braidense ha affermato che «La scelta di aprire il percorso della Pinacoteca con una esposizione di Canova, risolve in modo magnifico un luogo che ha avuto negli anni numerose destinazioni: da galleria per mostre temporanee, a introduzione alla visita, a semplice disimpegno per funzioni accessorie al museo. Il riallestimento si è concentrato sul grande scultore, potendo contare sul generoso prestito a lunga scadenza di Banca Ifis che ha messo a disposizione della Pinacoteca di Brera 12 teste in gesso dello scultore Veneto di esemplare significanza. Questa teoria di busti ha inoltre permesso di esporre al centro il marmo della Vestale di Canova, dando corso all’idea del nuovo Dipartimento di scultura e arti decorative di ricollocare nel percorso museale anche le sculture della nostra collezione depositate in altri istituti».

«A contraltare di Canova si è deciso, ed è un altro ritorno, di allestire la cosiddetta “Pinacoteca viaggiante” della collezione di Giovanni Battista Sommaruga, avvocato, politico, mecenate e consulente di Brera», ha continuato Crespi. «Si tratta di raffinatissime miniature in smalto su rame che riproducono i quadri della sua collezione più altre celebri opere da lui ammirate, abitualmente da lui conservate nella sua residenza di campagna, la celebre Villa Carlotta sul Lago di Como».

Realizzati a inizio Ottocento, i busti sono di dimensione di circa 50-60 centimetri e sono stati restaurati dalla banca. In due di essi, Paride e Beatrice, si nota la presenza delle cosiddette rèpere, ovvero piccole borchie usate dagli sbozzatori dello studio di Canova come punti di trasporto dal gesso al blocco di marmo per la realizzazione della scultura. Quanto ai soggetti, s’incontrano alcuni dei capolavori di Canova, come Ebe, Tersicore, la Venere Italica, l’idea personificata di Pace, oltre ai ritratti di quattro figure femminili appartenenti alla famiglia di Napoleone Bonaparte: Paolina Borghese, Carolina Murat, Elisa Baciocchi Bonaparte e Letizia Ramolino Bonaparte.
Il percorso espositivo prosegue col Napoleone come Marte pacificatore, calco in gesso della scultura in bronzo posta nel primo cortile dell’Accademia di Brera. Tra i capolavori, spicca il busto della Vestale con un sontuoso manto da cui fuoriesce una ciocca di capelli, di una perizia tecnica stupefacente. Un’occasione imperdibile per ammirare cosa può far emergere un grande scultore da un blocco di marmo.