28 aprile 2025

‘Capolavori su Carta’ alla Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo a Verona

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Tra Rinascimento e Barocco, la mostra "Capolavori su Carta" espone per la prima volta alla Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo una selezione delle opere grafiche più significative della collezione Moscardo, offrendo uno sguardo approfondito sulle infinite potenzialità espressive del disegno

Capolavori su carta, Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo, Verona. Ph. F.C. Sorbini

«Da questa cognizione nasce un certo concetto e giudizio che si forma nella mente quella tal cosa, che poi espressa con le mani si chiama disegno, si può conchiudere che esso disegno altro non sia che una apparente espressione e dichiarazione del concetto che si ha nell’animo». Descriveva così Vasari, il primo contatto tra l’animo e la realtà, tra l’immaginato e il contingente impresso su carta. Nel suo De Pittura, Vasari raccontava dove giacesse, in fondo, il cuore dell’opera d’arte: nella genesi fondante di ogni espressione artistica, fosse architettura, pittura, scultura, ovvero proprio nel disegno. Disegno che per sua natura, continua l’Aretino, «è padre di ogni arte», unica e autentica testimonianza del processo creativo delle botteghe di scultori e pittori. 

Nel cuore di Verona, fino al 30 giugno, la mostra, curata da Giovanna Residori, direttrice del museo, e Thomas Dalla Costa, con il contributo di Maria Aresin e Gabriele Matino, presenta per la prima volta al pubblico una preziosa selezione dei disegni più significativi della collezione Moscardo, affiancati da dipinti, sculture e documenti, per un totale di 38 opere. L’esposizione ha luogo nelle sale al piano terra del palazzo, una perla architettonica del XV secolo in stile tardogotico, unica nel tessuto urbano veronese. Gli ambienti espositivi sono stati elegantemente rinnovati in chiave sostenibile e versatile grazie a un progetto dell’architetto Alba Di Lieto. Il risultato è un allestimento che esalta al meglio la relazione tra opere e spazio. 

Capolavori su carta, Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo, Verona. Ph. F.C. Sorbini

Ed ecco che è possibile, dunque, ammirare i delicatissimi disegni di Paolo Farinati, Jacopo Bassano, Jacopo Palma il Giovane, Bartolomeo Cesi, tra i tanti, nelle tracce di carboncino, di biacca, nei segni delle correzioni e dei ripensamenti. Soffermandosi con maggiore attenzione, sembra quasi possibile rintracciare i loro pensieri sulla carta: i movimenti della mano più repentini e sicuri, o al contrario più cauti, esitanti, come a chiedersi chissà quante e quali conversazioni siano intercorse, quanti tentativi abbiano preceduto l’idea finale. Rimanendo ancora un po’ davanti a questi meravigliosi disegni, ci si accorge della loro naturale intimità, di un certo sottotesto che parla di autenticità. Quell’autenticità che si coglie nei disegni e solo raramente nell’opera compiuta. Certo, nell’opera finita si possono osservare altri aspetti: la stesura del colore, la resa pittorica o plastica, le pennellate. Ma è nel disegno, nei segni più tremolanti o insistiti, nelle zone che richiedevano maggior studio come le mani o i volti, che si rivela il processo creativo. La matita indugia nella meditazione del gesto: sarà una mano accogliente, o al contrario, inquisitoria?

Jacopo Bassano, Testa di anziano uomo barbuto con turbante, 1576-1580, carboncino nero e rosso, pastello rosso scuro, pastello pesca, pastello giallo-ocra, tracce di biacca, su carta preparata azzurra sbiadita. Verona, Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo. Foto F.C. Sorbini

Tramite il disegno preparatorio si comprende quanto gli artisti fossero, in fondo, umani come noi: chiamati a dialogare con la committenza, talvolta con entusiasmo, talvolta controvoglia, a ragionare sulla composizione, a osservare e imparare dalla natura e dal mondo che li circondava. Ne sono esempio il Cristo e la Vergine in Gloria con San Bernardino due altri santi e due angeli di Alessandro Maganza (ca. 1600–1615), dove si nota come una prima composizione a matita nera venga rielaborata a penna e inchiostro, modificando la torsione del corpo di Cristo. Di particolare rilievo è anche una cacciata di Adamo ed Eva, nell’ambito di Paolo Farinati (ca. 1575–1600) con una composizione così attenta e dettagliata, da sembrare già sulla carta un’opera finita. Attraverso il disegno si può anche comprendere quale fosse l’utilizzo all’interno della bottega e se il soggetto rappresentato ebbe fortuna o meno. Un esempio significativo è il Paesaggio boschivo con ninfe pescatrici (ca. 1592-1596) di Paolo Fiammingo: le visibili macchie di olio e inchiostro testimoniano un uso concreto del foglio in ambito di bottega, suggerendo che il soggetto fu riutilizzato anche in altre occasioni.

Artista veronese (Ambito di Paolo Farinati), Adamo ed Eva vengono espulsi dal giardino dell’Eden, 1575-1600, penna e inchiostro bruno acquerellato, rialzi di biacca, su carta preparata gialla. Verona, Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo. Foto F.C. Sorbini

Questa è la magia che i disegni portano con sé: «Una storia nella storia che racconta i dettagli del processo creativo su cui è importantissimo soffermarsi per coglierne le diverse fasi della produzione di un’opera d’arte: dai primi pensieri e schizzi ai disegni finiti, passando per i fogli di studio di singole figure e gruppi», racconta Dalla Costa. E dell’importanza della conservazione e fruizione dei disegni è consapevole la Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo, che nel 2021 ha partecipato con successo al bando The Paper Project della Getty Foundation di Los Angeles, ricevendo fondi significativi per la catalogazione digitale e il restauro della preziosa collezione veronese, oltre alla produzione di un catalogo ragionato. Una risonanza internazionale che ha suscitato l’interesse anche di personalità come John Marciari, curatore e responsabile del Department of Drawings and Prints presso la Morgan Library & Museum di New York, dove oggi si trova una considerevole parte della collezione Moscardo. 

Grazie alla guida di Giovanna Residori, la fondazione punterà negli anni avvenire a «valorizzare sempre più la sua preziosa collezione grafica e di oggettistica del XVII secolo, un patrimonio unico nel panorama veronese», afferma Residori. Un impegno concreto che si tradurrà in progetti espositivi, attività di ricerca e iniziative didattiche volte ad avvicinare il pubblico a questo straordinario patrimonio grafico.

Capolavori su carta, Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo, Verona. Ph. F.C. Sorbini

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