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“Il cielo sopra il portego”: a Venezia il firmamento entra nella Scuola Grande di San Marco
Mostre
di Zaira Carrer
La Scuola Grande di San Marco, per sua natura, ci invita a guardare in alto. E non si tratta solo di una questione architettonica. Qui, l’atto di alzare lo sguardo è parte dell’esperienza del luogo: il soffitto ligneo e dorato della Sala Capitolare e della Sala dell’Albergo, infatti, non permette distrazioni, si impone come un’epifania. Ora questa vocazione verso l’alto che l’edificio ci trasmette si rinnova con Il cielo sopra il portego, esposizione in corso fino al prossimo 31 ottobre.
Ideato da Michele De Lucchi e dal suo studio AMDL Circle, e realizzato in collaborazione con Fondaco Italia per la Fondazione Museo della Scuola Grande di San Marco e della Sanità, il progetto si inserisce nel programma di valorizzazione Nel segno della cura, pensato per riflettere sulle relazioni tra spazio architettonico, percezione e guarigione.
In questo contesto, l’installazione, costruita con listelli di legno dipinti di un blu oltremare saturo e profondo, si offre come architettura simbolica, un invito a riformulare il rapporto tra corpo, ambiente e trascendenza. Allestita nella storica sala di accoglienza della Scuola di San Marco — spazio di relazione nell’Ospedale ottocentesco e di comunicazione culturale nel Museo odierno— l’installazione ha come punto di partenza l’idea che un luogo dedito alla cura e alla salute non possa tralasciare un certo riguardo per lo sguardo e per lo spirito.

Il lavoro di De Lucchi si relaziona inoltre con due opere d’arte provenienti dalla Collezione BPER Banca. In entrambi i lavori in questione, il cielo ricopre un ruolo di primo piano. Si tratta, in particolare della splendida Madonna dell’umiltà e angeli di Lippo di Dalmasio, e di una turbolenta e tetra Crocifissione di Girolamo da Carpi, che sarà allestita successivamente, tra agosto e settembre 2025.
Nella Madonna di Lippo di Dalmasio, ora visibile al primo piano della Scuola, la Vergine Maria, con il bambino attaccato al suo seno, si staglia su un cielo di un blu intenso, mentre dodici stelle le fanno da corona. È una scena di grande tenerezza, in cui tutti i colori principali dialogano con lo sfarzo del soffitto: non solo l’azzurro intenso, dato dai lapislazzuli, ma anche l’oro —riferimento al sole e alla materia incorruttibile della divinità— e il rosso, simbolo della Passione di Cristo.
Più buia, nei temi e nella restituzione, è invece La Crocifissione di Girolamo da Carpi: una rappresentazione di Gesù sulla croce, affiancato dai ladroni e colto nel momento esatto in cui un’intensa luce squarcia il cielo temporalesco e illumina il corpo sofferente di Cristo: un momento, questo, di cesura e rivelazione.
Come spiega Edgardo Contato, presidente della Fondazione veneziana, il progetto «ravviva le presenze artistiche della nostra Scuola, che comprendono tra l’altro un ciclo di dipinti di Domenico Tintoretto, Palma il Giovane, Padovanino, Francesco Santacroce, Giambattista Tiepolo, Paolo Veronese, Jacopo Tintoretto, Veronese, Guercino. Grazie a questo progetto pluriennale di prestiti, la Scuola Grande di San Marco mostra sempre di più il volto della bellezza dell’arte a servizio della persona.»
