17 febbraio 2020

Kata Logon: sei giovani artisti in mostra al RUFA Space di Roma

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Al RUFA Space, all'interno dell’ex Pastificio Cerere di Roma, le opere di sei giovani artisti sul senso dello scorrere del tempo, per la collettiva Kata Logon

Ponendosi come risultato finale della discussione di tesi di Silvia Bottero, che avverrà nella sessione di febbraio 2020, “KATA LOGON – la poetica del tempo (trascorso)” cerca di diventare opera di per sé: la mostra, che verrà esposta dal 24 al 28 febbraio, presso gli spazi espositivi di RUFA, all’ex Pastificio Cerere, a Roma, presenta cinque installazioni e un’opera fotografica, oltre che un ritratto fotografico e uno scritto per ognuno degli artisti invitati da Bottero.

“KATA LOGON” è una collettiva di sei giovani artisti, Aurora Augenti, Silvia Bottero, Giselle Cantonetti, Laura Capriglia, Amedeo Longo, Leopoldo Morresi, che nel loro percorso artistico e umano si trovano a condividere lo stesso tempo, reso in uno scambio equilibrato ed empatico. Gli artisti sono stati chiamati a sviluppare autonomamente lo stesso tema della tesi per realizzare una mostra collettiva da RUFA Space, in via degli Ausoni. Ogni opera si richiama, senza andare a sommarsi all’identità individuale ma ponendosi come un’ulteriore possibilità di osservazione dell’insieme. A dimostrazione di quanto tempo si celi dietro la creazione di affinità elettive e della gratitudine che si ripone nei confronti di chi accompagna quotidianamente ai nostri passi e di quanto, inconsciamente, ne facciano parte nel concreto.

L’intento della mostra è rendere chiara una visione del tempo differente, non cronologico, ma cairologico: diviene fondamentale la cura del singolo momento, analizzato secondo il concetto per cui ognuno ha una propria unicità. Quell’irripetibilità che, nel suo trascorrere, porta alla risultante dei giorni e degli anni, verso la consapevolezza di essere il risultato di quanto è stato vissuto. Non è necessario dare al tempo un’accezione quale “presente”, “passato”, “futuro”, poiché si fa riferimento al modo di viverlo, che Sant’Agostino faceva coincidere con la capacità di percezione sensibile che appartiene all’essere umano.

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