19 dicembre 2022

La rivincita dei Pittori della Realtà: la mostra a Palazzo dei Priori di Fermo

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Un'ampia mostra al Palazzo dei Priori Fermo, per rileggere una particolare stagione dell’arte italiana del Dopoguerra: l’avventura entusiasmante dei Pittori moderni della realtà

Pittori moderni della realtà, veduta della mostra, Palazzo dei Priori, Fermo, 2022 - 2023

Una mostra per celebrare “L’ultima festa della pittura italiana”, come la definisce il curatore – nonché attuale Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi – presentando la nuova grande mostra ospitata da Palazzo dei Priori, a Fermo. Il riferimento è a quell’avventura entusiasmante dei “Pittori moderni della realtà”. Un gruppo di artisti controcorrente, dalle provenienze e storie più diverse, che esordì nel 1947 scagliandosi contro gli esiti del modernismo, per difendere e recuperare la grande tradizione pittorica rifacendosi, in particolar modo, all’arte seicentesca, da Caravaggio alla pittura spagnola e fiamminga. Rappresentato da Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Xavier Antonio Bueno, affiancati, nell’esposizione di Fermo, da Alfredo Serri, Giovanni Acci e Carlo Guarnieri, i quali si aggiunsero successivamente al gruppo artistico. Mentre a completare la mostra, innalzandone ulteriormente il valore, sono due capolavori di Giorgio de Chirico, padre della Metafisica, che consolidò rapporti di stima con i quattro i pionieri “Pittori moderni della realtà”, ispirandoli nelle loro opere. Com’è evidente dall’enigmatico tema dechirichiano del manichino che ricorre nelle opere di tutti i pittori del vero.

Nella mostra marchigiana “I Pittori della realtà. Verità e illusione tra Seicento e Novecento”, che si inserisce tra i principali eventi culturali del progetto regionale “Il Seicento nelle Marche” ed è co-curata, insieme con Vittorio Sgarbi, anche da Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, vengono proposte 80 opere che permettono di rileggere e scoprire questa particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra: «I Pittori moderni della realtà, con un bellicoso manifesto programmatico, affrontarono la questione stabilendo un fronte di “resistenza”», spiega Sgarbi, contestualizzandone l’opera. «Estetica ed etica, prima che politica. Aderirono con convinzione, partecipando alle cinque mostre in cui si consumò la loro esperienza comunitaria, tra 1947 e 1949. La loro ispirazione era Caravaggio, il valore della composizione e quel “ritorno al mestiere” teorizzato da Giorgio de Chirico».

Nel manifesto che accompagna la loro prima mostra dell’epoca si legge: «Noi ricreiamo l’arte dell’illusione della realtà, eterno e antichissimo seme delle arti figurative. Noi non ci prestiamo ad alcun ritorno, noi continuiamo semplicemente a svolgere la missione della vera pittura. […] Ben prima di incontrarci, ognuno di noi aveva sentito profondamente il bisogno di ricercare nella natura il filo conduttore che ci permettesse di ritrovare noi stessi nel labirinto delle scuole che si sono moltiplicate nell’ultimo mezzo secolo». Ciò che li accomuna è dunque il desiderio di una rinascita della pittura che corrisponde a una parallela rinascita dell’umanità dopo la distruzione, le privazioni e la sofferenza del recente conflitto mondiale.

Nell’esposizione di Fermo, peraltro, ci sono una serie di opere di artisti antichi, prevalentemente del Seicento e del Settecento, alimentati dalla temperie caravaggesca prima e barocca poi, assunti a fonte di ispirazione e modello dei quattro firmatari del manifesto, che vengono messi a confronto con questi moderni. In un dialogo diretto, costante, che accompagna il visitatore nelle varie stanze del Palazzo storico di Fermo. Tra questi artisti si scorgono Alessandro Magnasco, il cosiddetto Maestro di Hartford, Giuseppe Recco e Carlo Magini. Fino al confronto più emblematico e globale, con le opere della collezione permanente della Pinacoteca Civica di Fermo, ricca di opere del Seicento e, in particolare, con l’immensa “L’adorazione dei pastori” di Rubens che chiude (in bellezza) il percorso catturando l’attenzione e rendendo ancora più evidente il confronto sinergico voluto dal curatore.

Pittori moderni della realtà, veduta della mostra, Palazzo dei Priori, Fermo, 2022 – 2023

La mostra di Fermo offre quindi un’occasione unica di scoprire la storia e l’arte di questo gruppo considerato anacronistico e non sufficientemente apprezzato dalla critica di allora. La mostra consente di approfondire le ricerche sulle carriere dei singoli artisti, già note agli studiosi per ricchezza e complessità, e di ricostruirne la significativa parabola all’interno della storia dell’arte italiana del XX secolo. Seppur apprezzati dal pubblico (come testimoniano i ventimila visitatori ottenuti in solo quindici giorni dalla prima tappa milanese delle loro mostre), dai collezionisti e da diversi artisti, i “Pittori moderni della realtà” furono disapprovati dai critici che fraintesero le loro intenzioni. Li accusarono di «Passatismo, oleografia fotografica e di un vuoto virtuosismo seicentista lontano dalla poetica del realismo». I quattro rivendicarono una «Pittura morale nella sua intima essenza», un orizzonte ideologico che non ritenevano appartenesse alle ricerche artistiche che negavano il dato reale.

Ma loro, i pittori, si scagliarono duramente contro le decadenti espressioni artistiche di molti contemporanei, manifestazioni della regressione e della rovina imperanti. A questi linguaggi contrapposero una rievocazione di antichi e più alti modelli stilistici, provenienti dal passato. Tuttavia, nonostante dichiarassero intenti di fratellanza, universalità e neutralità, al di là delle asserzioni relative a un’arte alla portata di tutti, i Pittori tradirono un atteggiamento polemico che sembrava disapprovare almeno mezzo secolo di pittura, e che faticava a trovare corrispondenza teorica nel contesto socio-culturale dell’epoca. Il mondo dell’arte marginalizzò e respinse duramente le loro istanze, non totalmente comprese e considerate radicali.

Subissato dalle critiche, il gruppo si disgregò principalmente per via dell’insita e notevole eterogeneità: le distanze ideologiche, le incompatibilità culturali e le differenze anagrafiche portarono in breve alla fine di una notevole e originale esperienza artistica. La mostra a Palazzo dei Priori di Fermo ne riporta in luce la forza e l’eredità artistica, nel migliore dei modi. Grazie anche all’intuizione di mettere in dialogo queste opere del dopoguerra con quelle dei secoli precedenti, che ne permettono una valutazione ancora più efficace. E convincente.

La mostra “I Pittori della realtà. Verità e illusione tra Seicento e Novecento” sarà visitabile al Palazzo dei Priori di Fermo fino all’1 maggio 2023.

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