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Le incisioni di Giovanni Timpani danno forma all’attesa: la mostra a Cassino
Mostre
di Monica Bucci
Giovanni Timpani presenta la sua nuova mostra personale, Anticamera, offrendo uno spunto di riflessione profonda sull’arte contemporanea attraverso una selezione delle sue opere più o meno recenti, caratterizzate da un linguaggio grafico fortemente distintivo. Curata da Luca Palermo e visitabile fino al 7 luglio 2025, la mostra occupa l’atrio principale del Rettorato dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, aprendosi al pubblico come un’esperienza immersiva che esplora le soglie tra il dato reale e la sua più pura astrazione.
Le rappresentazioni si traducono gradualmente in pochi segni comunicativi che risaltano il suo sapiente uso della forma e del contrasto e che catturano l’attenzione del pubblico, invitato a compiere un dialogo interiore tra reale e simbolico, tra concreto e immaginario. L’artista, infatti, rimanendo coerente con la sua viva esplorazione estetica, si inserisce in un flusso fortemente attuale, che vuole esaltare gli elementi fondanti e più essenziali della realtà. Nell’arte da lui elaborata, luci e ombre creano un connubio perfetto con un complesso tessuto di segni incisi sui fogli che costruiscono profili simbolici e suggestivi che si aprono a molteplici significati.

L’artista, con un particolare focus sulle arti grafiche e noto per la sua maestria nell’incisione, nella serigrafia e nella sperimentazione tecnica in generale, propone dunque un viaggio tra opere che sintetizzano elementi figurativi e si aprono gradualmente a una ricerca di concettualizzazione, pertanto di astrazione. Sintesi visiva in questo caso intesa non come assenza dell’oggetto e della realtà, ma come sua stessa intensificazione, nonché come creazione di esperienze sensoriali complesse.
L’astrazione, infatti, «Consente di immortalare, strappare dall’inarrestabile fluire dell’esistenza, liberare dalla relatività, affrancare dall’instancabile scorrere del tempo, rendere inalterabile avvicinandosi al valore assoluto». È la ragione per cui Timpani matura l’utilizzo della forma geometrica più pura e oggettiva, distanziandosi dall’imitazione della realtà per tendere ad una presa di possesso della stessa, attraverso un segno essenziale e originario, pur non revocando del tutto l’azione figurativa.

La mostra, in tutta la sua installazione, si vede perfettamente contestualizzata: il titolo scelto da Timpani, Anticamera, vuole rendere l’idea di uno spazio transitorio e di momentanea stasi, attesa, e restituisce le modalità d’essere di chi vi sosta, intese come l’abitare quel luogo in un momento specifico. Allora, il varco viene qui reso come qualcosa da intercedere e, successivamente, superare, per raggiungere spazi altri, più definiti.
Una scelta concettuale, questa, che si riflette nella stessa esposizione, che esplora il limite di una prima lettura formale e che conduce, grazie all’estro dell’artista, a un’analisi più specificamente interiore, personale, propria di ogni essere, inteso come momentanea presenza al cospetto dell’opera. L’artista invita lo spettatore a entrare in uno spazio di riflessione, a sostare e attendere per esplorare nuove vedute, attraverso una lente intima e originale.

La mostra rappresenta, inoltre, il terzo appuntamento del 2025 dedicato all’Arte contemporanea ospitato dall’Ateneo di Cassino. L’iniziativa si inserisce nel progetto di valorizzazione degli spazi universitari come luoghi di incontro tra arte cultura e territorio, che offre al pubblico l’opportunità di entrare in contatto con linguaggi espressivi contemporanei di alta qualità, che l’artista è riuscito in questo caso a trasmettere attraverso la sua abilità in corsa di coniugare tecnica e concetto, tradizione e innovazione, luce, memoria e segno, in una promessa di accesso a nuove visioni.