14 marzo 2023

Lessico Animale, Mysterion: Yuval Avital racconta la mostra alle Terme di Caracalla di Roma

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Dopo il grande progetto itinerante tra Parma e Reggio Emilia, Lessico Animale approda nella Capitale e si presenta come «una discesa catartica in un mondo denso di interrogativi»

Yuval Avital, Lessico Animale.Mysterion, 2023. Ph. Fabio Caricchia

Ci si perde nel mondo sotterraneo abitato dalle opere di Yuval Avital che, con il progetto Lessico Animale, Mysterion, abita fino al 23 aprile 2023 gli ambienti ipogei delle Terme di Caracalla, riaperti al pubblico per l’occasione. La penombra, le installazioni sonore che accompagnano il visitatore lungo le gallerie in un vortice di versi che diventano voci e di voci che si tramutano in versi, le creature né antropomorfe né zoomorfe, il tentativo di rievocare una ritualità che ancora permea le pareti spoglie del mitreo, sono tutte leve che contribuiscono a dissolvere il confine già labile tra l’uomo e l’animale che lo abita. Lessico Animale, Mysterion è una tappa di un percorso più ampio che a sua volta nasce all’interno de Il Bestiario della Terra, progetto dell’anno 2022 di Reggio Parma Festival. Per la sua trasposizione romana, l’intuizione di ambientare questo secondo atto nei sotterranei delle Terme Antoniniane è stata di Cristiano Leone, che per il progetto è stato molto più di un semplice curatore. Yuval Avital preferisce chiamarlo infatti un “drammaturgo dinamico”, una controparte essenziale, l’Apollineo che argina e incanala la natura Dionisiaca del progetto. In questa intervista, l’artista racconta delle opere in mostra, dell’attivazione di questo spazio unico, di tutte le relazioni e i processi che l’hanno portato a dar vita a Mysterion.

Lessico Animale. Mysterion, 2023. Ph. Monkeys Video Lab © Courtesy of CLP and Yuval Avital

Come hai posto il tuo lavoro in relazione con questo luogo, carico di storia e significato?

La monumentalità delle Terme di Caracalla non può che farci riscoprire umili, ma è nei sotterranei, subconscio architettonico del sito archeologico, che ho percepito un vero e proprio senso di pace. A costruire una relazione forte tra ambientazione e pratica artistica, essenziale è stato il contributo della curatrice scientifica, nonché direttore delle Terme di Caracalla, Mirella Serlorenzi. Nel ruolo di Virgilio, mi ha accompagnato e guidato tanto nei luoghi quanto nei misteri del mitraismo, confermando la centralità della collaborazione nei miei progetti. Devo molto anche alla soprintendenza, e in particolare a Daniela Porro, per aver avuto il coraggio di ospitare un progetto oserei dire sperimentale e avermi dato la possibilità di costruire una mostra che fosse realmente in dialogo con gli spazi e i materiali.

In che modo tanti attori, protagonisti e partecipanti, si confrontano e coesistono all’interno delle tue opere?

Ho scoperto che la mia è un’arte che si definisce relazionale, che nasce dal dialogo; una conversazione con la comunità, con il territorio, con gli artigiani e con tutti gli attori coinvolti che ha come obiettivo il rispetto dei luoghi e delle sue storie. In questo caso il dialogo con Mirella Serlorenzi è stata una vera e propria iniziazione. Gli spazi del Mitreo riprendono vita, infatti, con questo intervento, accogliendo la performance inaugurale e conservando le tracce di un rito compiuto ma sempre in divenire. La fossa sanguinis, dove originariamente veniva raccolto il sangue del toro sacrificato alla divinità, mantiene la sua centralità e il potere del rito viene riscoperto in chiave contemporanea. 

Lessico Animale. Mysterion, 2023. Ph. Monkeys Video Lab © Courtesy of CLP and Yuval Avital

Che significato assume la ritualità nel tuo lavoro?

La parola rito è fondamentale per comprendere Mysterion. Il rito è qualcosa a cui la nostra società ha definitivamente rinunciato con poche eccezioni. Credo però che l’arte possa proporre una ritualità nuova, inclusiva e dinamica, restituendo al rito il suo ruolo di ponte tra il quotidiano e il subconscio.

In che modo ne restano le tracce?

La testimonianza delle avvenute performance non si limita agli spazi vissuti, ai materiali utilizzati, alle maschere e agli specchi rimasti appoggiati sulle pareti. Sono i numerosi video, coadiuvati da una serie di fotografie, a restituire al visitatore l’intensità del lavoro svolto da tutto l’ensemble coinvolta nell’atto performativo. Sia nel mitreo, dove è proiettata la più recente, sia nelle gallerie dove dieci video raccontano il Prologo parmense di Lessico Animale in un allestimento concepito come una serie di fossae sanguinis.

Tutto Lessico Animale lavora in modo evidente sulla convivenza dell’essere umano con la sua parte più animale. Come descriveresti questa tensione che avviene all’interno di ognuno di noi?

Il paradosso è che non esiste realmente un binomio uomo/animale. Noi siamo animali, animali addomesticati che hanno perso il contatto con se stessi. Associamo l’animalità sempre e solo alla sfera sessuale o a quella dell’aggressività, ma è una distorsione dimostrata dal fatto che gli animali non sono esseri la cui vita è limitata alla lotta e alla riproduzione costante. In estrema sintesi, l’animale è una creatura che vive il tempo presente, mentre noi siamo perennemente distratti. I performer hanno lavorato molto duramente per trovare la pace con la loro animalità e per poterla poi esprimere.

Lessico Animale. Mysterion, 2023. Ph. Monkeys Video Lab © Courtesy of CLP and Yuval Avital

Di cosa si nutre il tuo immaginario creativo?

Proprio grazie a queste diverse sinergie nascono il lungo labirinto in cui illustro le paure più intime, le composizioni di frammenti marmorei con i quali sono riprodotti i tre animali cardine dell’iconografia mitraica e le Chimere, frutto dei calchi sui corpi dei performer che insieme alle Sirene – sculture sonore che ribaltano la figura della donna divoratrice – contribuiscono a fare di Mysterion una discesa catartica in un mondo denso di interrogativi.

Lessico Animale. Mysterion, 2023. Ph. Monkeys Video Lab © Courtesy of CLP and Yuval Avital

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