13 settembre 2021

‘Martino Zanetti. Colore e prospettiva. De hominis dignitate’, a Treviso

di

Con [e]Design Festival al Museo di Santa Caterina di Treviso è in corso la mostra personale di Martino Zanetti, in cui il colore e gli studi sulla prospettiva sono protagonisti. Fino al 3 ottobre

Martino Zanetti

A inizio settembre è ripartita la programmazione di mostre ed eventi di [e]Design Festival, che torna con un progetto inedito, originale e che svela il mondo del design da una prospettiva diversa, quasi insolita. 

Il 9 settembre è stata inaugurata “Martino Zanetti. Colore e prospettiva. De hominisdignitate”, mostra personale in cui il colore e gli studi sulla prospettiva, sono protagonisti, fino al prossimo 3 ottobre, al Museo di Santa Caterina di Treviso, presso la Sala Foffano e il Chiostro Maggiore.

«Il colore è la mia interpretazione del reale. La sensibilità umana non è fatta di parole. Troppe parole uccidono l’oggetto artistico. Per me la pittura è colore, emozione e l’emozione non una forma. Il colore è la mia interpretazione delle sensazioni. Lo spirito non ha bisogno di parola. Dove c’è la parola non c’è l’oggetto», ha affermato Martino Zanetti. 

La mostra vuole essere dunque espressione del connubio tra Arte e Conoscenza tramite la figura di un uomo, imprenditore illuminato, artista, studioso, appassionato di cultura umanistica. Anni di ricerca e sperimentazione sul colore e sull’impatto emotivo che questo crea allo sguardo, hanno condotto Martino Zanetti ad approfondire nuove tecniche e materiali. Le intuizioni originali date dai suoi studi sulla prospettiva, declinati in ambito teatrale e musicale, dialogano con il fare artistico in una continua ricerca di conoscenza ed esplorazione del pensiero. 

De hominis dignitate di Pico della Mirandola esprime con estrema attualità il concetto chiave della mostra. Ogni cosa non nasce di per se stessa ma solo nel momento in cui l’individuo spettatore realizza il concetto in opera, ovvero quando pone in realtà, nella parola o nel gesto o nel fare, quello che è il suo pensiero. Ecco il principio di transitività dell’arte che rappresenta un anelito di libertà in questo significativo momento storico.

«Conversare con lui dei suoi studi sulla cultura umanistico-rinascimentale, essere accompagnati a toccare con mano il suo fare artistico, vedere la forza del colore, pura energia vitale e piena, ci ha confermato il desiderio di pensare e realizzare un’esposizione che desse completezza alla figura di Martino Zanetti. – Affermano Luciano Setten e Paola Bellin, curatori della mostra – Il gesto artistico, attento e sicuro, il pensiero in continuo divenire e animato da quella curiositas ormai rara, ci ha svelato quanto ricco di menti creative, e nascoste ai più, sia il nostro territorio.” 

Come si concilia la pittura astratta con la cultura del Rinascimento, e nella fattispecie con quella veneta sviluppata nell’ambiente della Repubblica di Venezia? Questa è probabilmente la domanda che il visitatore della mostra di Martino Zanetti si pone, trovandosi di fronte alle grandi lastre di plexiglass dipinto, intercalate da una serie di riproduzioni xilografiche tratte da storici testi di architettura di Sebastiano Serlio, Andrea Palladio, Daniele Barbaro e Vitruvio.

Lo stesso progetto di allestimento della mostra si fonda sulle leggi della prospettiva con l’obiettivo di valorizzare sia l’arte di Martino Zanetti e la sua comunicazione emozionale, che i suoi studi, con eloquenti citazioni al percorso che l’ha ispirato.

Il 16 settembre alle ore 18 all’auditorium del Museo di Santa Caterina si terrà un talk di approfondimento su un mistero celato da oltre 400 anni nella Villa di Maser legato alle figure di Andrea Palladio, Paolo Veronese e Daniele Barbaro. Una conversazione in cui Martino Zanetti, con l’architetto Donatella Bertelli e la giornalista Barbara Codogno dialogherà della propria arte e degli studi che la ispirano (l’evento è aperto a tutti previa prenotazione a info@edesignfestival.it).

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui