17 ottobre 2022

Sei artisti per Tina Modotti: la mostra a Città del Messico

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Per celebrare il centenario dell'arrivo di Tina Modotti a Città del Messico, la sua patria d'elezione, l'Istituto Italiano di Cultura ospita un progetto espositivo che mette in dialogo sei artisti italiani e messicani

Sei artisti in dialogo, da una parte all’altra dell’Oceano, per ampliare la prospettiva ma anche per stringere il campo sul particolare, a partire da una visione preziosa. L’ambasciata italiana e l’IIC – Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico presentano “Traiettorie”, progetto espositivo a cura di Anna Dusi che incrocia i percorsi di ricerca di tre artisti italiani e altrettanti messicani – Alessia Rollo, Alberto Mesirca, Cannon Bernáldez, Cecilia Ramírez, Eunice Adorno e Serena Vittorini – ispirati al lavoro di Tina Modotti.

Tina Modotti e il Messico

Erano i primi mesi del 1922, cento anni fa, quando la giovane attivista e fotografa, nata a Udine nel 1896, arrivò in Messico a seguito di una turbolenta vicenda personale. Tina Modotti, che in quegli anni stava iniziando una carriera nel cinema, era infatti sulle tracce del l marito, il pittore Roubaix de l’Abrie Richey che, dopo aver scoperto la relazione tra la moglie e il fotografo Edward Weston, decise di trasferirsi a Città del Messico. Roubaix però morì di vaiolo poco prima di essere raggiunto da Modotti, che si sarebbe trasferita definitivamente nel Paese latinoamericano nel 1923, insieme allo stesso Weston.

Qui entrò in contatto con l’ambiente bohèmien, conobbe diversi esponenti dell’ala radicale del comunismo, con cui ebbe anche delle relazioni sentimentali dopo aver troncato quella con Weston. Fu proprio in questo periodo che iniziò a costruire il suo percorso nella fotografia, di cui aveva già conosciuto i rudimenti in giovanissima età, diventando anche fotografa ufficiale del movimento muralista messicano, immortalando i lavori di José Clemente Orozco e di Diego Rivera e maturando il proprio stile, sempre formalmente calibrato e percorso da una ideologia ben definita.

Dopo vari incarichi e progetti, tra cui un reportage sull’Istmo della regione del Tehuantepec e una esposizione, risalente al dicembre del 1929, pubblicizzata come «La prima mostra fotografica rivoluzionaria in Messico», fu espulsa del Messico. Lasciò anche la macchina fotografica, scattò pochissime altre fotografie negli anni che le rimanevano.

Dopo un lungo pellegrinaggio in Europa, morì nella sua Città del Messico, il 5 gennaio del 1942, secondo alcuni, tra cui Diego Rivera, in circostanze sospette oppure, più probabilmente, per un attacco di cuore. «Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa / di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa. /  Riposa dolcemente, sorella. / […]», questo l’incipt dell’epitaffio composto da Pablo Neruda.

Ciò che visse in Messico determinò la sua posizione politica e le fece scoprire che una macchina fotografica poteva essere un’arma rivoluzionaria. «A 100 anni dall’arrivo di Tina Modotti in Messico, questa mostra intende celebrare la sua eredità creativa e artistica attraverso gli occhi di sei identità che, attraverso il loro lavoro, interpretano e riflettono sugli ideali artistici e sociali per i quali l’anima dissidente de Tina ha lottato per tutta la sua vertiginosa esistenza», spiegano dall’organizzazione.

Sei artisti per Tina Modotti

Gli artisti italiani Alessia Rollo, Alberto Mesirca, Serena Vittorini e gli artisti messicani Cannon Bernáldez, Cecilia Ramírez, Eunice Adorno, affidandosi a un linguaggio multimediale composto da fotografie, testimonianze, installazioni e atti performativi, delineano un racconto che è, al contempo, emozionale e umano, politico ed estetico.

In occasione del centenario dell’arrivo di Tina Modotti in Messico, «Si vuole non solo creare una semplice mostra ma un contenitore visionario, invitando sei Identità che avranno l’opportunità di continuare questo processo di linguaggio e attivismo personale; una visione di viaggio interiore che si integra con una forte carica empatica e passionale, e che spinga ad analizzare l’opera come un testo da interpretare, un testo entro il quale si sviluppa ed emerge il senso, l’abilità dell’artista, che viene messa in discussione dal formalismo e dal simbolismo rivoluzionario», spiega la curatrice, Anna Dusi.

Alessia Rollo

Alessia Rollo (Italia, 1982) è un’artista visiva che vive e lavora nell’area del Mar Mediterraneo, dove incontra visioni sociali stereotipate e offre una lettura alternativa. Per lei, più che spiegare o documentare un determinato contesto, la fotografia è un metodo che permette di accedere a un inesauribile linguaggio metaforico. Il progetto di Rollo fonde deliberatamente una prospettiva documentaristica con la forma della finzione. Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre collettive e personali.

Alberto Mesirca

Alberto Mesirca è nato a Roma nel 1964, dopo aver terminato gli studi in ingegneria delle telecomunicazioni, ha viaggiato e lavorato in luoghi diversi come Hong Kong, Stati Uniti, Argentina, Emirati Arabi Uniti, Ruanda e Belgio. Il suo lavoro ha una prospettiva di indagine sociologica, combinata con un’estetica geometrica e razionalista. Il suo lavoro è stato presentato a Milano, Roma, Dubai, Parigi e Los Angeles, ed è stato anche pubblicato su rinomate riviste di fotografia.

Cannon Bernáldez

Cannon Bernáldez è nata il 1974 a Città del Messico, si è laureata in giornalismo alla scuola Carlos Septién García. La sua formazione artistica è il risultato di corsi e workshop di fotografia e critica cinematografica. Il suo lavoro, presente in gallerie e centri culturali in Messico e paesi come Stati Uniti, Russia, Perù e Francia, ha ricevuto numerosi premi. Oltre al suo lavoro creativo, ha insegnato in diverse università messicane.

Cecilia Ramírez Corzo

Cecilia Ramírez Corzo è nata a Città del Messico, anche se ha trascorso gran parte della sua vita all’estero, il che conferisce al suo lavoro una qualità creativa multiversale. Ha iniziato la sua formazione presso la London Architectural Association, proseguendo poi con gli studi presso la Film Academy della stessa città. Ha lavorato come designer, artista e ceramista in Europa, Asia e Stati Uniti. Attualmente sta sviluppando il suo studio di architettura (Bonbonma Architecture) in Giappone.

Eunice Adorno

Eunice Adorno ( Città del Messico, 1982). Il suo lavoro si concentra sulla fotografia documentaristica e altri strumenti artistici. Il suo lavoro racconta paesaggi, comunità e le regioni del cosiddetto “Messico profondo” e la sua instancabile rievocazione del passato. Lavorare con la memoria di questi popoli e luoghi, la loro storia, implica anche un lavoro narrativo archivistico e iconografico.

Serena Vittorini

Serena Vittorini (L’Aquila, Italia) è un’artista visiva che vive e lavora a Bruxelles. All’inizio del suo lavoro di ricerca creativa, la sua attenzione era rivolta alle interazioni tra spazi urbani, presenza umana e attività. Di recente, il suo lavoro si è concentrato sull’esplorazione del rapporto tra identità e memoria, mettendo in discussione la differenza canonica che separa il pubblico e il privato, la realtà e la finzione. Serena incorpora fotografia, installazione, audio e video, una tecnica mista che consente numerosi livelli interpretativi.

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