-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La Saraceno Art Gallery di Roma inaugura oggi, 12 giugno 2025, Uno per tutti, tutti per uno, una mostra collettiva che riunisce 14 artisti accomunati da un percorso di collaborazione con la galleria. Il titolo, mutuato dalla celebre formula dumasiana dei moschettieri, si fa emblema di un’alleanza che rifiuta la solitudine del gesto autoriale per abbracciare una dimensione corale, plurale, dialogica.
Alex Pinna, Antonella Zazzera, Peppe e Lucio Perone, Andrea Fais, Alberto Timossi, Paolo Ceribelli, Marta Fàbregas, Carlo Rocchi Bilancini, Gianluca Patti, Lou Duca, Greta Grillo, Branco, Corrado Zeni, sono gli artisti coinvolti, ognuno chiamato a contribuire con un’unica opera, selezionata con l’intento di restituire al pubblico la cifra più autentica della propria ricerca. In questa economia dell’essenziale, ogni gesto si fa denso, ogni materia si carica di intenzione, ogni immagine chiede ascolto.

Dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alle tecniche miste, i linguaggi si intrecciano in un fitto contrappunto visivo e le superfici, ora materiche, ora impalpabili, alternano richiami tattili a suggestioni mentali. Le cromie vivide dialogano con toni più sommessi e le opere si richiamano da un angolo all’altro della galleria come voci di un’unica polifonia.

Se il periodo estivo tradizionalmente segna la chiusura della stagione espositiva, Uno per tutti, tutti per uno si propone invece come atto inaugurale. Una scelta controcorrente, che intende mantenere viva la riflessione sull’arte e sul suo ruolo nella società contemporanea. L’interruzione stagionale si trasforma in occasione di rilancio e, soprattutto, il progetto assume un valore simbolico: quello di una comunità artistica che si riconosce nel gesto della condivisione. Come nell’eco shakespeariana che apre la mostra: «We few, we happy few, we band of brothers».
