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Avete nostalgia della Fridamania? Quella che faceva comparire il volto di Frida Kahlo su ogni cosa, dai quaderni alle candele profumate? Bene, tenetevi pronti: il 27 settembre 2025, a Città del Messico, aprirà le porte il Museo Casa Kahlo, una nuova istituzione museale interamente dedicata alla pittrice messicana più iconica di sempre. Ma attenzione: non si tratta di un remake della già nota e visitatissima Casa Azul. Questa volta il focus non è incentrato sul rapporto turbolento con Diego Rivera ma su una Frida più intima, giovane e famigliare, evidenziando anche l’influenza del padre, il fotografo Guillermo Kahlo. A ospitare il nuovo museo sarà infatti la Casa Roja, proprio accanto, proprietà della famiglia di Frida Kahlo da generazioni.
A volere questo nuovo museo, che è gestito da un trust, il Fideicomiso de los Museos Diego Rivera y Frida Kahlo, è stata Mara Romeo Kahlo, pronipote dell’artista e sua erede diretta, che ha donato la residenza alla Fundación Kahlo di New York. Proprio nella metropoli statunitense è stato recentemente dato l’annuncio, in occasione di un ricevimento presso la residenza di Park Avenue dei collezionisti d’arte di alto profilo Christine e Stephen Schwarzman.
Il progetto mira a «Raccontare nuove storie, svelare segreti di famiglia, accogliere nuove voci e costruire un futuro che onori il suo spirito». Una dichiarazione d’intenti che fa venire voglia di frugare tra vecchi album di fotografie e di esplorare le stanze in cui Frida crebbe, prima di diventare l’artista magnetica che trasformò le sue ferite in pennellate potenti.
Se nei primi decenni del nuovo millennio Frida Kahlo era ovunque – protagonista di film, icona femminista, brand da gadget, musa dei primi social network, Barbie contestata – negli ultimi tempi il fenomeno sembrava essersi leggermente raffreddato, anche se la Casa Azul rimane un museo visitatissimo (consigliabile prenotare gli ingressi settimane prima). Ma l’apertura di questo nuovo museo pare voglia riaccendere i riflettori sull’artista reale, non sulla sua caricatura pop. E lo fa con serietà curatoriale: alla direzione è stato chiamato Adán García Fajardo, già direttore accademico del Museo della Memoria e della Tolleranza.
Oltre all’esperienza museale, la Fundación Kahlo annuncia anche una serie di progetti collaterali: dal Kahlo Art Prize, premio biennale per artisti contemporanei, al programma di finanziamento Las Ayudas, dedicato al sostegno di arte e cultura messicana, indigena e latinoamericana.